Pellegrinaggio

Cassino-Gerusalemme

2805 Km a piedi

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Peregrini enim sumus coram Te, et advenæ, sicut omnes patres nostri
Siamo tutti pellegrini davanti a Te, e stranieri, così come i nostri padri
(1Cronache 29, 15)

 

Il Monastero di Simonos Petras nella Repubblica di Monte Athos in Grecia che mi ha ospitato per ben tre giorni durante il mio 42° giorno di pellegrinaggio

Peregrini enim sumus coram Te, così la Bibbia in latino definisce il breve passaggio dell’uomo sulla terra, chiunque nasce pellegrino e straniero davanti a DIO. Dal ricco al povero, dallo stolto fino al sapiente, non c’è distinzione alcuna e ognuno appare come nebbia in questo Mondo per poi scomparire dopo non molto. Per cui il problema esistenziale non è comprendere che fine faremo dopo la morte, ma prima di tutto riuscire a vivere con pienezza e con uno scopo all’altezza del nostro potenziale. L’umanità generata ad immagine del Creatore è responsabilizzata per mezzo di un’eredità che per molti risulta essere però troppo pesante, ma a nessuno è concesso di sprecare il proprio potenziale. Tutti dovranno trovare la propria strada e percorrerla prima che l’inevitabile dipartita dell’Anima dal corpo terreno sopraggiunga. La vita è senza alcun dubbio un dono, in quanto nessuno può assicurarsela per conto proprio, ma quello che invece dipenderà da noi sarà la volontà di ricercare il proprio scopo, provando a penetrare il senso della nostra esistenza. Questo mio viaggio è stata una delle parti più razionali del mio scavare ed indagare, avevo necessità di non permettere che il passato mi distraesse e non volevo preoccuparmi del futuro, e il camminare insegna proprio questo, a saper vivere e godere del tempo presente. Il pellegrinaggio per definizione è il viaggio intrapreso per devozione verso luoghi sacri per la propria fede, dove però la meta non è mai più importante del viaggio stesso. La mia di fede mi ha condotto più volte a Gerusalemme, prima da ordinario visitatore e solo in seguito da pellegrino camminando. Avevo deciso di raggiungere la Casa dei Popoli lasciandomi alle spalle la mia zona di comfort, con la convinzione che attraverso questa particolare condizione da camminatore mi sarei ritrovato davvero a sentirmi tutt’uno con il viaggio e con le terre che percorrevo, e così è stato. Solo dopo aver percorso passo dopo passo la vastità della terra, comprendi quale minuscolo posto il proprio mortale ego occupi all’interno dell’eterna creazione di DIO.

Il Deserto nella Regione di Konia – Attraversando l’altopiano dell’Anatolia Centrale (Turchia) durante il giorno 76 del mio pellegrinaggio

Il termine in inglese self-discovery si traduce in Italiano con “scoperta di se stessi“, e si può riferire ad una serie di esperienze nelle quali una persona cerca di determinare per conto proprio di come si sente interiormente riguardo a questioni spirituali. Ma questo viaggio interiore si può trasformare anche in un vero e proprio pellegrinare, in cui l’attraversare le terre circostanti spesso risulta meno faticoso del percorrere la via della propria anima. Questa ricerca interiore viene spesso associata alla meditazione orientale, ma è invece parte integrante di tutte le religioni. L’ebraismo, il cristianesimo e l’islam hanno in comune il patriarca Abramo al quale DIO preannunciò una discendenza numerosa così come le stelle del cielo e i granelli di sabbia del mare. Egli è quindi il primo credente nella narrazione della Genesi che lascia la sua terra d’origine per recarsi da straniero nel luogo che DIO promette di mostrargli. Il termine ebreo etimologicamente proviene dalla parola ivri, עברי e significa “attraversare” per cui con questo vocabolo si identifica “colui che passa”, “che erra” andando di paese in paese, e di nazione in nazione. Attraversare una terra significa essere pronti a sacrificarsi e a superare delle prove, consci che ogni tribolazione che entra nella propria vita si verifica esclusivamente per permettere una crescita. Coloro che vengono messi alla prova, saranno gli stessi che potranno rendere testimonianza a chi avrà il piacere di accoglierla, e questo racconto è stato scritto come testimonianza in merito agli eventi e le preziose lezioni che ho imparato nei miei centouno giorni di cammino verso Gerusalemme.

Il mio pellegrinaggio è stato motivato principalmente dalla fede, ma durante tutto il mio percorso ho mantenuto l’interesse, di voler accumulare quanta più esperienza possibile in materia di fede, dialogo interreligioso, solidarietà e progresso sociale. È stato tuttavia anche un modo per sciogliermi dai legami terreni che troppo spesso hanno condizionato i miei pensieri e i miei ragionamenti. Troppo spesso i progressi che facciamo durante le nostre vite vengono misurati esclusivamente con un metro materiale che ci fa dimenticare di quanto importante sia invece il riuscire a bilanciare la crescita di quello che possediamo al di fuori, e quella che invece avviene dentro di noi. A questo serve la scrittura, i libri, i racconti, i documentari, e tutte le altre forme di testimonianza possibili, a lasciare un messaggio positivo e propositivo nello spirito di coloro che abbracciano quella narrazione.


 

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Teologia = Direzione
Storia = Consigliera
Filosofia = Compagna
Cassino-Gerusalemme
94 giorni camminando


File gpx della mappa completa del pellegrinaggio

Total distance: 3516095 m
Max elevation: 1693 m
Min elevation: -10 m
Total climbing: 46961 m
Total descent: -46254 m
Average speed: 1.56 m/s
Total time: 08:36:43

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