Apocalisse di Abramo

Abramo e i tre Angeli (Genesi 18)

L’Apocalisse di Abramo è un’opera apocrifa dell’Antico Testamento trascritta da un testo originale in lingua ebraica, considerato parte della letteratura apocalittica. Il Libro è sopravvissuto solo nelle antiche recensioni slave e non è considerato un testo canonico né dagli ebrei né dai cristiani, anche se in passato ha mantenuto un’importanza rilevante fino al primo secolo d.C. Il manoscritto si trova nella Tolkovaja Paleja un compendio medievale di vari testi dell’Antico Testamento e commenti che conservava anche la Scala di Giacobbe. La lingua originale di questo testo era l’ebraico per poi essere tradotta in slavo, e probabilmente prima in greco in una versione che ormai sarebbe andata perduta.

Contenuto

I primi otto capitoli del libro sono di natura introduttiva, si parla della vita di Abramo in giovane età, si racconta la sua conversione dal politeismo al monoteismo per poi continuare con la parte che riguarda l’apocalisse.

Il testo si apre con la descrizione di Abramo che aiuta il padre Terah, creatore di idoli. I dubbi di Abramo sul culto degli idoli vengono richiamati da avvenimenti che portano alla distruzione dell’immagine di pietra di Merumath e di altri cinque idoli, che il giovane avrebbe dovuto vendere. Egli si oppone così al culto del padre e suscitando l’ira di Terah. Abramo mette ulteriormente alla prova i poteri degli idoli ponendo una statua di legno di Barisat vicino al fuoco e dicendo all’idolo di prendersi cura del fuoco, ma al ritorno trova Barisat bruciata. Spiega ancora una volta con forza a suo padre l’inutilità di tali idoli, ma senza risultati. (Capitoli 1-6)
Il fuoco, l’acqua, la terra e i corpi celesti si dimostrano più degni degli idoli, anche se ognuno di questi elementi è soggetto ad un’altra forza, per cui nessuno di essi può pretendere di essere DIO. (Capitolo 7)
Abramo sta ancora considerando la risposta di suo padre quando sente una voce dal cielo che gli chiede di lasciare la casa paterna, così decide di allontanarsi ed andare per la sua strada, ovvero quella di seguire il DIO Unico. (Capitolo 8)

La sezione apocalittica inizia con il sacrificio di Abramo al SIGNORE, ampliando il racconto biblico di Genesi 15, 8-17:

La voce di DIO ordina ad Abramo di preparare un sacrificio sul Monte Oreb, dove in seguito riceverà una rivelazione profetica. Ad Abramo viene chiesto di prepararsi per quaranta giorni e l’angelo Yahoel viene inviato ad Abramo per guidarlo e insegnargli come compiere il sacrificio. Yahoel si presenta come un essere “il cui nome è simile a quello di DIO stesso”, seguito da una lunga introduzione dei suoi doveri. (Capitoli 9-11)
Sul monte Oreb, sotto la guida di Yahoel, e assistito da molti altri angeli, Abramo offre il suo sacrificio, ma non senza essere disturbato da Azazel, l’arcangelo caduto e tentatore dell’umanità. Azazel, sotto forma di uccello impuro, si abbatte sulle carcasse e, parlando con voce umana, cerca di persuadere Abramo a lasciare il luogo sacro. Abramo non viene sedotto e Yahoel combatte contro Azazel. Yahoel aggiunge poi che gli abiti celesti, originariamente destinati ad Azazel, ora appartengono ad Abramo. (Capitoli 11-14)

La terza parte dell’Apocalisse di Abramo narra l’ascensione di Abramo al cielo:

Abramo e Yahoel, portati da una colomba, salgono al cielo; vedono una grande luce e una grande folla che sembrano uomini che cambiano di aspetto, che si muovono, si prostrano e piangono ad alta voce, e un fuoco viene verso di loro. Si inginocchiano e adorano il fuoco e si sente una voce divina, come il suono delle acque impetuose. Yahoel insegna ad Abramo un inno di lode da cantare, con il quale chiedono al SIGNORE di accettare la loro preghiera. Quando raggiungono il settimo cielo, Abramo vede un classico esempio di Merkabah: il trono di DIO (ma non vede DIO), i quattro Esseri Viventi con aspetti dell’uomo, leone, bue e aquila, e le ruote a molti occhi. Yahoel ha il compito di mitigare la rivalità tra gli Esseri Viventi. (Capitoli 15-18)
Ad Abramo viene mostrato tutto ciò che esiste nei cieli: gli angeli, i corpi celesti, la terra e tutto quello che si muove in esso.

Egli vede anche il Leviatan e i suoi possedimenti nelle acque più profonde, i fiumi e la loro origine, e il Giardino dell’Eden. Si rende conto che è l’intera creazione così come è stata progettata da DIO. (Capitoli 19-22)
Vede la scena della Caduta: Adamo ed Eva come enormi figure che vengono ingannate da Azazel per farli mangiare il frutto proibito (che qui si dice essere un chicco d’uva della vite). Abramo chiede a DIO perché permetterebbe all’uomo di essere corrotto da Azazel, e DIO risponde che coloro che fanno il male hanno scelto di farlo, e sono stati così consegnati al potere di Azazel. (Capitolo 23)
Abramo viene istruito a guardare di nuovo la scena davanti a lui per vedere il giudizio dell’uomo, vedendo Caino e “Abele massacrato e la distruzione portata e causata su di lui a causa dell’uomo senza la Legge”. (Capitolo 24)
Abramo vede poi una scena di idolatria con giovani massacrati, e DIO spiega che è il suo Tempio e il suo sacerdozio pieno della sua rabbia contro il popolo uscito da Abramo. Segue una visione della distruzione del Tempio e si spiega ad Abramo che ciò è dovuto al peccato di idolatria da parte del suo seme, ma si prevede anche la venuta di uomini che si prenderanno cura del suo seme. (Capitoli 25-27)
Rispondendo a quanto dura il giudizio, DIO rivela una descrizione degli ultimi tempi: l’Età si dice divisa in dodici parti; un personaggio conosciuto semplicemente come “un uomo” apparirà dal lato pagano, venerato da molti pagani, ma anche da alcuni credenti, e da Azazel, e insultato e picchiato da altri ebrei; si verificheranno dieci pestilenze; e infine, al suono della tromba, il Prescelto (il Messia) sarà inviato a combattere i nemici, e il giudizio passerà sui pagani e sui malvagi. Il libro è chiuso da una breve promessa di liberazione del popolo eletto dall’oppressione. (Capitoli 28-32)


Testo

(Traduzione dal testo slavo)

PARTE I

APOCALISSE DI ABRAMO (Cap. 1-8)

Introduzione

Il Libro dell’Apocalisse di Abramo, il figlio di Terah, il figlio di Nahor, il figlio di Serug, il figlio di Roog, il figlio di Arphaxad, il figlio di Shem, il figlio di Noè, il figlio di Lamech, il figlio di Matusalemme, il figlio di Enoch, il figlio di Jared [o Arad].

Capitolo 1

La conversione di Abramo dall’idolatria

1 Il giorno in cui facevo custodia agli Dèi di mio padre1 Terah e agli Dèi di mio fratello Nahor, mentre cercavo [di scoprire] quale Dio fosse in verità [davvero più] forte, 2 io Abramo, nel momento in cui arrivò il mio destino, quando stavo completando i servizi2, del sacrificio di mio padre Terah ai suoi Dèi di legno, di pietra, d’oro, 3 d’argento, di rame e di ferro, dopo essere entrato nel loro tempio per il servizio divino, trovai un Dio chiamato Marumath3 [che era] scolpito nella pietra, che era caduto in avanti, ai piedi del Dio [in] ferro Nahon.
4 E avvenne che quando lo vidi, il mio cuore rimase perplesso, e pensai che io, Abrahamo, non potevo rimetterlo al suo posto da solo 5 perché era pesante, [essendo fatto] di una grande pietra. Così andai a dirlo a mio padre, 6 e così lui entrò con me, e quando entrambi lo sollevammo per rimetterlo al suo posto, la sua testa cadde, [proprio] mentre io lo afferravo per la testa. 7 E accadde che, quando mio padre vide che la testa del suo Dio Marumath era caduta, mi disse: “Abramo! 8 E io dissi: “Eccomi qui”, e lui mi disse: “Portami l’ascia e lo scalpello che sono in casa”. “E [così] io glieli portai 9, così egli tagliò un’altro Marumath da un’altra pietra, senza testa, e fracassò la testa che era caduta da Marumath e [tutto] il restante [del corpo della statua di] Marumath.4

Capitolo 2

1 Egli fece altri cinque Dèi e me li diede, ordinandomi di andarli a venderli 2 fuori, per le strade della città. Sellai il mulo di mio padre e li caricai su di esso 3 e andai fuori città per venderli. Ed ecco, i mercanti di Fandana5 in Siria arrivavano con i cammelli, diretti in Egitto6 per fare commercio.
4 Io [mi avvicinai e] feci loro una domanda e [mentre] loro mi stavano rispondendo, uno dei loro cammelli cominciò a bramire.
5 L’asino si spaventò e scappò via, liberandosi degli Dèi [che aveva in groppa], tre di loro si ruppero e due rimasero [intatti].
6 E così avvenne che quando i Siriani videro che avevo degli Dèi, mi dissero: “Perché non ci hai detto che avevi delle [statue] di Divinità? Le avremmo comprate noi 7 prima che l’asino sentisse il bramito del cammello, tu non avresti perso [i soldi] e [le statue] non si sarebbero rotte.
8 Dacci almeno gli Dèi che ti rimangono e noi ti offriremo il loro giusto prezzo”. Io considerai nel mio cuore [quella proposta], e loro mi pagarono [tanto quanto sarebbero costati] sia gli Dèi distrutti che quelli rimasti [intatti].
9 Dato che nel mio cuore ero preoccupato di come avrei portato [quella somma del] compenso a mio padre, 10 [decisi] così di gettare le tre statue rotte [degli Dèi] nell’acqua del fiume Gur, che era in quel luogo.
11 E così [gli Dèi] sprofondarono negli abissi del fiume Gur7 e di loro non rimase più nulla.

