Usa, Trump promette un “aumento storico”: 54 miliardi di dollari per le spese militari
WASHINGTON – Il presidente a un incontro con i governatori: “Questo budget rispetta la mia promessa agli americani”. Per il nuovo anno fiscale la proposta è tagliare la spesa in altri settori, compresi gli aiuti esteri. G.W. Bush prende le distanze: “Media indispensabili per democrazia” e ancora: “Politica migratoria sia accogliente”
Donald Trump ha annunciato “un aumento storico” delle spese per la difesa: 54 miliardi di dollari, pari al 9% in più, nel bilancio federale per il 2018. È quanto si legge nella bozza di budget che la Casa Bianca ha inviato alle agenzie federali. Per il nuovo anno fiscale, la proposta è quella di tagliare un pari importo alla spesa in altri settori, compreso quello degli aiuti esteri.
In occasione di un incontro con i governatori, Trump ha sottolineato che “questo bilancio rispetta le mie promesse di proteggere gli americani”. Perché gli Stati Uniti, secondo il presidente, “devono ricostruire le forze militari impoverite nel momento in cui ne abbiamo massimo bisogno”. E ancora, gli aumenti di spesa sono necessari per assicurare che le Forze armate possano evitare conflitti e vincere le guerre, dal momento che gli Usa “non ne vincono più”. “Non vinciamo mai – ha detto Trump -. Non combattiamo più per vincere”.
Secondo quanto precisa una fonte dell’Office of Management and Budget (Omb): “Il presidente ha chiesto al direttore Mulvaney di scrivere un bilancio per adempiere a tutte le promesse della campagna elettorale, aumentando il budget per la sicurezza e la difesa di 54 miliardi di dollari con una corrispondente riduzione delle spese che non riguardano la difesa”, inoltre “subiranno tagli la maggior parte dei dipartimenti federali, con l’eccezione delle agenzie di sicurezza”. E, ha aggiunto la fonte, “ci sarà una grande riduzione negli aiuti all’estero”.
All’incontro coi governatori Trump ha parlato anche di Obamacare: “Il taglio delle tasse sarà considerevole, sarà semplice e tutto il piano è meraviglioso ma non posso metterlo in pratica finché non mettiamo a posto l’assistenza sanitaria, perché dobbiamo sapere quanto costerà (…) L’Obamacare ha fallito, non è conveniente, non è più ‘affordable'”.
“L’Obamacare nel 2017 sarà un disastro e potrei dire ai governatori che vogliono fare qualcosa di buono dal punto di vista politico, di lasciare che lo sia, un disastro, così potremo incolpare i democratici e Obama. Lasciatelo implodere anche nel 2018, non fate nulla. Verranno a implorarci di agire. Ma non è la cosa giusta da fare per la gente. Politicamente sarebbe una grande soluzione, perché appena faremo un piccolo cambiamento diranno: ‘È un problema creato dai repubblicani’. Ma dobbiamo fare la costa giusta, perché l’Obamacare è un disastroso fallimento”.
A fronteggiare Trump, in un’intervista a Nbc, è invece George W. Bush. L’ex presidente si è detto a favore di una “politica per l’immigrazione accogliente e che sia allo stesso tempo rispettosa della legge”. Secondo Bush – che dopo l’11 settembre ha insistito nel dire che la risposta dell’America non era la guerra all’Islam – il ‘muslim ban’ rischia di compromettere uno dei capisaldi della libertà americana, ma anche la strategia anti-terrorismo: “Chi uccide innocenti non è religioso”.
Bush ha continuato a prendere le distanze da Trump chiedendo anche risposte sui possibili contatti tra la Russia e i collaboratori del presidente Trump. “Sono sicuro che vi sono domande a cui dare risposta”. Anche per quanto riguarda la guerra ai media, è schierato contro Trump, la “stampa libera è indispensabile alla democrazia”, ha detto citando Vladimir Putin come esempio di leader incapace di accettare una stampa indipendente.
Domani sera, intanto, Donald Trump, parlerà per la prima volta al Congresso in seduta comune. Cercherà ancora una volta di presentarsi come l’uomo dei fatti contro i politici di sole chiacchiere, presentando i primi risultati e gli obiettivi che raggiungerà. Si prenderà, probabilmente, il merito per l’ottimo andamento a Wall Street e per la decisione di aziende come Carrier e Intel di mantenere o creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti. Parlerà della sua riforma fiscale, in aiuto alle aziende, e di quella sanitaria. Non ci saranno, però, dettagli sui suoi piani.