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La Surah Al-Insān è un capitolo del Sacro Corano che esplora l’essenza stessa dell’umanità. La parola “Insān” significa infatti “essere umano”, e non come solitamente (e anche noi usiamo per convensione) “L’Uomo”. Questa breve sura ci invita ad un profondo viaggio interiore, rivelando la natura transitoria dell’esistenza e l’eterno potenziale dell’anima.
Al-Insān riflette come uno specchio le fragili immagini delle radici dell’umanità, creato da una semplice goccia di sperma, ma allo stesso tempo illustra le altezze spirituali che può raggiungere ogni essere umano attraverso la pazienza, la gratitudine e l’adorazione a DIO.
Continua illustrandoci le verità fondamentali della nostra esistenza: siamo prima messi alla prova, ma poi siamo guidati verso la vittoria e la crescita, ma dobbiamo dimostrare il nostro volere tra lo scegliere la via della gratitudine e quella dell’ingratitudine. Tutto ciò determinerà il nostro destino, non solo in questa esistenza, ma eternamente.
Viviamo un’epoca in cui l’identità umana è messa in discussione, e le definizioni di successo e fallimento sono spesso distorte, ma Al-Insān emerge come un promemoria potente e poetico. Ci ricorda che la vera nobiltà non risiede nel potere o nella ricchezza, ma nella capacità di elevare l’anima attraverso atti di altruismo e devozione.
Le sfide e le prove che affrontiamo non sono altro che scalini verso la purificazione e la perfezione spirituale. Dobbiamo impegnarci per riscoprire la nostra vera natura e a realizzare il potenziale divino che giace in ciascuno di noi (Salmo 82).
Versetto | Testo | Translitterazione | Traduzione | Traduzione Letterale |
---|---|---|---|---|
76:1 | هَلْ أَتَىٰ عَلَى ٱلْإِنسَٰنِ حِينٌۭ مِّنَ ٱلدَّهْرِ لَمْ يَكُن شَيْـًٔا مَّذْكُورًا | Hal atā ‘ala al-insāni ḥīnun mina al-dahri lam yakun shay’an madhkūrā | Non è forse giunto all’uomo un periodo di tempo in cui non era una cosa [neppure] menzionata? | È giunto forse un tempo sull’uomo in cui non era qualcosa di menzionato? |
76:2 | إِنَّا خَلَقْنَا ٱلْإِنسَٰنَ مِن نُّطْفَةٍۢ أَمْشَاجٍۢ نَّبْتَلِيهِ فَجَعَلْنَٰهُ سَمِيعًۭا بَصِيرًا | Innā khalaqnā al-insāna min nuṭfatin amshājin nabtalīhi fa-ja‘alnāhu samī‘an baṣīrā | In verità, abbiamo creato l’uomo da una goccia di sperma mista affinché lo mettiamo alla prova; e lo abbiamo fatto udente e vedente. | In verità, abbiamo creato l’umanità da una goccia mista [di sperma] per metterlo alla prova, e lo abbiamo fatto udente e vedente. |
76:3 | إِنَّا هَدَيْنَٰهُ ٱلسَّبِيلَ إِمَّا شَاكِرًۭا وَإِمَّا كَفُورًا | Innā hadaynāhu al-sabīla immā shākirān wa-immā kafūrā | In verità, gli abbiamo mostrato la via, sia che sia grato o sia ingrato. | In verità, gli abbiamo mostrato la via, che sia grato o ingrato. |
76:4 | إِنَّآ أَعْتَدْنَا لِلْكَٰفِرِينَ سَلَـٰسِلَا۟ وَأَغْلَـٰلًۭا وَسَعِيرًا | Innā a‘tadnā lil-kāfirīna salāsilā wa-aghlālan wa-sa‘īrā | In verità, abbiamo preparato per i miscredenti catene e ceppi e una fiamma ardente. | In verità, abbiamo preparato per i miscredenti catene e ceppi e un fuoco ardente. |
