Genere maschile
Script מֹשֶׁה (ebraico)
Dal nome ebraico מֹשֶׁה (Mosheh), che molto probabilmente deriva dall’egiziano “mes” che significa “figlio”, ma potrebbe anche significare “consegnare” in ebraico. Il significato suggerito nell’Antico Testamento quindi è di “tratto fuori” dall’ebraico משה “mashah” (Esodo 2:10). Il Mosè biblico infatti fu tratto fuori dal Nilo dalla figlia del faraone, e adottato nella famiglia reale al tempo in cui gli israeliti erano schiavi in Egitto.
Con suo fratello Aronne chiese al faraone di liberare gli israeliti, cosa che fu fatta solo dopo che DIO mandò le dieci piaghe sull’Egitto, che costrinsero il faraone a lasciar partire il popolo guidato da Mosè.
Dopo aver attraversato il Mar Rosso, sul Monte Sinai il profeta ricevette i Dieci Comandamenti. Per quarant’anni il popolo di DIO vagò nel deserto per poi raggiungere Canaan, la Terra Promessa. Mosè, come da promessa, morì poco prima di entrarvi.
Il nome Mosè nella Bibbia
Il nome Mosè è la versione latina del nome greco Μωσης (Mosè), che a sua volta è una traslitterazione del nome ebraico משה (Moshe), probabilmente di origine egiziana dato che Mosè fu chiamato dalla figlia del faraone d’Egitto.
Mosè è il patriarca dell’Antico Testamento più citato nel Nuovo Testamento, ma il suo nome greco è scritto in quattro modi diversi. Questo è curioso perché il mondo ai tempi del Nuovo Testamento era altamente alfabetizzato, e un nome importante come Mosè avrebbe certamente gravitato verso un’ortografia standardizzata. Questo naturalmente, a meno che il nome Mosè non volesse intendere cose diverse in diversi contesti.
Settantatre volte nel Nuovo Testamento il nome è scritto o come Μωσης (Mosè) o Μωσευς (Moseus), in tutti e quattro i Vangeli, Atti, le lettere paoline, Giuda e Apocalisse, quattro volte come Μωυσευς (Mouseus), in Atti 15: 1 e 15:5, 2 Timoteo 3:8 ed Ebrei 9:19, e tre volte come Μωυσης (Mouses), in Atti 6:14, 7:35 e 7:37. Complessivamente, il nome Mosè appare ottanta volte nel Nuovo Testamento.
Mosè era quindi un Levita, figlio di Amram e Iochebed; fratello di Aaronne e Maria. Visse 120 anni (Es 6:16,18,20; De 34:7; 1Cr 6:3; 23:13-15). È descritto come un uomo umile, bello agli occhi di Dio, fedele, l’unico con cui Dio trattò faccia e faccia (Nu 12:3; De 34:10; At 7:20; Eb 3:2-5). Fu un profeta e sacerdote (De 18:18; Sal 99:6; At 3:22; 7:37). Sopravvisse all’editto per cui i figli degli Israeliti dovevano essere uccisi, e fu adottato dalla figlia del faraone (Es 2:1-10; At 7:20-22; Eb 11:23). Dall’Egitto fuggì in Madian quando uccise un Egiziano, dove sposò Sefora ed ebbe due figli, Ghersom (= Gherson (1)) e Eliezer (2) (Es 2:11-22; 18:2-6; At 7:23-29; Eb 11:24-27). Ebbe anche una seconda moglie (forse dopo la morte di Sefora), una donna di Etiopia (Nu 12:1). Presso il pruno ardente fu chiamato da Dio a liberare Israele dalla schiavitù di Egitto (Es 3; At 7:30-34). Quando Mosè ritornò in Egitto, Dio mandò dieci piaghe prima che il faraone lasciasse partire gli Israeliti (Es 7-12; Gios 24:5; 1Sam 12:8; Sal 105:26-38; Mi 6:4; At 7:35-36; Eb 3:16; 11:28), e Mosè guidò la nazione attraverso il mar Rosso (Es 14; Sal 77:19-20; Is 63:11-12; At 7:36). Salì sul monte Sinai, e ricevette i dieci comandamenti e il nuovo patto da Dio (Es 19-20; Gios 8:32-35; 1Re 8:9; 2Re 21:8; 1Cr 22:13; 2Cr 33:8; 34:14; Ne 1:7; Mal 4:4; Gv 7:19-23; At 7:38; Eb 11:29). Per 40 anni Mosè guidò Israele mentre girava nel deserto e si ribellava contro Dio (Nu 14; Sal 106; At 7:36, 39-44). Mosè però rimase fedele, con un’eccezione, per cui non poté condurre Israele in Canaan (2) (Nu 20:1-13; De 3:24-27) e morì sul monte Nebo (1) quando Israele stava per attraverso il fiume Giordano (De 34). In seguito, il nome di Mosè fu sempre associato con l’Antico Testamento e soprattutto con la legge (Gios 8:31; 23:6; 1Re 2:3; 2Re 14:6; 23:25; 2Cr 23:18; Esd 3:2; 7:6; Ne 8:1; Dan 9:11-13; Mc 12:26; Lu 2:22; 16:29-31; 24:27,44; Gv 1:17,45; 5:45-46; At 13:39; 15:1,5,21; 21:21; 26:22; 28:23; 1Cor 9:9; 2Cor 3:15; Eb 10:28). Apparve con Elia (1) alla trasfigurazione di Gesù (Mt 17:3-4). Scrisse un salmo (Sal 90).
Nell’Islam
Mūsā ibn ʿImrān (arabo: موسی ابن عمران, lett. Mosè, figlio di Amram), è un importante profeta e messaggero di DIO (ALLAH) ed è l’individuo più frequentemente menzionato nel Corano, con il suo nome citato ben 136 volte. Anche la sua vita è narrata più di quella di qualsiasi altro profeta nel Testo Sacro dell’Islam.
Secondo il Corano, Musa nacque da una famiglia israelita. Nella sua infanzia, viene messo in una cesta che scorre verso il Nilo, e alla fine viene trovato dalla moglie del faraone (Fir’awn) Asiya, che fa del bambino un suo figlio adottivo. Dopo aver raggiunto l’età adulta, Musa risiede a Madian, prima di partire di nuovo per l’Egitto per minacciare il faraone. Durante la sua profezia, si dice che Musa abbia compiuto numerosi miracoli, e si dice anche che abbia parlato personalmente con DIO, il quale conferisce a Musa il titolo di “Portavoce di DIO” (Kalīm ALLAH). Il miracolo più famoso del profeta è quello di aver separato le acque del mare.