1 Abramo è rappresentato nel testo come se avesse seguito l’occupazione di suo padre, quella di un commerciante di idoli); cfr. Bereshith rabba su Gen 11, 28
2 I sacrifici del servizio religioso che il padre Terah compiva ed insegnava a suo figlio Abramo
3 L’idolo di pietra Merumath (in ebraico eben merûmǎ “pietra dell’inganno”) era l’oggetto principale del culto ai tempi di Abramo
4 In un’altra versione (probabilmente stilisticamente più corretta) si legge: “E tagliò la testa di un altro Dio di pietra e la fissò al Dio Merumath che era caduto prima, e la testa che cadde da lui e il resto dell’altro Dio si frantumò”
5 Fandana si riferisce molto probabilmente a Paddan-Aram (Gen 25, 20)
6 I mercanti erano abituati a fare quella rotta come attesta anche il versetto di Gen 37, 25
Secondo la tradizione orale Mishna ‘Abôdǎ zǎnǎ zǎnǎ 3, 3 era dovere degli ebrei distruggere un idolo affondandolo nelle acque del Mar Morto, da cui non avrebbe mai potuto essere tirato fuori

Capitolo 3

1 Quando ancora camminavo lungo la strada, il mio cuore era perplesso dentro di me, e la mia mente era distratta.
2 Dissi nel mio cuore: “Qual è l’iniquità dell’attività che opera mio padre?
3 Non è piuttosto lui che è un Dio per i suoi Dèi? Perché essi nascono dalla sua scultura, dalla sua progettazione, e dalla sua abilità [da scultore].
4 Non è piuttosto [più] opportuno che essi adorino mio padre, poiché sono il lavoro delle sue [mani]?
5 Cos’è questa rappresentazione di mio padre nelle sue opere?1
6 Ebbene, Marumath è caduto e non ha potuto rialzarsi nel suo santuario, né io stesso l’ho potuto sollevare finché non è venuto mio padre e l’abbiamo rialzato [insieme].
7 E anche così non ci riuscimmo [propriamentemin quanto] la sua testa cadde [a terra].
8 Ed egli [mio padre] lo mise su un’altra pietra di un altro Dio, che aveva fatto [precedentemente] senza testa.2
9 E gli altri cinque Dèi furono fatti a pezzi [cadendo] giù dall’asino, non potendo fare a meno [di rompersi]3, nè poterono far del male all’asino, perché4 li fracassò. E tantomeno i loro frammenti uscirono dal [profondo del] fiume.
10 E io riflettei nel mio cuore: “Se è così, come può Merumath, il Dio di mio padre, avendo la testa di un’altra pietra, ed essendo lui stesso fatto di un’altra pietra, salvare un uomo, o ascoltare la preghiera di un uomo e ricompensarlo?”.

Capitolo 4

1 E [mentre] meditavo in questo modo arrivai a casa di mio padre, abbeverai l’asino e gli diedi del fieno.
2 Poi tirai fuori l’argento e lo consegnai in mano a mio padre Terah.
3 Quando [egli] lo vide, si rallegrò [e] disse: “Benedetto sii tu Abramo, per il Dio dei miei Dèi, poiché mi hai portato il prezzo [per le statue] degli Dèi, affinché il mio lavoro non sia stato vano”.
4 E io gli risposi dicendogli: “Ascolta, oh padre mio Terah! Gli Dèi sono benedetti attraverso te, perché tu sei un Dio per loro, in quanto li hai fabbricati, perché la loro benedizione è perdizione [per noi] e la loro potenza è vana.
5 Non hanno aiutato se stessi, [quindi] come potranno allora aiutare te o benedire me? Io sono stato benevolo per te in questa trattativa, perché [usando] la mia intelligenza ti ho portato [anche] l’argento per [le statue degli] Dèi spezzati che si sono rotti”.
6 E quando eglim ascoltò le mie parole, si arrabbiò furiosamente con me, perché avevo pronunciato parole dure contro i suoi Dèi.

1 Questa parte è in alcuni testi assente, apparentemente potrebbe essere un’interpolazione successiva
2 Come nel libro Sapienza 13, 10 (“una pietra inutile, opera di una mano del passato”)
3 Come nel Libro della Sapienza 13, 16 (“sapendo che non è in grado di aiutare se stesso”)
La parola è ‘aph ki in ebraico potrebbe anche significare “infatti”, “anche se” o “che”

Capitolo 5

1 Io, tuttavia, dopo aver riflettuto sulla [causa della] collera di mio padre, uscii [di casa]. Ma dopo essere uscito, egli mi chiamò dicendo: “Abramo! E io risposi: “Eccomi”.
2 Così mi disse: “Prendi, raccogli i frammenti del legno dal quale ho creato gli Dèi dal legno di pino prima che tu arrivassi”, 3 e preparami il cibo per il pasto di mezzogiorno”.
4 E così avvenne che quando raccoglievo i frammenti di legno, trovai tra questi una piccola [statua di un] Dio 5 che giaceva tra le schegge di legno alla mia sinistra, e sulla sua fronte c’era scritto: Dio Barisat.1
6 Ma non informai mio padre che avevo trovato il Dio Barisat di legno sotto i trucioli [di legno].
7 E avvenne che, dopo aver messo le schegge nel fuoco, per poter preparare il cibo per mio padre, 8 andai fuori per fare una domanda in merito al cibo, mettendo Barisat davanti al fuoco acceso 9 dicendogli con fare intimidatorio: “Fai attenzione, Barisat, che il fuoco non si spenga finché non torno. [Ma] se il fuoco si dovesse [iniziare a] spegnere, soffiaci sopra in modo che si riaccenda”.
10 Ed uscii affinchè potessi realizzare quello che avevo in mente.2
11 Quando tornai, trovai Barisat caduto sulla schiena, e i suoi piedi circondati dal fuoco, che bruciavano ardentemente.
12 Scoppiai in una risata e dissi: “Davvero, oh Barisat, tu sai come accendere un fuoco e cucinare deel cibo”.
13 E avvenne che, mentre dicevo questo ridendo, vidi [che Barisat] veniva a poco a poco bruciato dal fuoco e ridotto in cenere.
14 Così portai il cibo a mio padre, e lui mangiò.
15 Gli diedi del vino e del latte,3 ed egli si rallegrò, benedicendo il suo Dio Merumath.
16 Così gli dissi: “Oh padre Terah, non benedire il tuo Dio Merumath, e non lodarlo, ma piuttosto lodare il tuo Dio Barisat 17 perché, amandoti [ancora] di più, si gettò nel fuoco per cucinare il tuo cibo”.
18 E mi disse: “E dov’è adesso? E io dissi: “È ridotto in cenere dalla ferocia del fuoco e ridotto in polvere”.
19 E egli disse: “Grande è il potere di Barisat! Ne farò un altro oggi, e domani mi cuocerà del cibo”.

Capitolo 6

1 Quando io, Abramo, sentii parole come queste da mio padre, mi misi a ridere nella mia mente, 2 sospirai nel dolore e nell’ira della mia anima, dicendo nel mio cuore: 3 “Come può allora ciò che è fabbricato da lui essere un aiuto per mio padre? 4 Come può egli aver assoggettato il [suo] corpo alla sua anima, la sua anima allo spirito, e lo spirito [poi] alla follia e all’ignoranza?
5 E io reflettei nel mio cuore: “È giusto sopportare il male solo se posso indirizzare la mia mente alla purezza, esponendo chiaramente i miei pensieri”.
6 [Così] ripresi dicendo: “Oh padre mio Terah, qualunque di queste [statue] tu lodi come Dio, sbagli nei tuoi ragionamenti”.
7 Ecco gli Dei di mio fratello Ora4, che stanno nel tempio santo, sono più degni d’onore del tuo. 8 Infatti anche Zucheus, il Dio di mio fratello Oron5, è più degno d’onore del tuo Dio Merumath, 9 perché è fatto d’oro, che è molto apprezzato dagli uomini, e quando invecchierà negli anni, potrà essere [fuso e] rimodellato. 10 Invece, se il tuo Dio Merumath è cambia [con il tempo] o si rompe, non potrà essere rigenerato, perché è un [pezzo di] pietra, 11 [e] questo avviene anche per il Dio Joavon6 che si erge con Zucheus sopra gli altri Dei. 12 Egli è anche più venerabile del Dio Barisat [poiché] è scolpito nel legno e forgiato nell’argento.
13 Anche lui può essere un termine di paragone, [perchè] il suo aspetto esteriore è di [gran] valore per l’uomo. 14 Ma Barisat, il tuo Dio, quando ancora non era scolpito, era radicato nella terra7 , essendo grande e meraviglioso, con rami e fiori, lodato.
15 Ma tu con la tua ascia l’hai fabbricato, e con la tua abilità è stato reso [un] Dio. 16 Ed ecco che la sua grandezza è già appassita e perisce, caduto dall’alto verso il basso, passato dalla grandezza alla piccolezza, e [il bell’] aspetto del suo apparire è svanito.
17 Ed egli stesso Barisat è bruciato dal fuoco, ridotto in cenere, così da scomparire. 18 E tu dici: “Ne fabbricherò un altro, e domani cuocerà il mio cibo per me”. 19 Ma egli è perito fino alla sua completa distruzione.

1 Barisat proveniente dalle lingue semitiche “bar ’ishtǎ” “figlio del fuoco”
The hebrew phrase is ǎsǎ esǎ, meaning “execute a plan” (Is 30, 1).
3 Wine was sometimes mixed not only with water but also with milk in Palestine; cf. Song of Songs 5, 1 (I have drunk my wine with my milk)
4 In some text the name is “Ora”. Originally in the Bible Nahor and Haran are the two brothers on Abraham according to the Book of Genesis (Gn 11, 27)
5 A different transcription of the namen Haran
6 The other idol’s name found in different translitteration are Joauv, Joavon or Ioav
7 Talking about when the piece of wood was growing as a tree

Capitolo 7

1 Ed ecco, il fuoco è più degno1 di lode di tutte le cose che si fabbricano, perché anche ciò che non si sottomette, [alla sua ferocia] si sottomette, e le cose facilmente deperibili vengono umiliate dalle sue fiamme.
2 Quindi ancora più degna di lode è l’acqua, perché vince sul fuoco e appaga la terra.
3 Ma anch’essa non la si può chiamare Dio, perché le acque si placano sotto la terra e [ad essa] vi sono soggette. 4 Ma neanche [la terra] potrò chiamerla Dea, perché è seccata dal sole [e] subordinata all’uomo per il suo lavoro.
5 [Così ragionando quindi il] più venerabile tra gli Dei, direi che è il Sole, perché con i suoi raggi illumina il mondo intero e le varie atmosfere.
6 [Ma] né metterò tra gli Dei colui che di notte e tra le nuvole viene oscurato il suo decorso.
7 Né chiamerò ancora una volta la luna o le stelle Dei, perché anche loro, nella loro stagione, la [loro] luce viene oscurata di notte.
8 [Allora] ascolta, Terah padre mio, io ricercherò per te te2 il Dio che ha creato tutto, non questi [idoli] che noi consideriamo come Dei.
9 Chi è dunque Colui, o cos’è? 10 Che ha fatto il cielo [che diventa color] magenta, e il sole [color] oro? 11 Che ha dato luce alla luna e con essa [anche] alle stelle? 12 Chi ha fatto emergere la terra in mezzo alle grosse acque, 13 chi ti ha posto tra le cose [del creato] e chi mi ha cercato [mentre ero] nella confusione dei miei pensieri?
14 ” Ebbene, possa DIO rivelarsi a noi per mezzo di Lui stesso!”

