Il detto popolare riporta questo racconto: “Un giorno, il profeta Maometto, fu incitato dalla folla a compiere un miracolo, così promise che con l’aiuto di DIO avrebbe indotto una montagna a spostarsi e ad avvicinarsi a lui. Posto così ad una certa distanza dal monte si prostrò e cominciò a pregare, ma quando dopo un certo tempo fu evidente che la montagna non accennava a muoversi, il Profeta si alzò e s’incamminò verso il monte dicendo: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”.
Significato
Questo è un detto molto noto in Occidente: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna” e solitamente si riferito all’abilità di cambiare le sorti di un evento inaspettato in successo. Eppure in questo detto ci sono alcuni interrogativi interessanti, chi era Maometto? Di quale montagna si parla?
L’origine del proverbio non è nota, ma di certo non è un episodio che si trova nel Corano, né tantomeo nella tradizione islamica (nemmeno nella Sunnah e negli hadith), ma comunque si riferisce al “padre” dei musulmani. L’origine è prettamente occidentale visto che in oriente non si trova traccia di questo detto, e l’attestazione più antica risale al 1625 nei “Saggi di Francis Bacon” (in italiano Francesco Bacone, Londra, 22 gennaio 1561 – Londra, 9 aprile 1626). L’autore parla di “boldness”, ovvero di “sfrontatezza”: “Una persona sfrontata farà molte volte quello che fa il miracolo di Maometto.” Ovviamente questo è in linea con il pensiero anti-musulmano in occidente del tempo, e il profeta Mohammed (Maometto) viene preso come esempio di sfrontatezza. Ma chiaramente Bacon attinge solamente a leggende popolari del tempo, volendo screditare la religione opposta al suo cristianesimo: “Per le persone di grande giudizio, le persone sfrontate sono un divertimento da guardare; e anche per il popolo. L’audacia possiede sempre qualcosa di ridicolo. Se l’assurdità è oggetto di risate, senza dubbio la grande sfrontatezza possiede un lato assurdo”. E ancora: “Lo sfrontato ha cattive idee ma una buona pratica.”, eppure l’unica vera cattiva idea è quella di screditare gli altri per dare vigore alle proprie credenze. Nessuno conosce la Verità assoluta, tranne DIO, e quindi è un bene rispettare tutti, senza denigrare nessuno.
Se anche questa vicenda fosse avvenuta al profeta Mohammed, sicuramente potrebbe anche essere interpretata in modo differente dal pensiero di Bacon: Non si può pretendere sempre che ogni cosa ci venga incontro, a volte come credenti in DIO bisognerà anche saperci muovere “con le proprie gambe”. Quindi se un problema non si risolve da solo, bisogna affrontarlo e questa narrazione potrebbe quindi non sottolineare il “mancato miracolo” di Mohammed, ma la sua grande intelligenza nel dimostrare alla folla che non ci si deve aspettare miracoli da DIO, ma dobbiamo essere noi fedeli ad andare incontro alla nostra missione, non sempre domandare, ma agire per contro nostro andando incontro alle nostre difficoltà da “scalare” (la montagna metaforica del racconto).
Conclusioni
Un racconto o una storia che serve a screditare o ridicolizzare l’operato di qualcuno non divulga il bene, operando invece per accrescere il male. Anche il proprio nemico va rispettato e amato, perché dietro questo grande sforzo c’è una grande ricompensa.
In Matteo 5, 43-44 Gesù afferma: “Avete udito che è stato detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici. Pregate per quelli che vi trattano male.”
Sembra molto difficile riuscire ad amare anche coloro che non sono buoni con noi, eppure per il credente questo corrisponde a comportarci come degni figli di DIO, amare coloro che non ci amano ci avvicina alla santità e ci rende divulgatori di amore.
Se pensiamo a quella volta in cui qualcuno è stato gentile con noi anche se non ne conoscevamo il motivo, allora possiamo ricordare anche la felice sensazione che abbiamo provato. Probabilmente abbiamo avuto voglia anche noi di essere gentili con il prossimo, seguendo l’esempio che Gesù ci ha dato: rifiutato, ridicolizzato e crocifisso, ma sulla croce pregava ancora per i suoi nemici: “Padre, perdonali, perché non sanno ciò che fanno”. (Luca 23, 34). C’è anche un magnifico hadit che ci riporta un racconto della bontà incondizionata di Mohammed, e che ci fa molto riflettere su quanto appena detto: Il Profeta Muhammad ﷺ aveva un vicino di casa che ogni mattina gettava la sua spazzatura davanti alla porta di casa del Profeta. Era questo un modo per umiliarlo, dato che non credeva agli insegnamenti e la veridicità del suo Messaggio Divino. Il Profeta, senza fare polemiche, per moltissimo tempo ogni santo giorno la raccolse, gettandola nell’area di smaltimento insieme ai suoi rifiuti personali. Poi una mattina Mohammed ﷺ non vide la spazzatura nel suo gradino, ma non se ne preoccupò più di tanto, ma quando anche nei giorni successivi non vide la spazzatura, si preoccupò. Conosceva probabilmente la determinazione del suo vicino, e così decise di fargli visita pensando che per non uscire più di casa a buttare l’immondizia non stesse bene. Il vicino infatti era malato e stava a letto, e così Mohammed ﷺ si prese cura di quel vicino. Presto quell’uomo iniziò a seguire gli insegnamenti del profeta, riconoscendo la sua giustizia e grande compassione incondizionate.
Bibiografia
- Bacon, Francis (1625), capitolo 12, in Essays
- Gregory Y. Titelman (1996) Random House Dictionary of Popular Proverbs and Sayings, New York: Random House.