76:5 | إِنَّ ٱلْأَبْرَارَ يَشْرَبُونَ مِن كَأْسٍۢ كَانَ مِزَاجُهَا كَافُورًا | Innā al-abrāra yashrabūna min ka’sin kāna mizājuhā kāfūrā | In verità, i giusti berranno da una coppa [di vino] il cui miscuglio è di Kafur, | In verità, i giusti berranno da una coppa il cui miscuglio è di Kafur, |
76:6 | عَيْنًۭا يَشْرَبُ بِهَا عِبَادُ ٱللَّهِ يُفَجِّرُونَهَا تَفْجِيرًا | ‘Aynan yashrabu bihā ‘ibādu Allāhi yufajjirūnahā tafjīrā | Una sorgente dalla quale i servi di Allah berranno; essi la faranno sgorgare con forza. | Una sorgente dalla quale i servi di Dio berranno, facendola sgorgare abbondantemente. |
76:7 | يُوفُونَ بِٱلنَّذْرِ وَيَخَافُونَ يَوْمًۭا كَانَ شَرُّهُۥ مُسْتَطِيرًۭا | Yūfūna bi al-nadhri wa-yakhāfūna yawman kāna sharruhu mustaṭīrā | Essi mantengono i [loro] voti e temono un Giorno il cui male sarà diffuso ovunque. | Mantengono i loro voti e temono un Giorno il cui male si diffonderà ovunque. |
76:8 | وَيُطْعِمُونَ ٱلطَّعَامَ عَلَىٰ حُبِّهِۦ مِسْكِينًۭا وَيَتِيمًۭا وَأَسِيرًا | Wa-yuṭ‘imūna al-ṭa‘āma ‘alā ḥubbihi miskīnan wa-yatīman wa-asīrā | E danno cibo, nonostante lo amino, al povero, all’orfano e al prigioniero, | E nutrono il povero, l’orfano e il prigioniero, nonostante l’amore per esso. |
76:9 | إِنَّمَا نُطْعِمُكُمْ لِوَجْهِ ٱللَّهِ لَا نُرِيدُ مِنكُمْ جَزَآءًۭ وَلَا شُكُورًا | Innamā nuṭ‘imukum li-wajhi Allāhi lā nurīdu minkum jazā’an wa-lā shukūrā | [Dicendo], “Vi nutriamo solo per il volto di Allah. Non desideriamo da voi ricompensa o gratitudine.” | [Dicendo], “Vi nutriamo per il volto di Dio; non desideriamo da voi alcuna ricompensa o ringraziamento.” |
76:10 | إِنَّا نَخَافُ مِن رَّبِّنَا يَوْمًا عَبُوسًۭا قَمْطَرِيرًۭا | Innā nakhāfu min rabbina yawman ‘abūsan qamṭarīrā | In verità, temiamo dal nostro Signore un Giorno severo e angosciante.” | In verità, temiamo dal nostro Signore un Giorno in cui ci sarà accigliamento e severità.” |
76:11 | فَوَقَىٰهُمُ ٱللَّهُ شَرَّ ذَٰلِكَ ٱلْيَوْمِ وَلَقَّىٰهُمْ نَضْرَةًۭ وَسُرُورًۭا | Fa-waqāhum Allāhu sharra dhālika al-yawmi wa-laqqāhum naḍratan wa-surūrā | Così Allah li proteggerà dal male di quel Giorno e darà loro splendore e felicità. | Così Dio li ha protetti dal male di quel Giorno e ha dato loro luminosità e gioia. |
76:12 | وَجَزَىٰهُم بِمَا صَبَرُوا۟ جَنَّةًۭ وَحَرِيرًۭا | Wa-jazāhum bimā ṣabarū jannatan wa-ḥarīrā | E li ricompenserà per ciò che hanno pazientemente sopportato [con] un giardino [in Paradiso] e vesti di seta. | E li ha ricompensati per la loro pazienza con un giardino e vesti di seta. |
76:13 | مُّتَّكِـِٔينَ فِيهَا عَلَى ٱلْأَرَآئِكِ ۖ لَا يَرَوْنَ فِيهَا شَمْسًۭا وَلَا زَمْهَرِيرًۭا | Muttaki’īna fīhā ‘alā al-arā’iki lā yarawna fīhā shamsan wa-lā zamharīrā | Distesi su divani adornati. Non vedranno lì né [bruciante] sole né [gelido] freddo. | Distesi su divani, non vedranno lì né sole [scottante] né freddo [gelido]. |