Capitolo 8

1 E avvenne, mentre pensavo a cose come queste riguardo a mio padre Terah nel cortile della mia casa, 2 [che] la voce dell’Onnipotente3 scese dal cielo in un turbine di fuoco, 3 dicendo e chiamando: “Abramo, Abramo!”, e io dissi: “Eccomi!”.
4 Ed Egli disse: “Tu cerchi di comprendere del tuo cuore il DIO degli Dei, il CREATORE.
5 Io sono Lui. Vai via da tuo padre Terah, ed esci dalla [sua] casa, affinché anche tu non sia ucciso nelle colpe della casa di tuo padre”.
6 Così io uscii, ma avvenne che prima che riuscissi a uscire, [quando ero] davanti all’ingresso del cortile, 7 che giunse il rumore di un grande tuono e questo bruciò lui e la sua casa. 8 Così tutto nella sua casa, [fu] ridotto in cenere, [circa] quaranta cubiti.4

1 Può essere anche tradotto con “venerabile”
2 Letteralmente “Indagherò (o esaminerò) com’è iniziata questa tua preoccupazione”
3
Dell’ebraico hǎ’el, “DIO” cfr. 4Esdra 9, 45
5
La storia del Midrash sull’incendio della casa di Terah si basa in realtà su un’interpretazione della narrazione biblica “Ur dei Caldei” (Gen 11, 31 ; 15, 7). Qui “Ur” è interpretato come “fuoco”, Abramo fu portato fuori dal “Ur” (“fuoco”) dal SIGNORE

PARTE II

APOCALISSE DI ABRAMO (Cap. 9-32)

Capitolo 9

Abramo riceve il Comando Divino di offrire il Sacrificio dopo quaranta giorni come preparazione alla Rivelazione Divina (Gen 15)

1 Poi una voce giunse a me proferendo [per] due volte: “Abramo! Abramo” e io dissi: “Eccomi! 2 Ed Egli [riprese] dicendo: “Ecco, non temere perché Io Sono con te, perché ero e sono prima [di tutti] i secoli, il DIO potente che ha creato la prima luce nel mondo”. Io sono uno scudo davanti di te e il tuo aiuto”.
3 “Va, prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione1, e portami un sacrificio puro. 4 E in questo sacrificio Io ti esporrò i secoli a venire, 5 e ti farò conoscere ciò che è [rimasto] nascosto, e vedrai grandi cose che finora non hai [mai] visto: 6 perché hai amato il ricercarmi, e Io ti ho chiamato mio amato2.
7 Ma asteniti da ogni forma di cibo che proviene dal fuoco, e dal bere vino3, 8 e dall’ungerti con olio per quaranta giorni4.
9 Poi, poni il sacrificio che ti ho comandato, in un luogo che ti mostrerò su un’alta montagna, 10 e lì ti mostrerò i tempi che sono stati creati e stabiliti dalla Mia parola, 11 e ti farò conoscere ciò che avverrà per coloro che hanno fatto del male e [su quelli che invece hanno perseguito] la giustizia tra le generazioni dell’umanità”.

Capitolo 10

Abramo va al Monte Horeb per 40 giorni per offrire il Sacrificio (capitoli 10-12)

1 E avvenne quando sentii la voce di Colui che mi disse queste parole, 2 e guardai di qua e di là, ma non trovai alcun alito di uomo.5
3 Così il mio spirito si spaventò e la mia anima sembrò allontanarsi da me, 4 perché caddi come una pietra, come un morto sulla terra, e non avevo più forze per restare in piedi.6
5 E mentre ero così, disteso con la faccia a terra, udii la voce del Santo che parlava, 6 “Va’ Jaoel7 , e per mezzo del mio ineffabile Nome solleva quell’uomo e fortificalo, affinché si riprenda dal suo tremito”.
7 E l’Angelo che Egli aveva mandato venne da me a somiglianza di un uomo e mi afferrò per la mano destra, mi mise in piedi e mi disse: 8 “Alzati Abramo, oh amico di DIO perchè Egli ti ama, non lasciare che il tremore dell’uomo ti prenda.
9 Perchè ecco! Io sono stato mandato da te per rafforzarti e benedirti nel nome di DIO, 10 il CREATORE delle cose celesti e quelle terrene che ti ama. Sii impavido e affrettati [verso di] Lui.
11 Sono stato chiamato Jaoel da Colui che dirige coloro che esistono con me nella settima distesa sopra i cieli8, 12 una potenza in virtù del Nome ineffabile che abita in me.
13 Io sono colui al quale è stato dato [potere] di reprimere, secondo il Suo comandamento, 14 [e] trattenere le minacce degli esseri viventi contro i cherubini.9
15 Per insegnare a coloro che Lo portano [nel loro cuore], il canto della settima ora della notte10 dell’uomo. 16 Mi è stato ordinato di trattenere il Leviatan, poiché ogni attacco e minaccia di ogni singolo rettile siano soggetti a me.11 17 Io sono colui che è stato incaricato di liberare l’Ade, e di distruggere colui che osserva i morti. 18 Io sono colui che è stato incaricato di dare fuoco alla casa di tuo padre insieme con lui, perché ha mostrato riverenza per gli [idoli] morti. 19 Io sono stato mandato oggi a benedirti, e [a guidarti] nella terra che l’Eterno, che tu hai invocato, ha preparato per te 20 e per il tuo bene, recandomi sulla terra.
21 Alzati Abramo! Va’ senza paura, rallegrati e gioisci, perché io sono con te. Perché l’ETERNO ti ha preparato un onore che durerà per sempre.
22 Va’, compi il sacrificio comandato, perchè ecco! Io sono stato incaricato di stare con te 23, con le generazioni che nasceranno da te e con me Michele ti benedirà per sempre. Sii di buon animo e va’!

1 Riferimenti Gen 15, 9
2 Può anche essere tradotto con “amico mio”, riferendosi a un “amato” come Abramo, eletto di DIO (“amato da DIO”, cfr. 2Cr 20, 7 ; Is 41, 8 & Giacomo 2, 23) qualcuno che riceve una rivelazione speciale.
3 Questi passaggi sembrano confermare che anche Abramo fece il voto nazireato
4 L’unzione con l’olio era un segno di gioia usato in connessione con la festività (cfr. Eccles. 9, 8; Sal 23, 5 e Amos 6, 6), e escluso nel lutto come segno di dolore (cfr. 2 Sam. 14, 2 e Dan. 10, 3).
5 L'”alito” come vocabolo semitico viene usato anche in riferimento all'”Anima”, o meglio lo “Spirito”. DIO viene percepito nel Vecchio Testamento come un “alito” (un “respiro”) o un “vento”, traduzione della parola ebraica “ruach”(e inteso in ambito cristiano con lo Spirito Santo). Questo alito corrisponde alla “sostanza” di DIO che penetra nell’essere vivente come attraverso un respiro, un vento, o una forza vitale che genera e sostiene l’esistenza di tutti gli esseri umani (Genesi 1, 2 ; Numeri 27, 16 ; Giobbe 33, 4 e altri)
6 Come in Ezechiele 1, 28 ; Daniele 8, 17 & 10, 8
7 Il nome dell’angelo Joel (Jaoel) è scritto in modo diverso nei vari testi (così come nella versione slava del Libro di Adamo). Questo nome traslittera l’ebraico Yahoel, rappresentato come un essere posseduto dal potere del Nome ineffabile, funzione assegnata negli scritti rabbinici a Metatron, “il cui nome è simile a quello di DIO stesso” (T.B. Sanh. 38b). Il nome Yahoel (Jaoel) è evidentemente un sostituto del nome ineffabile YAHWEH, la cui scrittura era proibita per intero
8 La parola ebraica per il cielo “shamayim” è sempre e solo scritta in plurale. La comprensione dei sette cieli non deve essere considerata letterale ma allegorica, come in una descrizione di come DIO interagisce con la sua creazione. Il testo mistico ebraico, lo Zohar, afferma che ci sono 390 cieli e 70.000 mondi
9 “Le creature viventi dei Cherubini” sono i “santi hayyoth” di Ezechiele al Capitolo 1, che sono espressamente identificati con i Cherubini [celesti] in Ezechiele 10, 20. Sono quattro in numero, ognuno con quattro volti, e sono i portatori del trono divino.
10 Secondo T.B. Abôdǎ zǎrǎ 3b, “DIO siede [di notte] e ascolta il canto degli esseri viventi [hayyoth], come afferma il Salmo 42, 8: Di giorno il SIGNORE comanda la Sua amorevole bontà [cioè giudica e sostiene il mondo, e si occupa dello studio della Legge], e nella notte il Suo canto è con me”. In T.B. Hag. 12b si dice che le compagnie di angeli ministri del quinto cielo “pronunciano il Suo canto nella notte e si prestano di giorno per la gloria di Israele”. Nel Pirke de R. Eliezer 4 Michele è rappresentato come il capo della prima delle quattro bande di angeli custodi che pronunciano la lode davanti al Santo; cfr. anche Mekilta all’Es. 15, 1; e nel Nuovo Testamento Luca 2, 13 (il canto angelico della notte).
11 Michele è rappresentato nella letteratura cabalistica come il principe-angelo che si pone sopra l’elemento dell’acqua (cfr. Lueken, Michele, p. 54); questa concezione è probabilmente antica, perché su di essa poggia la storia aggadica che quando Salomone sposò la figlia del faraone, Michele guidò nel letto del mare un bastone, intorno al quale si raccolse della melma, e sul quale alla fine fu costruita Roma (l’Impero che distrusse il Secondo Tempio di Gerusalemme) (Midrash rabba al can. 1, 6, in nome di R. Levi, fine del III secolo d.C.). Michele è anche il principe della neve, che appartiene all’elemento acqua (Deut. rabba 5, 12). Il Leviatan come il mostro marino per eccellenza sarebbe soggetto a lui, con tutti i rettili, anche se il compito di uccidere il mostro è assegnato, dalla leggenda ebraica, a Gabriele; ma Michele e Gabriele sono spesso confusi in queste connessioni. La rappresentazione è qui parallela, in un certo senso, a quella che raffigura Michele come nemico e conquistatore di Satana (cfr. Ap 12, 7)

