I patrizi (singolare patrizio, in latino patricius) erano in origine la classe d’élite della antica società Romana.
Secondo Plutarco i patrizi, creati al tempo di Romolo erano:
« I membri del Senato erano chiamati Patrizi, secondo alcuni perché erano padri di figli legittimi, secondo altri perché erano in grado di indicare i rispettivi padri, cosa non facile per tutti coloro che si erano trasferiti nella nuova città. Altri ritengono che il nome derivi da “patronato”, nel significato di ricevere “protezione”, ritenendo che tale termine derivi da Patrone, uno dei compagni di Evandro, che era sempre pronto a prestare aiuto ai bisognosi. » |
(Plutarco, Vita di Romolo, 13, 3-4.) |
Erano anche sempre secondo lo stesso Plutarco, quei cittadini più illustri e potenti della nuova città, che dovevano prendersi cura dei più deboli ed indifesi, con premura paterna.
Per Dionigi di Alicarnasso Romolo suddivise il popolo romano in Patrizi e Plebei, contando tra i primi quelli notevoli per nasciti, virtù e danaro e tra i secondi gli altri.
Secondo Tito Livio i Patrizi erano i discendenti di quei cento Patres che formarono il primo Senato romano al tempo di Romolo.