76:14 | وَدَانِيَةً عَلَيْهِمْ ظِلَٰلُهَا وَذُلِّلَتْ قُطُوفُهَا تَذْلِيلًۭا | Wa-dāniyatan ‘alayhim ẓilāluhā wa-dhullilat quṭūfuhā tadh’līlā | E vicino sopra di loro ci saranno le sue ombre, e i suoi [frutti] saranno abbassati in conformità. | E vicino a loro saranno le sue ombre, e i suoi frutti saranno facilmente raggiungibili. |
76:15 | وَيُطَافُ عَلَيْهِم بِآنِيَةٍۢ مِّن فِضَّةٍۢ وَأَكْوَابٍۢ كَانَتْ قَوَارِيرَا۠ | Wa-yuṭāfu ‘alayhim bi-āniyatin min fiḍḍatin wa-akwābin kānat qawārīrā | E saranno fatti girare tra loro vasi d’argento e coppe fatte [come] chiaro [vetro], | E saranno serviti con vasi d’argento e coppe chiare come vetro, |
76:16 | قَوَارِيرَا۟ مِن فِضَّةٍۢ قَدَّرُوهَا تَقْدِيرًۭا | Qawārīra min fiḍḍatin qaddarūhā taqdīrā | Chiari bicchieri [fatti] d’argento di cui hanno determinato la misura. | Bicchieri di vetro fatti d’argento, che sono stati misurati con precisione. |
76:17 | وَيُسْقَوْنَ فِيهَا كَأْسًۭا كَانَ مِزَاجُهَا زَنجَبِيلًا | Wa-yusqawna fīhā ka’san kāna mizājuhā zanjabīlā | E saranno fatti bere da una coppa [di vino] il cui miscuglio è di zenzero, | E saranno fatti bere da una coppa il cui miscuglio è di zenzero. |
76:18 | عَيْنًۭا فِيهَا تُسَمَّىٰ سَلْسَبِيلًا | ‘Aynan fīhā tusammā Salsabīlā | Da una fonte nel Paradiso chiamata Salsabil. | Da una sorgente lì chiamata Salsabil. |
76:19 | وَيَطُوفُ عَلَيْهِمْ وِلْدَٰنٌۭ مُّخَلَّدُونَ ۖ إِذَا رَأَيْتَهُمْ حَسِبْتَهُمْ لُؤْلُؤًۭا مَّنثُورًۭا | Wa-yaṭūfu ‘alayhim wildānun mukhalladūna idhā ra’aytahum ḥasabtahum lu’lu’an manthūrā | Vi gireranno intorno [servi] giovani [dedicati] a loro, come se fossero perle ben protette. | E giovani ragazzi gireranno tra loro, come se fossero perle sparse. |
76:20 | وَإِذَا رَأَيْتَ ثَمَّ رَأَيْتَ نَعِيمًۭا وَمُلْكًۭا كَبِيرًا | Wa-idhā ra’ayta thamma ra’ayta na‘īman wa-mulkan kabīrā | E quando guardi lì [nel Paradiso], vedrai piacere e grande dominio. | E quando guarderai lì, vedrai piacere e un vasto dominio. |
76:21 | عَٰلِيَهُمْ ثِيَابُ سُندُسٍۢ خُضْرٌۭ وَإِسْتَبْرَقٌۭ ۖ وَحُلُّوٓا۟ أَسَاوِرَ مِن فِضَّةٍۢ وَسَقَىٰهُمْ رَبُّهُمْ شَرَابًۭا طَهُورًا | ‘Āliyaḥum thiyābu sundusin khuḍrun wa-istabraqun wa-ḥullū asāwira min fiḍḍatin wa-saqāhum rabbuhum sharāban ṭahūrā | Sopra di loro ci sono abiti di fine seta e broccato verde. E saranno adornati con braccialetti d’argento, e il loro Signore darà loro una bevanda pura. | Sopra di loro ci saranno abiti di fine seta verde e broccato, e saranno adornati con braccialetti d’argento, e il loro Signore darà loro una bevanda pura. |
76:22 | إِنَّ هَـٰذَا كَانَ لَكُمْ جَزَآءًۭ وَكَانَ سَعْيُكُم مَّشْكُورًا | Innā hādhā kāna lakum jazā’an wa-kāna sa‘yukum mashkūrā | [E sarà detto], “In verità, questo è per voi una ricompensa, e il vostro sforzo è stato apprezzato.” | [E sarà detto], “In verità, questa è la vostra ricompensa, e il vostro sforzo è stato apprezzato.” |
Versetti 1-2: “Non è forse giunto all’umanità un periodo di tempo in cui non era una cosa [neppure] menzionata? In verità, abbiamo creato l’uomo da una goccia di sperma mista affinché lo mettiamo alla prova; e lo abbiamo fatto udente e vedente.”