Capitolo 11

1 E mi alzai e vidi colui che mi aveva afferrato per la mano destra e mi aveva rialzato in piedi, 2 e l’aspetto del suo corpo era come lo zaffiro, l’aspetto del suo volto come la crisolite, 3 i capelli della sua testa come la neve, il turbante sul suo capo come l’aspetto dell’arcobaleno, 4 il suo abbigliamento come di [color] viola, e uno scettro d’oro era nella sua mano destra.
5 E mi disse: “Abramo! E io dissi: “Eccomi, il tuo servo è qui”.
6 Ed egli disse: “Non lasciate che il mio aspetto ti spaventi, né che il mio parlare ti turbi l’anima”.
7 Vieni con me, e io sarò con te, visibile, fino al sacrificio, 8 ma dopo il sacrificio [resterò per] sempre invisibile.
9 Sii di buon animo e seguimi”.

Capitolo 12

1 E andammo, noi due insieme, per quaranta giorni e [quaranta] notti1, 2 ed io non mangiai nè pane e nè bevvi acqua2, perché il mio cibo e la mia bevanda erano vedere l’angelo che era con me, e ascoltare i suoi discorsi.
3 E arrivammo al Monte di DIO, il Monte Oreb, 4 e [così] dissi all’Angelo: “Cantatore dell’Eterno, io non ho con me alcun sacrificio3, 5 né sono consapevole [dove sia] il posto di questo altare sulla montagna, come potrei [quindi] portare un sacrificio?
6 Ed egli mi disse: “Guardati intorno”. E quando mi guardai intorno 7 ci seguivano tutti gli animali prescritti, la giovenca, la capra, l’ariete, la tortora e il piccione.
8 E l’angelo mi disse: “Abramo!” E io risposi: “Eccomi, sono qui”.
9 Ed egli mi disse: “Sacrifica tutti questi animali, [tagliali] esattamente a metà”. Ma non tagliate gli uccelli a metà”.
10 E consegna questi [sacrifici] agli uomini che io ti mostrerò, stando accanto a te, in quanto essi sono all’altare sopra la montagna 11 per offrire il sacrificio all’Eterno, ma la tortora e il piccione dalli a me, 12 perché io salirò sulle ali d’uccello4, perché tu possa vedere dai cieli sulla terra, 13 nel mare, nell’abisso [dei mari], negli inferi, nel giardino dell’Eden, nei suoi fiumi, 14 e nella pienezza del mondo intero e nel suo cerchio [interno]. Tu li scruterai tutti insieme”.

1 Come in 1Re 19, 8
2 Giovanni 4, 31-34. Elia mangiò e bevve prima di iniziare il suo viaggio verso l’Oreb, e “nella forza datagli da quella carne, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Horeb.” (1 Re 19, 8)
3 Come in Gen. 22, 7
4 L’ascensione al cielo si compie sulle ali di una colomba (cfr. Sal 55, 6-7: “Oh, che io avessi le ali come una colomba”). Un animale bianco e pacifico, puro nel simbolismo, la colomba spesso viene utilizzata per rappresentare Israele e associata anche allo Spirito Santo (Mt 3, 16)

Capitolo 13

Abramo compie il Sacrificio e rifiuta di essere distolto dal suo Scopo da Azazel
(Capitoli 13-14)

1 E feci tutto secondo il comando dell’angelo 2 e diedi agli [altri] angeli che erano venuti a noi gli animali divisi, 3 ma gli uccelli li diedi all’angelo Jaoel.
4 E aspettai fino al sacrificio della sera. 5 Ed ecco che un uccello impuro volò verso terra sulle carcasse1, e io lo scacciai via.
6 Ebbene l’uccello impuro mi parlò e disse: 7 “Abramo, che fai su queste Sante alture, 8 dove nessuno mangia nè beve, né vi è su di loro cibo per l’uomo2, 9 ma dove gli esseri celesti consumano tutto con il fuoco, e [così] bruceranno [anche te].
10 Abbandona l’uomo che è con te e fuggi, 11 perché se salirai su queste alture per te sarà la fine”.
11 E quando vidi l’uccello parlare dissi all’angelo: “Che cos’è questo, mio signore? E lui rispose: “Questa è il maligno, questo è Azazel”.3
13 E gli disse: “Vergogna su di te, Azazel! Poiché la sorte di Abramo è in cielo, ma la tua è sulla terra.4
14 Perché tu hai scelto e amato questo luogo come dimora per la tua impurità.
15 Perciò l’ETRENO, il SIGNORE Onnipotente ti ha fatto essere un abitante sulla terra.
17 Poiché DIO, l’ETERNO lìOnnipotente, non ha permesso che i corpi dei giusti fossero nelle tue mani, 18 affinché così la vita del giusto e la distruzione degli impuri possano essere garantite.5
19 Ascolta amico mio, vattene con vergogna da me. 20 Poiché non ti è stato dato di fare il tentatore nei confronti di tutti i giusti.
21 Allontanati da quest’uomo! Non puoi condurlo alla perdizione. 22 Egli è un nemico per te, e per coloro che ti seguono e amano ciò che tu desideri.
23 Poiché, ecco, la veste che in cielo era un tempo tua è stata messa da parte per lui6, 24 e la mortalità che era sua è stata trasferita a te”. 

Capitolo 14

1 E l’angelo mi disse: “Sappi d’ora in poi che l’ETERNO ti ha scelto.
2 Dimostrati coraggioso e usa questa autorità per [fare] quanto ti dico, contro colui che calunnia la verità”.
3 Non potrei forse io umiliare colui che ha sparso sulla terra i segreti del cielo7, 4 e che si è ribellato all’Onnipotente8? Digli: “Diventa il carbone che arde nella fornace della terra!”.
5 Va’ Azazel, nelle parti inaccessibili della terra9, perché la tua eredità è quella di essere al di sopra [solo] di coloro che sono con te, 6 quelli nati con le stelle e le nuvole, con gli uomini che fanno parte [del male]10 7 e anche con quelli che esistono per [servire] il tuo essere, la giustificazione non sarà a voi concessa. 8 Ora [quindi] allontanati da me a causa della tua perdizione!
9 E io pronunciai le parole che l’angelo mi aveva insegnato, così l’angelo mi disse: 10 “Non rispondergli, in quanto DIO gli ha dato potere [solo] su coloro che gli rispondono”.
11 E l’angelo mi parlò di nuovo dicendo: “Per quanto [continui] a parlarti, non rispondergli, 12 perché non abbia libero accesso al tuo [animo], in quanto l’ETERNO gli ha dato la forza e il potere in tale aspetto”.
13 E io feci ciò che mi era stato comandato dall’angelo 14 e non importava quanto mi parlasse, io non gli risposi nulla.

1 Come in Genesi 15, 11
2
Seguendo il dominio della sfera spirituale, dove non si mangia e non si beve quasi ad emulare tutti gli spiriti celesti che sono incorporei, e quindi non hanno bisogno di mangiare e bere per nutrirsi
3
Azazel è l’arcangelo decaduto, il seduttore dell’umanità, che qui (come nel Libro di Enoch) ricopre il ruolo di Satana. Egli è essenzialmente lo spirito dell’impurità, e in questo personaggio, è raffigurato nel nostro testo come disceso sotto forma di uccello impuro
4
Anche in questo caso Azazel è chiaramente rappresentato come l’arcangelo decaduto, Satana che è stato espulso dal cielo da DIO. Secondo 2Enoc 29, 5 il dominio di Satana, dopo la sua espulsione, era l’aria (cfr. Ef 2, 2), ma qui Azazel è un “abitante della terra” dove controlla i poteri malvagi (cfr. Giovanni 12, 31 “principe di questo mondo”, Matteo 4, 8). Nei Testamenti dei Dodici Patriarchi (cfr. anche Asc. Is.) Beliar è l’arcidemone, il capo degli spiriti maligni e la fonte dell’impurità e della menzogna. Invece Azazel, come tutti gli esseri celesti, può volare nell’aria (Gen. rabba 19) e assumere qualsiasi forma, in questo caso cerca di tentare Abramo assumendo le sembianze di uccello
5
Secondo T.B. Baba bathra, 17a l'”impulso malvagio” (yeser hǎ-ra’) non aveva alcun potere sui tre patriarchi giusti (tzadik): Abramo, Isacco e Giacobbe
6 Gli “abiti celestiali” è lo stesso concetto che si trova nell’Ascenzione di Isaia: “che sono conservati in alto nel settimo cielo” (Asc. Is. 4, 16) e si riferisconi ai corpi spirituali in cui i giusti saranno rivestiti in cielo (cfr. 1Enoc 62, 15 “vesti di gloria”, “vesti di vita”; 2Enoc 22, 8 dove a Michele è stato ordinato da DIO di “togliere ad Enoc la sua veste terrena […] e vestirlo con la veste della Mia Gloria”). Nell’Ascensione di Isaia il profeta non può ascendere al più alto dei cieli fino a che la sua “veste” non gli sia stata portata (Asc. Is. 9, 1-2) e in quel luogo egli vede le corone e le vesti che sono state riservate ai giusti (ibid. 9, 13 ss.); cfr. anche Asc. Is. 8, 14 ; Apocalisse 3, 4 ; 6, 11 ; 7, 9 ; 2Cor. 5, 3
7 L’angelo caduto Azazel (1 Enoch 8, 1) è raffigurato come l’aver portato la rovina morale sulla terra insegnando agli uomini l’uso della magia, dell’astrologia e della scienza (quella distruttiva come nel caso di chi produce armi belliche). Esiste uno stretto parallelismo anche con 1Enoc 9, 6: “Guardate cosa ha fatto Azazel, come ha insegnato tutte le ingiustizie sulla terra e ha rivelato le cose segrete del mondo che sono state fatte nei cieli”
8 Probabilmente si riferisce alla LXX ò ìozuqóç (in ebraico hǎ ‘el) come il termine in ebraico ‘abâr, “Potente” (di Giacobbe) Gen 49, 24 (LXX, ò 6uváotyç), Is 49, 26 (LXX, íoznç)
9 Quelle parti della terra gli sono riservate fino al giorno del giudizio finale. In 1Enoch 10, 4 Azazel è condannato ad essere legato e collocato nel Dudâêl, il deserto, e lì ad essere imprigionato nelle tenebre fino al giorno del giudizio finale
10 I malvagi sono la “parte” ereditata da Azazel, cioè gli sono stati predestinati fin da principio come in Sapienza di Salomone 2, 24 (“per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo, e quelli che sono la sua parte ne fanno prova”), Ap. Bar. 42, 7 (“perché la corruzione prenderà quelli che le appartengono, e la vita quelli che le appartengono”); 1Enoch 41, 8. Per quanto riguarda la locuzione: “nascere con le stelle e le nuvole” sono coloro che per nascita e creazione appartengono alla sfera della notte e delle tenebre, in contrapposizione ai giusti, che appartengono al regno della luce.

