La Russia verso la depenalizzazione delle violenze domestiche
La Duma ha approvato in via definitiva un controverso progetto di legge, con cui la Russia depenalizza le violenze domestiche, che diventano così un illecito amministrativo. Per essere varata, la nuova legge, ha bisogno ora del via libera, scontato, del Consiglio della Federazione (il Senato) e della firma del presidente Vladimir Putin.
Il documento rende la violenza domestica – definita in modo specifico come percosse contro un parente – una responsabilità civile, con possibilità di essere considerata reato penale, solo se se chi l’ha commessa sia già stato condannato per lo stesso motivo, in caso contrario si va incontro solo a una multa.
La Corte Suprema aveva già depenalizzato le percosse che non infliggono danni fisici, ma aveva lasciato fuori le violenze contro i familiari, lasciando scontenti i parlamentari più conservatori, secondo i quali la nuova legge «renderà più forti le famiglie».
Il Segretario generale del del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, era intervenuto già durante l’iter legislativa alla Duma, scrivendo ai presidenti delle due Camere del Parlamento per esprimere la sua preoccupazione. A suo dire, l’adozione di una tale legge rappresenterebbe un evidente passo indietro. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, dal canto suo ha definito l’iniziativa di Jagland come una pressione inaccettabile e ha spiegato che, secondo i sondaggi, il 60% dei russi è a favore di una linea più morbida nei confronti dei maltrattamenti in famiglia, che non arrecano seri danni alla vittima.

Russian President Vladimir Putin speaks during a news conference after a meeting with his Moldovan counterpart Igor Dodon at the Kremlin in Moscow, Russia, January 17, 2017. REUTERS/Sergei Ilnitsky/Pool
Il disegno di legge ha suscitato forti critiche da parte dei difensori dei diritti umani. L’organizzazione Human Rights Watch ha invitato il Parlamento russo a respingere il documento, in quanto «pericoloso e incompatibile con gli obblighi internazionali della Russia sui diritti umani». Intanto, su Facebook è stata convocata per il 4 febbraio a Mosca una manifestazione contro l’iniziativa parlamentare e intitolata «Manifestazione per i valori della famiglia».
Le vittime della violenza domestica in Russia sono per lo più le donne: secondo statistiche del 2015, una donna su cinque ha subito violenze; solo il 12% di loro, però, si rivolge alla polizia. Secondo dati del 2013 pubblicati dal ministero dell’Interno russo, il 40% dei crimini violenti avvengono in casa e ogni anno sono 36.000 le donne che subiscono percosse dal marito. In 12.000 perdono la vita. Il 60-70% delle vittime non chiede aiuto; il 97% dei casi di violenza domestica non arriva in tribunale e più volte la stampa indipendente ha denunciato la mancanza di strumenti legali in grado di tutelare le donne.
L’iniziativa dovrà passare in Senato e poi essere sottoscritta dal presidente Vladimir Putin. La proposta di legge, proposta dalla deputata Yelena Mizulina, declassa i maltrattamenti familiari da reati penali a sanzioni amministrative
La Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha approvato in maniera definitiva, con 380 voti a favore e tre contrari, il disegno di legge che depenalizza la violenza domestica Prima di entrare a far parte del corpus legislativo l’iniziativa dovrà passare in Senato e poi essere sottoscritta dal presidente Vladimir Putin. La bozza di legge, proposta dalla senatrice Yelena Mizulina, declassa i maltrattamenti familiari da reati penali a reati amministrativi. Un cittadino coinvolto per la prima volta come colpevole in un reato legato alla violenza domestica non sarebbe più giudicato in base al codice penale, ma pagherebbe soltanto una multa di 500 dollari o farebbe servizio presso una comunità. Solo se il reato fosse invece reiterato, sarebbe presa in considerazione una pena detentiva.
Devi accedere per postare un commento.