Questi versetti invitano a riflettere sulle umili origini dell’umanità. Prima di essere formati, c’è stato un tempo in cui non esistevamo neppure, un periodo di non-esistenza. Da una semplice goccia di fluido misto, Dio ha creato l’essere umano, dotandolo di facoltà come l’udito e la vista, e ha posto davanti a lui la prova della vita. Questo evidenzia la trasformazione dal nulla a un essere capace di sperimentare e percepire il mondo, sottolineando la nostra dipendenza dal potere creativo di Dio.
Versetto 3: “In verità, gli abbiamo mostrato la via, sia che sia grato o sia ingrato.”
Dio fornisce guida a ogni essere umano, mostrando la via della rettitudine. Tuttavia, la risposta a questa guida è lasciata al libero arbitrio individuale—alcuni scelgono la gratitudine e la fede, mentre altri optano per l’ingratitudine e il rifiuto. Questo versetto sottolinea la responsabilità morale degli esseri umani di riconoscere e seguire la guida ricevuta, ma riconosce anche la realtà del libero arbitrio.
Nota: La dualità tra essere “grato o ingrato” rappresenta la scelta fondamentale che ogni persona deve fare. In un mondo pieno di distrazioni, questo versetto serve come promemoria che il nostro successo spirituale dipende dalla nostra risposta alla guida divina. La gratitudine qui non è solo un’emozione, ma uno stile di vita, un impegno ad allinearsi con il cammino mostrato da Dio.
Versetto 4: “In verità, abbiamo preparato per i miscredenti catene e ceppi e una fiamma ardente.”
Questo versetto avverte delle gravi conseguenze che attendono coloro che rifiutano la fede e la guida divina. L’immagine delle catene, dei ceppi e del fuoco evoca un senso di prigionia e sofferenza, simboleggiando la schiavitù spirituale e il tormento che derivano dall’incredulità. Serve come un chiaro promemoria che il rifiuto del cammino di Dio porta all’autodistruzione, sia in questa vita che nell’aldilà.
Nota: Il linguaggio metaforico usato qui riflette la realtà spirituale di coloro che si allontanano dalla verità. Le catene e i ceppi rappresentano le limitazioni e le sofferenze autoimposte di coloro che vivono senza fede. La “fiamma ardente” non è solo un tormento fisico, ma anche una rappresentazione del turbamento interiore e del rimpianto che provano coloro che negano il loro Creatore.
Versetti 5-6: “In verità, i giusti berranno da una coppa il cui miscuglio è di Kafur, Una sorgente dalla quale i servi di Allah berranno; essi la faranno sgorgare con forza.”
In contrasto con il destino dei miscredenti, ai giusti è promessa una ricompensa pura e rinfrescante. La “coppa” di Kafur, una sostanza fragrante e rinfrescante, simboleggia la purezza spirituale e il piacere che li attende. La sorgente da cui berranno rappresenta una fonte abbondante di grazia divina e soddisfazione, una ricompensa per la loro costanza e fedeltà.