Capitolo 15

Abramo e l’Angelo ascensione al cielo
(Capitoli 15-16)

1 E avvenne che quando il sole tramontò, ecco che c’era del fumo come [se fossimo] una fornace1, 2 e gli angeli che avevano le [diverse] porzioni del sacrificio ascendevano dalla sommità della fornace fumante.
3 Così l’angelo mi prese con la sua mano destra e mi mise sull’ala destra del piccione, 4 mentre lui si pose sull’ala sinistra della tortora, nessuno dei quali era stato macellato, 5 e [così] mi condusse [fino] ai confini del fuoco ardente, facendoci trasportare dai molti venti che soffiavano sopra il firmamento fino [nell’alto] dei cieli.
6 E vidi in aria, sulle alture dalle quali ascendemmo, una luce forte, impossibile da descrivere, 7 e dentro la luce un fuoco ardente di persone, molte persone, di aspetto maschile, tutte in costante mutamento di aspetto e di forma 8 che correvano e si trasformavano, che adoravano e piangevano con un suono di parole che non riuscivo a distinguere.

Capitolo 16

1 E io dissi all’angelo: “Perché mi hai portato quassù, e perché i miei occhi non riescono più a vedere distintamente? 2 Perché mi sto indebolendo e il mio spirito [sembra] si stia allontanando da me? 3 Ed egli mi disse: “Rimani vicino a me e non temere, perché Colui che non puoi vedere viene verso di noi con una grande voce di santità3. 4 È l’ETERNO che ti ama, ma tu in persona non puoi vederlo.
5 Ebbene non dovrai permettere che il tuo spirito venga meno a causa dei cori di coloro che gridano, 6 perché io sono con te per darti forza”.

1 Come in Gn 15, 17
2 L’uomo mortale, consapevole della sua debolezza, è accecato dalla luce celeste
3 DIO stesso è invisibile perché è semplicemente ovunque e in ogni cosa

Capitolo 17

Il Cantico Celestiale di Abramo e la preghiera per l’Illuminazione

1 E mentre egli parlava in questo modo, ecco un fuoco1 ci circondò, 2 ed una voce [si sentì] dal fuoco, come di un fragore di grandi acque, come il suono del mare in un violento moto.2
3 E io sentii [il dovere] di gettarmi [faccia a terra] in adorazione, e vidi che [anche] l’angelo che era con me chinò il capo3 e [iniziò] ad adorare.
4 Ma la superficie dell’alto luogo dove mi sembrava di avere i miei piedi, cambiava costantemente la sua inclinazione, fluttuando come le grandi onde sulla superficie del mare.
5 E l’angelo disse: “Adora, Abramo, e recita il canto che ora ti insegnerò.
6 Non smettere mai di cantarlo, canta senza sosta, in un unico continuo esercizio, dall’inizio alla fine”.
7 E il canto che mi insegnò a cantare aveva parole conformi a al reame in cui ci trovavamo, 8 poiché ogni reame del cielo ha il suo canto di lode, e solo coloro che vi abitano sanno in che modo pronunciarlo, 9 e coloro che sono sulla terra non possono saperlo o pronunciarlo se non sono stati istruiti dai messaggeri del cielo.
10 E le parole di quel canto avevano questa rilevanza e questo significato:

11 “ETERNO Potente, Santo El, DIO solo [Tu] Supremo4
12 Tu che sei l’Autogenerato, Colui che non ha inizio [ne fine], il solo Incorruttibile,
13 Senza macchia, non creato, Immacolato, Immortale, Completo in Se stesso, Fonte di Luce propria,
14 Il senza padre, senza madre, non nato,
15 esaltato, Colui che è incandescente! Amante del genere umano, Benevolo, Generoso,
16 Geloso di me, e il Compassionevole5, Eli, Mio DIO,
17 ETERNO, Jehovah Sabaoth6, grandemente Glorioso El7, El, El, El, Jah El!
18 Tu sei Colui che la mia anima ha amato!
19 ETERNO Protettore, splendente come il fuoco, la cui voce è come il tuono, il cui sguardo è come il fulmine8,
20 Tu sei l’Onniveggente, che riceve le preghiere di tutti, come anche l’onore verso di Te,
21 e respingi le richieste di coloro che ti mettono in dubbio con le loro provocazioni.
22 Che dissolve le contestazioni del mondo
23 che nascono dall’empio e dal giusto mescolati nella confusione dell’era corruttibile,
24 e rinnovi l’era dei giusti.
25 Splendi Oh SIGNORE, splendi come la luce, come quella luce di cui Ti sei rivestito il primo giorno della Creazione, 26 brilla come la Luce del Mattino sulle Tue creature
27 e fa’ che venga il Giorno sopra la Terra,
28 perché in queste dimore celestiali non c’è bisogno di altra luce
29 dell’indicibile splendore della Luce del Tuo Volto.
30 Oh rispondi alla mia preghiera, oh sii grandemente lieto in essa,
31 Oh accetta il mio sacrificio che Tu hai preparato per me per offrirti.
32 Accettami favorevolmente, e mostrami, insegnami, tutto ciò che Tu [mi] hai promesso!

Capitolo 18

La visione di Abramo del Trono Divino

1 E mentre stavo ancora recitando il cantico, la bocca di fuoco che era sulla superficie [di quell’alto luogo] si levò in alto.
2 E udii una voce come il fragore del mare, che non si placava nonostante la ricca abbondanza di fuoco.
3 E mentre il fuoco si sollevava, salendo in alto, vidi sotto quella fiamma un Trono di Fuoco9, 4 e intorno ad esso [come] la vigilanza di molti occhi onniveggenti, recitando il canto, 5 e sotto il trono quattro Viventi Creature infuocate che cantavano, e il loro aspetto era uguale, ognuno aveva quattro facce.
6 E tale era l’aspetto del loro volto, ognuno aveva una faccia di leone, una di uomo, una di bue e una di un’aquila, 7 e a causa delle quattro facce sui loro corpi, avevano sedici facce [in totale], e ciascuna [creatura] aveva tre paia di ali, dalle spalle, dai fianchi e dai lombi.
8 Con le ali [che uscivano] dalle spalle si coprivano la faccia e con le ali dai lombi si coprivano i piedi, 9 mentre le due ali centrali erano distese per volare in avanti.10
10 E avvenne che, terminato il loro canto, si guardarono l’un l’altro minacciandosi l’un l’altro.11
11 E avvenne che quando l’angelo che era con me vide che si stavano minacciando l’un l’altro, 12 mi lasciò e si avvicinò rapidamente a loro, ed [essi] voltarono il volto distogliendosi dal volto [dell’altra creature] che gli stava immediatamente di fronte, 13 affinché non si guardassero l’un l’altro.
14 E cominciò a insegnare loro il cantico della pace che ha la sua origine dall’ETERNO.
15 E mentre rimasi solo guardai, e vidi dietro ai Viventi un carro con le ruote infuocate, 16 ogni ruota piena di occhi [tutti] intorno, e sopra di esse c’era il trono che avevo visto, 17 e che era coperto di fuoco, e il fuoco lo circondava intorno. 18 Ed ecco! Un fuoco indescrivibile conteneva una potente figura infuocata, e udii la Sua Santa voce, come [se fosse] la voce di un uomo.12

1 La Divina Presenza è rivelata dall’elemento del fuoco (Es 3, 2 ; Dt 4, 36 ; Sal 78, 14) e DIO stesso parla come in “un fuoco che consuma” (Dt 4, 24 ; 9, 3). Il carro di fuoco che trasporta la Divina Presenza è come in Ezechiele 1, 4 (“una grande nuvola con un fuoco che si diffonde”)
2 Apocalisse 1, 15 (Dan. 10, 6). Questo aspetto fa parte delle caratteristiche soprannaturali degli eventi apocalittici. La luce celeste è di una brillantezza abbagliante, la voce Divina è come un tuono (cfr. 2 Enoch 34, 7: “come un grande tuono con l’agitazione continua delle nuvole”), e anche come Is 17, 12
3 Come insegna la tradizione ortodossa (e ancora oggi seguita dai musulmani in preghiera) l’onore divino conferito unicamente a DIO e a nessun altro, nella sua forma più alta per mezzo della prosternazione (la faccia a terra come molte traduzioni Bibliche riportano)
4 Le prime righe dell’inno medievale ebraico: “Adon’ ôlǎm” “SIGNORE del mondo che regna da solo, mentre la creazione era ancora informe”, e per “auto-originato” la frase “senza inizio” (belî re’shîth) si applica a DIO nello stesso contesto. Il nome divino Shaddai era tradizionalmente spiegato come “Colui che basta a se stesso” (she-dai hu lô)
5 Questo attributo divino spiegato nel Dt 5, 10 si riferisce all'”amante degli uomini”, il “compassionevole”, e contiene un breve riassunto degli attributi divini basati sull’Es. 34, 6-7, un passo molto usato nella letteratura biblica (Sapienza 15, 1). Questi attributi sono prevedibili soprattutto nel Tetragramma, che connota più particolarmente gli elementi di misericordia e compassione, mentre “Elohâm” denota il potere moltiplicato (essere Onnipotente), ed è associato all’idea di giustizia e di legge perenne; “El” fa parte di “Elohâm” e denota semplicemente la potenza
6 L’uso di Sabaoth (a volte traslitterato come Zebaiot) da solo come denominazione di DIO non è usuale, ma non esente di esempi; cfr. Es. rabba 3, 6 [in risposta alla domanda di Mosè, Qual è il suo nome? Es. 3, 13]: “Il Santo, sia benedetto, disse: Cerchi di conoscere il Mio Nome? Io sono chiamato secondo le mie azioni. Sono chiamato in vari momenti con i nomi ‘El Shaddai, Sabaoth, Elohim, Jahveh. Quando giudico le creature mi chiamo Elohim, e quando faccio la guerra contro i malvagi vengo chiamato Sabaoth, e quando sospendo (la punizione) dei peccati dell’uomo vengo chiamato El Shaddai, e quando compatisco il mio mondo vengo chiamato Jahveh, perché Jahveh non significa altro che l’attributo della compassione, come si dice (E x. 34, 6 ) “Jahveh, Jahveh un DIO pieno di compassione”
7 El è un Nome usato in sostituzione del Tetragramma, per non menzionare le quattro lettere sacre
8 Come la descrizione in Dan. 10, 6 (“e il suo volto come l’apparire di un fulmine e i suoi occhi come lampade di fuoco”) e Ezechiele 1, 13-14
9 Come in Enoch 20, 3 la visione del trono della gloria di DIO era il punto centrale dell’esperienza mistica
10 Come in Apocalisse 9, 8 (basato su Is. 6, 2) e Ezechiele 1, 6 le quattro “creature viventi” hanno ciascuna quattro ali
11 Le creture celesti (hǎ-‘elyônîm) non sono perfette, hanno rivalità tra di loro, seppure per una causa giustissima, servire il CREATORE al loro meglio. Nella letteratura ebraica che si occupa del tema del Divino Carro e del Trono (Merkaba) queste creature che custodiscono il Carro sono rappresentati come feroci e bellicosi, armati con armi infuocate.

