Durante la liturgia Cristiana molte volte si utilizza il termine “osanna”, ed anche nella lingua parlata il più comune “osannare” viene usato senza conoscerne l’antica provenienza. La parola osanna (latino osanna, greco ὡσαννά, hōsanná) proviene dall’ebraico הושיעה-נא, הושיעה נא hôšîʿâ-nā e si riferisce all’originale aramaico ܐܘܿܫܲܥܢܵܐ (ʾōshaʿnā) che significa “salvare”, “salvaci” o anche può riferirsi ad un “salvatore”.
Nella Bibbia (Vecchio Testamento) è usata nel senso di “aiuto/aiutaci” o “salva/salvaci” (Salmi 118, 25), mentre nel Vangelo è usato più come grido di giubilo, e da qui proviene il significato Cristiano che indica in Osanna “un modo di onorare colui che è venuto per salvare”. L’interpretazione letterale sarebbe “Salva, ora!”, basata proprio sul Salmo 118, e questo significato è comune nelle altre lingue antiche: il latino “salus” e il greco “Σωτήρ” significano sia salute che salvezza, dell’anima e del corpo.
Viene usata anche con il significato di “aiuto, sollievo” o “dona (a noi) (la) salvezza”, e poteva essere gridato al passaggio del re per richiedere il suo aiuto (2Re 6, 26-27).
Il termine greco ὡσαννά è il saluto di reverenza e adorazione che, nel Nuovo Testamento le folle rivolgono a Gesù che entra a Gerusalemme: “Osanna! Benedetto colui che viene nel Nome del SIGNORE!” (Matteo 21, 9-15 ; Marco 11, 9-10 & Giovanni 12, 12-13).
[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”#4476a5″ class=”” size=”14″]Osanna può essere tradotto con: “Per favore salvaci”. Proviene dalla una parola greca “ὡσαννά” che la maggior parte degli studiosi ritengono sia la traslitterazione di due parole ebraiche – יָשַׁע- “yasha” che significa “salvare o liberare” e אָנּאָ – “anna” che significa “per favore, prego”. Altri studiosi credono che le sue radici ebraiche provengano da un diverso tempo del verbo “yasha” הוֹשַׁ֣ע che significa causare o portare alla salvezza. In questo tempo, l’osanna diventa un messaggio che chiede di portare o far arrivare la salvezza. [/perfectpullquote]
Uso liturgico oggi
In un contesto liturgico, si riferisce ad un grido che esprime un appello per ottenere l’aiuto Divino.
Nel Giudaismo
Nella liturgia ebraica, la parola è applicata specificamente al Servizio Hoshana, un ciclo di preghiere cantate ogni mattina durante la festa di Sukkot (Festa delle Capanne o dei Tabernacoli descritta in Levitico 23, 33-43). Osanna (הושענא) è quindi un’espressione usata molto di frequente durante Sukkot, e in questa occasione gli ebrei costruiscono delle capanne come rifugi temporanei e celebrano la festa con rami chiamati “lulav” e “etrog” da palme, salici, altri alberi frondosi e cedri.
Durante Sukkot vengono letti i Salmi di Lode (Hallel), che sono i Salmi 113-118, e “ulteriori preghiere sono incluse nel servizio chiedendo a DIO di salvarci (hoshana, da cui deriva la parola in italiano hosanna). Durante le preghiere di Hoshana, i fedeli marciano intorno al santuario della sinagoga tenendo in mano il lulav e l’etrog. Il settimo e ultimo giorno della festa è chiamato Hoshanah Rabba, la “Grande Hoshana” (הושענא רבא).
Nel Cristianesimo
“Osanna” era il grido di lode o di adorazione fatto in riconoscimento della messianicità di Gesù al suo ingresso trionfale a Gerusalemme, ed è usato allo stesso modo nella lode cristiana.
L'”Inno dell’Osanna” è un inno tradizionale della Chiesa cantato la Domenica delle Palme e la prima domenica di Avvento. È antifonale, cioè un canto di chiamata e risposta; tradizionalmente, è cantato tra i bambini e la congregazione degli adulti, anche se non è inusuale che sia fatto in altri modi, come tra coro e congregazione, o suonato tra cori di tromboni.
La Domenica delle Palme (talvolta chiamata Domenica della Passione) è il giorno in cui i cristiani celebrano l’entrata trionfale di Cristo a Gerusalemme. Nella Domenica delle Palme, possono sventolare rami in cielo, ed esclamare insieme “Osanna nell’alto dei cieli”. La Domenica delle Palme è il primo giorno della Settimana Santa che porta alla celebrazione della Pasqua. Molte chiese usano rami di palma come decorazioni, fanno sventolare rami di palma ai bambini e cantano lungo le navate. Alcune usano anche i rami di palma degli anni precedenti come cenere per il Mercoledì delle Ceneri, da mettere sulla fronte della congregazione.
Come usarla oggi
Ecco alcuni modi per usare questa parola dal fascino antico, ma che ancora oggi riesce a denotare l’amore che il popolo dei credenti ha per DIO:
- Possiamo usarla per pregare DIO e dar maggiore enfasi ad una frase durante le nostre preghiere: “Osanna mio DIO, ascolta la mia supplica! Si cantino inni di lode a DIO, che è nell’alto dei cieli. Osanna!”
- Possiamo usarla per lodare e benedire il Santo Nome di DIO: “Osanna il SIGNORE DIO e benedetto sia nell’alto dei Cieli. Grazie per tutta la Tua grazia e bontà concessa ai figli degli uomini, e che ogni salvezza, felicità e prosperità accompagni il popolo dei credenti”
- Possiamo usarla per invocare la salvezza di DIO: “Osanna SIGNORE DIO! Dona noi la Tua salvezza e la Tua pace. Possa il Messia, figlio di Davide dimostrare che tutta la gloria appartiene solo a DIO, Unico PADRE e CREATORE. Osanna!”