Nota: L’immagine della coppa e della sorgente enfatizza il nutrimento spirituale e la soddisfazione che derivano da una vita di rettitudine. I giusti non sono solo ricompensati con piaceri fisici, ma con una profonda connessione all’abbondanza divina, che è infinita e sempre rinfrescante.
Versetti 7-9: “Essi mantengono i [loro] voti e temono un Giorno il cui male sarà diffuso ovunque. E danno cibo, nonostante lo amino, al povero, all’orfano e al prigioniero, [Dicendo], ‘Vi nutriamo solo per il volto di Allah. Non desideriamo da voi ricompensa o gratitudine.'”
Questi versetti descrivono le caratteristiche dei giusti: essi sono fedeli alle loro promesse e vivono con una consapevolezza costante del Giorno del Giudizio. I loro atti di carità sono motivati unicamente dal desiderio di compiacere Dio, senza aspettarsi riconoscimenti o ricompense terrene. Questo dare disinteressato è un’emanazione della vera fede, dove il benessere degli altri è prioritario rispetto ai propri desideri.
Nota: L’atto di nutrire i poveri, gli orfani e i prigionieri, nonostante l’amore per il cibo stesso, riflette il profondo livello di altruismo incoraggiato nell’Islam come da tutte le Religioni Abramitiche. Insegna che la vera carità non consiste solo nel dare dall’eccesso, ma nel sacrificare ciò che si ama per il bene degli altri, unicamente per devozione a Dio.
Versetti 10-11: “In verità, temiamo dal nostro Signore un Giorno severo e angosciante. Così Allah li proteggerà dal male di quel Giorno e darà loro splendore e felicità.”
La paura del Giorno del Giudizio è un potente motivatore per i giusti, spingendoli a vivere una vita di pietà e rettitudine. A causa della loro sincera paura e delle loro azioni giuste, Dio promette di proteggerli dai terrori di quel Giorno, concedendo loro gioia e splendore invece del dolore. Questa protezione è una manifestazione della misericordia e della grazia divina, una ricompensa per la loro perseveranza.
Nota: Il contrasto tra la paura del Giorno del Giudizio e l’ultima ricompensa di splendore e felicità sottolinea il potere trasformativo della fede. Non è la paura stessa a definire i giusti, ma la loro risposta a essa—vivere una vita di rettitudine che li rende meritevoli della protezione divina e della beatitudine eterna.
Versetti 12-14: “E li ricompenserà per ciò che hanno pazientemente sopportato [con] un giardino [in Paradiso] e vesti di seta. Distesi su divani adornati. Non vedranno lì né [bruciante] sole né [gelido] freddo. E vicino sopra di loro ci saranno le sue ombre, e i suoi [frutti] saranno abbassati in conformità.”
La ricompensa per la pazienza e la perseveranza nella fede è un paradiso di conforto e lusso inimmaginabile. Ai giusti verrà concesso un giardino con vesti di seta, simbolo di purezza sia fisica che spirituale. L’assenza di elementi duri come il sole bruciante o il freddo gelido rappresenta l’equilibrio perfetto e la tranquillità del paradiso. La facilità con cui i frutti saranno disponibili riflette il godimento senza sforzo delle benedizioni divine nell’aldilà.
Nota: La descrizione dettagliata del paradiso serve a ispirare e motivare i credenti a sopportare le prove di questa vita con pazienza. La promessa di conforto, facilità e abbondanza nell’aldilà è un potente promemoria che le lotte di questo mondo sono temporanee, e le ricompense della fede sono eterne.
Versetti 15-16: “E saranno fatti girare tra loro vasi d’argento e coppe fatte [come] chiaro [vetro], Chiari bicchieri [fatti] d’argento di cui hanno determinato la misura.”
I giusti in paradiso saranno serviti con vasi e coppe fatte d’argento, chiare come vetro, simboleggiando purezza e perfezione. La precisione con cui queste coppe sono misurate riflette la cura meticolosa con cui Dio ricompensa i Suoi fedeli servitori. Tutto nel paradiso è creato alla perfezione, adattato ai desideri e alle esigenze dei suoi abitanti.