Capitolo 19

DIO rivela ad Abramo i poteri del cielo

1 E una voce mi giunse da in mezzo al fuoco dicendo: “Abramo! Abramo” e io risposi dicendo: “Eccomi!”
2 Ed Egli disse: “Considera le distese che sono sotto il firmamento su cui [ora] sei collocato 3 e vedi come ull’unica distesa non c’è altro che Colui che hai ricercato, Colui che ti ama”.
4 E mentre Egli ancora parlava, le distese si aprirono, e sotto di me c’erano i cieli, 5 e vidi sul settimo firmamento su cui stavo un fuoco che grandemente si estendeva, 6 e la luce che è il segreto della vita, e la rugiada con la quale DIO risveglierà i morti, 7 e gli spiriti dei giusti defunti, gli spiriti delle anime che devono ancora nascere, 8 il giudizio e la giustizia, la pace e la benedizione, una innumerevole schiera di angeli, 9 le creature viventi e il potere della gloria invisibile che si trovava al di sopra degli esseri viventi.
10 E guardai verso il basso dal monte sul quale mi trovavo nel sesto firmamento, 11 e lì vidi una moltitudine di angeli dallo spirito puro, incorporei, il cui compito era di eseguire i comandi degli angeli di fuoco che erano nel settimo firmamento, mentre io restavo in piedi sospeso sopra di loro.
13 Ed ecco, in questo sesto firmamento non c’erano altri poteri di alcuna forma, se non gli angeli dallo Spirito puro.
14 Ed Egli comandò che il sesto firmamento venisse tolto dalla mia vista, 14 ed io vidi [in quel momento] nel quinto firmamento, le potenze delle stelle che eseguivano i comandi loro impartiti, 15 mentre gli elementi della terra gli obbedivano.

Capitolo 20

La promessa di una discendenza

1 E l’ETERNO, il Potente mi disse: “Abramo! Abramo”, ed io dissi: “Eccomi!”
2 Allora Egli disse: “Considera dall’alto le stelle che sono sotto di te 3 e contale per me, fammi conoscere il loro numero”.
4 E io dissi: “Come potri fare? Io non sono che un uomo [creato] dalla polvere della terra.1“.
5 Ed Egli mi disse: “Come il numero delle stelle e la loro potenza, 6 così Io farò del tuo seme una [grande] nazione e un popolo che si distinguerà come Mia eredità, [ben] distinto dal [popolo] di Azazel. 7 Eppure includerò [anche] Azazel nella mia casa.2
8 E io dissi: “Oh ETERNO, Potente! Lascia che il tuo servo parli davanti a Te 9 e che la tua rabbia non si accenda contro il tuo prescelto! Infatti, prima che io salissi qui, Azazel ha inveito [anche] contro di me. 10 E quindi, [dato che] ora egli non è al Tuo cospetto, come puoi considerarTi con lui?”

1 Come in Gen. 18, 27, & 4Ezra 4, 5-6.
2 L’idea di fondo sembra essere che l’eredità di DIO, il mondo creato, sia, nelle condizioni del peccato, “condiviso” con Azazel ovvero in parte sotto il dominio di poteri malvagi. Questa è una delle concezioni fondamentali dei Testi apocalittici, mentre d’altra parte, il Popolo eletto (le persone illuminate) che si identifica idealmente con i giusti riscatterà il mondo, e lo renderanno nuovamente idoneo ad essere eredità di DIO. Da un altro punto di vista la stessa domanda è discussa in 4Ezra come problema del perché, se il mondo è stato creato per Israele, Israele è stat diseredata? (cfr. 4Ezra 6, 38-59) Perchè tutto procede secondo i piani di DIO, Israele (inteso come l’intero popolo dei credenti e non solo una religione) doveva crescere separata dalla Casa di Giuda per poi essere tutti insieme redenti.

Capitolo 21

Una visione del peccato e del paradiso: lo specchio del mondo

1 Ed Egli mi disse: “Guarda ora sotto i tuoi piedi i firmamenti 2 e comprendi la creazione rappresentata e preannunciata in questa immensità, le creature che esistono su di essa e le epoche preparate per essa”.
3 E vidi sotto la pianta dei miei piedi, anche sotto il sesto cielo e ciò che vi era. 4 Poi [vidi] la terra e i suoi frutti, e ciò che si muoveva su di essa e i suoi esseri animati, 5 la potenza dei suoi uomini e l’empietà di alcune delle sue anime e le azioni giuste di altre anime. 6 Vidi le regioni inferiori e la perdizione in esse, l’abisso [di fuoco] e i suoi tormenti.

7 Vidi il mare e le sue isole, i suoi mostri e i suoi pesci, e il Leviatan con il suo dominio, il suo rifugio e le sue caverne, 8 e il mondo che giaceva sopra di lui, i suoi spostamenti e le distruzioni del mondo a causa sua.
9 Vidi [da] lì i ruscelli e i fiumi e il sorgere delle loro acque e i serpeggiamenti dei loro corsi.
10 Vidi [da] lì il Giardino dell’Eden e i suoi frutti, la sorgente del fiume che ne scaturisce, 11 gli alberi e i loro fiori e coloro che si comportavano rettamente.
12 E vidi [da] lì i loro cibi e la loro benedizione, 13 vi vidi una grande moltitudine, uomini e donne e bambini, metà di loro sul lato destro, 14 e metà di loro sul lato sinistro.1

Capitolo 22

La caduta dell’uomo e le sue conseguenze (capitoli 22-25)

1 E io dissi: “Oh ETERNO, [SIGNORE] Potente! Che cos’è questa visione e questa immagine di queste creature?
2 E Lui mi disse: “Questa è la mia volontà per coloro che esistono nel mondo divino, perché così è parso ben gradito alla Mia vista, 3 e così dopo ho dato loro i comandamenti attraverso la Mia parola. 4 Così che tutto ciò che avevo deciso di creare era già stato pianificato precedentemente [a quanto vedi] in questa [immagine], 5 era davanti a Me prima che fosse stato creato, [così] come tu hai [appena] visto.”2
6 E io dissi: “Oh SIGNORE, Potente ed ETERNO! Chi sono le persone in questa immagine [che sto vedendo] da questo lato e da quell’altro?
7 Ed Egli mi disse: “Quelli che sono sul lato sinistro3 sono tutti quelli, nati sia prima del tuo giorno che dopo, alcuni destinati al giudizio e alla restaurazione, 8 e altri alla vendetta e alla fine dei tempi. 9 Ma quelli a destra3 del quadro, sono le persone che sono state messe da parte per Me, 10 alle quali ho ordinato di nascere dalla vostra stirpe e che ho chiamato Mio popolo, anche alcuni di quelli che provengono da Azazel.

1 Il mondo intero è diviso in due parti: il bene ed il male, il popolo di DIO a destra e le altre “nazioni” a sinistra
2
L’intero corso della creazione, la nascita del male, e l’ascesa dei giusti è già stata prestabilita dal CREATORE. Una forte espressione di questa concezione si trova in 4Esdra 4, 36-37. Nella letteratura rabbinica si parla dell’elezione di Israele come predestinata prima della creazione del mondo, e questa idea è applicata anche al nome del Messia, la Torah, e il pentimento. In tali connessioni spesso si ricorre alla figura di DIO come un’architetto che segue dei progetti. Un passaggio si Gen. rabba 1 afferma: “Quando un uomo erige un edificio, nel momento in cui l’edificio è eretto lo ingrandisce così come lo ha eretto, o altrimenti lo ingrandisce dalla base, e sopra aggiunge delle parti: ma il Santo… non agisce così, perché “i cieli” (che Egli creò) erano i cieli che erano ascesi nel (Suo) pensiero, e “la terra” (che Egli creò) era la terra che era ascesa nel Suo pensiero. Sono stati, tuttavia, gli Esseni a insistere su una predestinazione assoluta. I Rabbini, pur consentendo una certa predestinazione, sottolineavano la libertà morale dell’uomo: “Tutto è previsto, ma il libero arbitrio è concesso”, come diceva Rabbi Akiba
Delle persone alla sinistra, che rappresentano il mondo pagano in contrapposizione ai credenti, alcune saranno risparmiate nel giudizio finale, mentre le altre saranno annientate. Si dice che il Messia convocherà tutte le nazioni, alcune di esse le risparmierà, mentre altre saranno annientate

