Plurale Maiestatis (definizione)

Plurale Maiestatis (latino), conosciuto in inglese come Royal We, è l’uso del plurale per un pronome riferito ad una singola persona che si trova in una posizione eccelsa (ad esempio un Re o un Monarca).
Quest’uso, già diffuso nell’antica Roma (è per esempio la forma principale usata nelle opere autobiografiche di Marco Tullio Cicerone), è rimasto nella tradizione di molti paesi come modo d’espressione formale soprattutto di sovrani e papi (da cui il nome “maiestatico”), in quanto adatto all’immagine istituzionale, e quindi anche astratta e corale, associata a questi ruoli.
I Re d’Italia smisero di usare il plurale maiestatico, ufficiosamente, in momenti critici in cui si voleva trasmettere un sentimento di vicinanza alla popolazione, come nel discorso di Vittorio Emanuele III del 10 settembre 1943.
Oggi, il pluralis maiestatis ha perso quasi ovunque la sua valenza formale (fu papa Giovanni Paolo I a mettere fine al suo uso nella Chiesa cattolica nei discorsi pubblici, anche se esso è tuttora in uso negli scritti ufficiali del Papa; Papa Giovanni XXIII lo usava solo in discorsi formali e negli scritti, ad esempio non lo fece nel celebre “discorso della luna” o in quello ai carcerati di Regina Coeli) e rimane soprattutto come espediente retorico (non raramente con intenti umoristici o ironici).
Resta però in uso, in ambito universitario, negli atti ufficiali emanati dal rettore (es. Noi Magnifico Rettore…).

Nelle Sacre Scritture

Nelle antiche lingue semitiche il pluralis maiestatis è stato usato nelle Sacre Scritture, poiché non è tollerata alcuna antropomorfizzazione di DIO.
In ebraico il nome di DIO è אֱלֹהִים e nella Bibbia si parla del CREATORE in termini plurali: ELOHIM, ADONAI e El Shaddai. Molti studiosi cristiani, compresi i leader post-apostolici e Sant’Agostino, hanno visto l’uso delle forme verbali plurali e grammaticali singolari come supporto per la dottrina della Trinità. Il primo utilizzo di questo dispositivo poetico è da qualche parte nel 4° secolo d.C. durante il periodo bizantino.
Il Nome di DIO nel Corano quando si riferisce a “Se stesso” si ritrova il “Noi”. Gli esegeti ei teologi musulmani insegnano che questo avviene a causa del grande potere e maestà di DIO. Essi lo hanno compreso esattamente come la moderna tradizione Rabbinica del Plurale Maiestatis.

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