Nota: L’uso dell’argento, chiaro come vetro, rappresenta sia la purezza materiale che spirituale che definisce il paradiso. Sottolinea che le ricompense nell’aldilà non sono solo abbondanti, ma anche della massima qualità, progettate per portare gioia e soddisfazione ai giusti.
Versetti 17-18: “E saranno fatti bere da una coppa il cui miscuglio è di zenzero, Da una fonte nel Paradiso chiamata Salsabil.”
La bevanda servita ai giusti è un miscuglio speciale infuso con zenzero, una spezia che aggiunge calore e sapore, simboleggiando la ricchezza e il piacere delle ricompense in paradiso. La fonte di Salsabil, da cui proviene questa bevanda, è una fonte di rinfresco e piacere eterni, rafforzando l’idea che il paradiso sia un luogo di delizie sia fisiche che spirituali.
Nota: La menzione dello zenzero e della fonte di Salsabil sottolinea i piaceri sensoriali del paradiso, dove ogni senso è soddisfatto con le esperienze più raffinate e deliziose. Serve come promemoria che le ricompense della fede non sono solo spirituali, ma anche tangibili e godibili.
Versetti 19-21: “Vi gireranno intorno [servi] giovani [dedicati] a loro, come se fossero perle ben protette. E quando guardi lì [nel Paradiso], vedrai piacere e grande dominio. Sopra di loro ci sono abiti di fine seta e broccato verde. E saranno adornati con braccialetti d’argento, e il loro Signore darà loro una bevanda pura.”
Questi versetti descrivono il servizio e le cure che i giusti riceveranno in paradiso. I giovani servi, descritti come perle, simboleggiano la purezza e la bellezza dell’ambiente. Gli abiti di seta fine e broccato, insieme ai braccialetti d’argento, riflettono il lusso e l’onore conferito agli abitanti del paradiso. La bevanda pura dal Signore simboleggia il compimento spirituale e il piacere divino.
Nota: L’immagine del paradiso come un luogo di bellezza, lusso e servizio riflette l’idea che coloro che servono Dio in questa vita saranno serviti nell’aldilà. La “bevanda pura” rappresenta la soddisfazione ultima e il compimento che derivano dal piacere diretto di Dio.
Versetto 22: “[E sarà detto], ‘In verità, questo è per voi una ricompensa, e il vostro sforzo è stato apprezzato.'”
Il versetto finale di questo passaggio è un riconoscimento divino degli sforzi dei giusti. Dio afferma che la loro ricompensa è il risultato diretto dei loro sforzi sinceri e della loro pazienza. Questo versetto serve come promemoria che nessuna buona azione passa inosservata, e ogni sforzo compiuto per amore di Dio è apprezzato e ricompensato.
Nota: L’assicurazione che gli sforzi di una persona sono apprezzati da Dio è una fonte di grande conforto e motivazione per i credenti. Ricorda che anche quando le nostre azioni non sono riconosciute in questo mondo, esse sono sempre viste e valorizzate da Dio, che è il Giudice e il Ricompensatore ultimo.
La Surah Al-Insān offre una profonda meditazione sulla natura dell’esistenza umana, sulle prove della vita e sulle ricompense della fede. Ci ricorda le nostre umili origini e le prove che plasmano il nostro cammino spirituale. Il contrasto tra il destino dei giusti e dei miscredenti è un potente promemoria delle scelte che facciamo e dei percorsi che seguiamo.
Nel mondo di oggi, dove le distrazioni del materialismo e le sfide della vita possono spesso portarci fuori strada, i messaggi di Al-Insān sono più rilevanti che mai. Ci invitano a riconoscere la guida fornita da Dio e a sforzarci di vivere una vita di rettitudine e gratitudine. Le vivide descrizioni del paradiso servono sia come ispirazione che come motivazione per sopportare le prove di questo mondo con pazienza, sapendo che la ricompensa ultima è eterna e oltre ogni immaginazione.
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