Capitolo 23

1 Ora guarda di nuovo nell’immagine, e vedi chi è che ha sedotto Eva, 2 e qual è il frutto dell’Albero, saprai così che cosa avverrà, 3 e come sarà con il tuo seme tra il popolo nell’età della fine dei giorni.
4 Tutto ciò che non riesci a capire Io te lo farò conoscere, perché sei stato ben gradito alla Mia vista, 5 e ti dirò le cose che sono custodite nel Mio cuore.
6 E io guardai nell’immagine, e i miei occhi si voltarono in direzione il lato del Giardino dell’Eden, 7 e vidi lì un uomo di altezza imponente e possente di statura1, di aspetto incomparabile [agli altri], 8 e stava abbracciando una donna, che si avvicinava anch’essa all’aspetto della sua taglia e della sua statura.
9 Ed erano in piedi sotto un albero del Giardino dell’Eden, 10 e il frutto di questo albero era come un grappolo d’uva della vite.
11 In piedi dietro l’albero c’era una [figura] che aveva l’aspetto di un serpente, [ma] che aveva mani e piedi come quelli di un uomo2, 12 e ali sulle spalle, sei paia di ali, così che c’erano sei ali a destra e sei a sinistra.
13 E mentre continuavo a guardare, vidi l’uomo e la donna che mangiavano il frutto dell’albero.
14 E dissi: “Chi sono questi che si abbracciano, chi è quello tra loro che sta dietro l’albero, 15 e cos’è quel frutto che loro stanno mangiando?
16 Ed Egli disse: “Questo è il mondo degli umani, questo è Adamo, e questo è il suo desiderio sulla terra, Eva. 17 Ma colui che è in mezzo a loro rappresenta l’empietà e il loro inizio sulla via della perdizione, Azazel”.
18 E io dissi: “0h ETERNO Onnipotente! Perché hai dato a uno come lui il potere di distruggere le generazioni degli uomini nelle loro opere sulla terra? 19 Ed Egli mi disse: “Su coloro che vorranno compiere il male, su di loro gli ho dato il potere, per essere amato da loro”.
20 E io risposi e dissi: “Oh Potente, ETERNO! Perché è la Tua volontà che il male sia desiderato nel cuore degli uomini? Se Tu sei in collera per ciò che vedi, 21 che è la Tua volontà, perchè sei arrabbiato con coloro che fanno ciò che non è proficuo nel tuo giudizio?”.

Capitolo 24

1 Ed Egli mi disse: “Sono arrabbiato con gli uomini per causa vostra, 2 per causa di coloro che apparterranno alla tua famiglia nellìavvenire, perché, come puoi vedere nell’immagine, 3 il fardello del destino è posto sopra di loro3 , e Io ti dirò cosa avverrà, 4 e quanto accadrà negli ultimi giorni”. Osserva ora tutto quello che c’è nell’immagine”.
5 E io guardai e vidi ciò che era davanti a me nella creazione; 6 vidi Adamo ed Eva con lui, e vidi l’astuto avversario, e Caino 7 che agiva senza legge per mezzo dei suggerimenti dell’avversario, 8 e vidi l’Abele massacrato, e la distruzione portata e causata su di lui per mezzo di colui che era senza legge.
9 E vidi l’impurità e coloro che la bramavano, e la loro corruzione e le loro gelosie, 10 e il fuoco della loro cupidigia nelle parti più infime della terra.
11 E vidi il Ladro, e coloro che si affrettano a seguirlo, e la fissazione del loro castigo, 12 a giudizio della Grande Assise.
13 E vidi uomini nudi con la fronte nuda, l’uno contro l’altro, e il loro disonore, 14 e le passioni che avevano l’uno per l’altro, e il loro castigo.
15 E vidi il Desiderio, e nella sua mano la testa di ogni sorta di iniquità, 16 e il suo disprezzo e il suo sdegno e il suo spreco, destinati alla perdizione.

1 La grande statura di Adamo è spesso citata nella letteratura rabbinica: “raggiungeva” (quando fu creato per la prima volta) “il mondo da un capo all’altro”, ma quando peccò fu diminuita (T. B. Hag. 12a)
2 Gen. rabba 20, 8: “Sul tuo ventre camminerai”: Nel momento in cui il Santo disse al serpente questa frase, gli angeli servitori scesero e gli tagliarono mani e piedi, e il suo grido andò da un capo all’altro del mondo”. Questa leggenda era ben nota nell’antichità. Secondo Sincello (1, 14) il serpente aveva originariamente quattro piedi; cfr. anche Giuseppe I 1, 4, che dichiara che il serpente fu privato sia della lingua che dei piedi. Per la punizione del serpente vedi Pirke de R. Eliezer 14
3 Questa apparentemente è la risposta alla domanda posta alla fine del capitolo precedente. DIO permette agli uomini di desiderare il male (ma con la sua inevitabile punizione che ne consegue) a causa del trattamento riservato dalle nazioni al seme prescelto (Abramo e i suoi discendenti)

Capitolo 25

1 E io vidi lì, l’immagine dell’idolo della gelosia1, scolpito nel legno, come era solito fare mio padre, 2 e il suo corpo era di bronzo scintillante che ricopriva il legno.
3 E davanti ad esso vidi un uomo che adorava l’idolo, e davanti a lui c’era un’altare, 4 e sull’altare un ragazzo ucciso in presenza dell’idolo.
5 E gli dissi: “Che cos’è questo idolo e questo altare, e chi è colui che è stato sacrificato? 6 E che cos’è questo grande edificio che vedo, bello nell’arte e nella progettazione, 7 [che sembra] di una gloria come quella che si trova sotto il Tuo trono?
8 Ed Egli disse: “Ascolta [bene] Abramo, quello che vedi è il Tempio, 9 una copia di quello che è nei cieli, glorioso nel suo aspetto e nella sua bellezza, Io lo darò ai figli degli uomini per fondare un sacerdozio per il Mio Nome glorioso, 10 e nel quale saranno pronunciate le preghiere dell’uomo, e saranno offerti sacrifici come Io ho ordinato al tuo popolo, 11 anche a quelli che sorgeranno dalla tua discendenza”.
12 Ma l’idolo che hai visto è l’immagine della gelosia, creata da alcuni di quelli che usciranno dai tuoi stessi lombi nei giorni che verranno.
13 E l’uomo che fa sacrifici uccidendo2 è colui che contamina il mio Tempio 14 e questi sono testimonianza nel giudizio finale, la loro sorte è stata fissata fin dall’inizio della creazione”.

Capitolo 26

Perchè è concesso di peccare

1 E io dissi: 0h ETERNO, Potente! Perché hai stabilito che fosse proprio così, 2 e poi ne hai proclamato la conoscenza?”.
3 Ed Egli mi disse: “Ascolta Abramo, e comprendi quello che ti dico, rispondi alla mia domanda.
4 Perché tuo padre Terah non ha ascoltato la tua voce, 5 e perché non ha cessato le sue pratiche idolatre, insieme a tutta la sua casa?”.
6 E io dissi: “0h ETERNO! Fu unicamente perché non scelse di ascoltare la mia voce, 7 e allo stesso modo io non scelsi di ascoltare i suoi consigli”.
8 E Lui mi disse: “La volontà di tuo padre è dentro di lui, 9 e la tua volontà è dentro di te, e così anche il comando della Mia volontà è dentro di te, 10 ed è pronto per i prossimi giorni, prima ancora che tu ne abbia conoscenza3 o possa vedere con i tuoi occhi qual è il tuo avvenire.
11 Ora guarda di nuovo nell’immagine, e vedi cosa avverrà al tuo seme”.

1 Come la visione riportata in Ezechiele 8, 3-5
2 Antici sacrifici che comportavano il massacro di esseri umani, come l’offerta attraverso il fuoco dei bambini all’idolo Moloch
3 Il libero arbitrio dell’uomo si può vedere nella stessa storia di Abramo, i due casi opposti di Terah e Abramo, scelgono loro stessi che strada seguire, ma il loro arrivo è già stato scritto nel Libro di DIO

Capitolo 27

1 E io guardai e vidi, ed ecco che l’immagine oscillava e da essa emerse, a sinistra un popolo empio1 2 e saccheggiarono coloro che erano a destra, uomini, donne e bambini, 3 mentre alcuni li uccisero, ed altri li tennero come schiavi.
4 E li vidi correre verso di loro mediante quattro “entrate”2, bruciarono il Tempio con il fuoco 5 e le cose sante che vi si trovavano furono tutte portate via3.
6 E io dissi: “Oh ETERNO, l’Unico! Ecco, il popolo che nascerà da me, 7 e che Tu hai accettato, viene saccheggiato da questi empi, alcuni vengono uccisi, 8 mentre altri li tengono prigionieri come schiavi, e il Tempio che hanno bruciato con il fuoco 9 e le cose magnifiche che hanno derubato e distrutto. 10 Se così avverrà, perché mi strazi il cuore?
11 Ed Egli mi disse: “Ciò che hai visto accadrà a causa del tuo seme, 12 anche per coloro che mi provocano a causa della statua dell’idolo che hai visto, 13 e a causa del sacrificio umano nell’immagine, per il loro malvagio zelo nel Tempio. Come tu hai visto, così avverrà”4.
14 E io dissi: “Oh ETERNO, Potente! Possano ora passare queste opere del male realizzate nell’empietà, 15 e piuttosto [Tu possa] mostrarmi coloro che hanno compiuto i comandamenti, e le opere di giustizia. Perché in verità Tu puoi fare questo”.
16 Ed Egli mi disse: “I giorni dei giusti saranno visti dalla vita degli stessi giusti che regneranno [sui popoli] che sorgeranno 17 e che Io ho generato per governare nei tempi stabiliti. 18 Ma sappi questo, [anche] da loro sorgeranno alcuni che si interesseranno solo dei propri interessi, 19 come il tipo di persone che ti ho mostrato precedentemente”.

Capitolo 28

1 E io risposi e dissi: “Oh Potente! Sia santificata la Tua Potenza. 2 Sii favorevole alla mia richiesta e fammi vedere, perché per questo mi hai portato quassù, 3 [concedimi di vedere se] ciò che ho visto accadrà per lungo tempo.
4 Ed Egli mi mostrò la moltitudine del Suo popolo e mi disse: 5 “A causa loro, [che entrano] attraverso le quattro entrate come hai visto, 6 Io sarò provocato da loro e su di loro si compirà il Mio castigo, a causa delle loro azioni”.
7 Ma nella quarta generazione di cento anni, pari ad un’ora dell’era, 8 lo stesso valore di cento anni5, ci sarà sventura tra le nazioni, 9 ma ugualmente per un’ora ci sarà misericordia e onore tra quelle nazioni.

1 L’uso di “destra” e “sinistra” in questi capitoli è notevole. La concezione della destra come fonte di luce e di purezza, mentre la sinistra è la fonte delle tenebre e dell’impurità, proviene dalla Bibbia (Salmo 110, 1; Ecclesiaste 10, 2; Isaia 48, 13 e molti altri) e tratta dagli insegnamenti gnostici e cabalistici.
2 Le quattro “entrate” o ” discendenze” con cui i pagani si introducono nel popolo eletto corrispondono apparentemente ai quattrocento anni di schiavitù per Israele, predetti da DIO ad Abramo nella visione di Gen. 15 (cfr. vs. 13). Questo è stato interpretato anche in riferimento alla prigionia e alla sottomissione di Israele da parte dei quattro oppressivi poteri mondiali del Libro di Daniele, intesi come Babilonia, Media, Grecia e Roma (cfr. cap. 9): così il Targum palestinese a Gen. 15 13 afferma: “Ed ecco, Abramo vide quattro regni che dovevano sorgere per sottomettere i suoi figli”. Ma il numero 4 (insieme ad altri numeri come 40, 7, 70, 77) è anche metaforicamente ovunque nelle Sacre Scritture. Quattro significa un senso di totalità, ed è associato alla creazione, che si verifica frequentemente nel Libro dell’Apocalisse (“Intorno al trono ci sono quattro creature viventi, che rappresentano tutta la creazione” Ap 4, 6 ; “L’umanità è divisa in quattro parti, che rappresentano l’intera creazione: ogni tribù e lingua e popolo e nazione” Ap 5, 9 ; cfr. anche 7, 9 ; 10, 11 ; 11, 9 e altri)
3 Riferendosi all’assedio dei Romani sotto Tito, che si concluse con la distruzione del Tempio a causa del fuoco nel 70 d.C. Per l’incendio e il saccheggio del Tempio cfr. Giuseppe, Guerre Giudaiche 6, 4-5; cfr. anche 4Esdra 10, 21
4 La prigionia e la sofferenza di Israele sono dovute all’idolatria perché hanno adorato altri Dei. Questi altri Dei nel presente possiamo identificarli anche come il potere, l’oro, ecc
4 Nel capitolo 30 il mondo pagano è posto “al passaggio della dodicesima ora” segue (cap. 31) la salvezza messianica. Apparentemente si calcola che l’età attuale sia di “dodici ore” di durata (metaforicamente ogni ora è di 100 anni), cioè un giorno (cfr. Giovanni 11, 9). Il Testo apocalittico potrebbe forse considerare questo giorno come un giorno che inizia con la fondazione della Città Santa da parte di Davide (cfr. 4 Esdra 10, 46) e che culmina con la distruzione dell’ultimo Tempio da parte di Tito, alla cui calamità seguirà il periodo delle disgrazie descritto nel capitolo 30, che porteranno alla fine dell’epoca attuale. Come tutti gli scritti apocalittici, vengono collocati ovviamente sull’orlo della nuova era. Nel Pirke de R. Eliezer 28, un motto attribuito a R. Elazar ben Azariah recita: (da Gen. 15) puoi imparare che il dominio di questi quattro regni durerà solo un giorno, secondo il Giorno del SIGNORE (= 1000 anni)

Capitolo 29

1 E io dissi: “Oh ETERNO, Unico [DIO]! Quanto sono lunghe le ore dell’era?
2 E Lui disse: “Dodici ore1, per questa presente epoca di empietà, ho ordinato di governare tra le nazioni e nel tuo seme, 3 e fino alla fine dei tempi sarà come tu hai visto.
4 E ora fai i conti, comprendi e guarda di nuovo nell’immagine”.
5 E io guardai e vidi un uomo2 uscire dal lato sinistro delle nazioni, e di lì uscirono uomini, donne e bambini, 6 dal lato delle nazioni, molte schiere, e Lo adoravano.
7 E mentre ancora stavo guardando, ne vennero molti dal lato destro, 8 e alcuni di questi lo insultavano, e alcuni di essi addirittura lo percuotevano, ma altri, nonostante ciò, lo adoravano.
9 E mentre guardavo, vidi Azazel avvicinarsi a Lui, e lo baciò sul volto e ponendosi così alle sue spalle.3
10 E io dissi: “Oh ETERNO! Chi è l’uomo insultato e picchiato, che è adorato dalle nazioni e baciato da Azazel?
11 Ed Egli rispose e disse: “Ascolta Abramo! L’uomo che hai visto insultato e picchiato, eppure venerato da molti, 12 Egli è il “sollievo” concesso alle nazioni, per popolo che proviene da te, negli ultimi giorni, nella dodicesima ora dell’era dell’empietà.
13 Ma nella dodicesima ora della Mia ultima era metterò in piedi quest’uomo, della tua generazione, che hai visto nascere tra il mio popolo 14 e tutti coloro che lo seguiranno diventeranno come quest’uomo, e quelli che saranno chiamati da Me si uniranno agli altri, anche quelli che vorranno cambiare.
15 E quanto a quelli che emergono dal lato sinistro dell’immagine, il significato è questo, 16 ci saranno molti dei popoli che riporranno le loro speranze in lui4, 17 ma quanto a quelli che hai visto dal tuo seme alla destra dell’immagine, che lo hanno insultato e percosso, 18 molti saranno offesi in lui5, ma alcuni lo adoreranno.
19 Ed Egli metterà alla prova quelli della tua progenie che lo hanno adorato 20 alla fine della dodicesima ora, per abbreviare l’era dell’empietà.6
21 Prima che l’era dei giusti cominci a salire, 22 il Mio giudizio scenderà sui popoli senza legge attraverso il popolo della tua stirpe che mi è stato consacrato.
23 E in quei giorni porterò su tutte le creature della terra dieci piaghe, 24 per sventura e malattia e per il sospiro del loro dolore.
25 E questo sarà portato sulle generazioni degli uomini a causa della provocazione 26 e della corruzione del genere umano7 , mediante la quale essi provocano Me.
27 E allora i giusti del tuo seme sopravviveranno nel numero che io mantengo segreto8, 28 e affretteranno la venuta della gloria del Mio Nome in quel luogo preparato in precedenza per loro, che hai visto devastato nell’immagine.
29 E vivranno e saranno stabiliti con sacrifici di giustizia9 nell’età dei giusti, 30 e si rallegreranno in Me continuamente, e riceveranno coloro che ritorneranno a Me nel pentimento, 31 poiché grande sarà il tormento interiore di coloro che li hanno usati disprezzandoli in questo mondo, 32 mentre osservano l’onore posto su di Me nel giorno della gloria. 33 Contempla, Abrahamo, ciò che hai visto e ascolta ciò che hai udito, e prendi conoscenza di tutto ciò che hai imparato a conoscere. 34 Va’ alla tua eredità, ed ecco, Io sarò con te fino all’era [stabilita]”.

Capitolo 30

1 Ma mentre ancora Egli mi parlava, mi ritrovai di nuovo sulla terra e dissi: 2 “0h ETERNO! Non sono più nella gloria che è lì in alto, e c’è [ancora] una cosa che la mia anima desiderava conoscere e capire e che non mi è stata rivelata”.
3 Ed Egli mi disse: “Quello che il tuo cuore desiderava Io ti dirò, perché hai desiderato di vedere le dieci piaghe che ho preparato per le nazioni empie, 4 e che sono state prestabilite al passaggio della dodicesima ora dell’era della terra.
5 Ascolta dunque ciò che Io diffondo, e così avverrà.10 6 Il primo11 è il dolore angosciante della malattia; il secondo, la conflagrazione di molte città; 7 il terzo, la distruzione e la pestilenza degli animali; il quarto, la fame del mondo intero e del suo popolo; 8 il quinto, la distruzione tra i suoi governanti, il terremoto e la spada; la sesta, la moltiplicazione della grandine e della neve; 9 la settima, le bestie selvaggie saranno la loro tomba; l’ottava, la fame e la pestilenza si alterneranno alla distruzione; 10 la nona, la punizione con la spada e la ritirata [davanti] il pericolo; 11 la decima, il fragore del tuono e un terremoto che distrugge.

1 Simile a 4Ezra 14, 11 (“Per il mondo l’era è divisa in dodici parti”) e la visione delle nuvole e dell’acqua in Ap. Bar. 53 f dove appare una simile divisione
2 L’uomo si identifica nel Messiah che emerge “dal lato sinistro del pagano”, discendente di Abramo e del popolo di DIO
3 L’adorazione di Cristo da parte del Diavolo (Azazel) è una caratteristica centrale in questo capitolo. Il Diavolo sembra riconoscere il Messia ma progetta di tradirlo (“gli ha baciato il volto”; cfr. il bacio traditore di Giuda) mentre lo segue. Ma il suo piano sarà sconfitto, il regno del male e le potenze sataniche, sono state vinte da Cristo (cfr. Luca 10, 18 ; Fil 2, 9 ; Col 2, 15 ; Ef 1, 21). L’omaggio di Azazel, il capo del mondo pagano non redento, ha segnato il trionfo di Cristo
4 Come Is 9, 10 (“a lui le nazioni si rivolgeranno”), Mt 12, 21 ; Rm 15, 12
5 Mt. 11, 6 ; Giovanni 6, 66 ; Rom. 11, 8 ecc
6 Mt 24, 22, Ep. Barnaba 4, 3 ; Ap. Bar. 20, 2 (“Perciò ho portato via Sion per poter visitare più rapidamente il mondo nella sua stagione”). In quest’ultimo passaggio si considera che la caduta di Gerusalemme acceleri la fine. L’anelito impaziente per la fine è caratteristico degli apocalittici; vedi ad es. 4Ezra 4, 33
7 A causa dei peccati degli uomini, l’ira di DIO deve essere visitata sulla terra nel giudizio; cfr. Giubilei 23, 22, ecc. L’idea che un tempo di grande calamità e sofferenza preceda immediatamente l’Era Messianica è una caratteristica permanente dell’Apocalisse; cfr. ad esempio Matteo 24, 8, Marco 8, 8
8 Come in Dan 12, 1-6 (“scritto nel Libro”) il numero dei giusti è prestabilito, è stato fissato in anticipo, ed è segreto noto solo al CREATORE. Questi giusti tra i viventi godranno della benedizione della nuova Era sulla terra rinnovata (la Nuova Gerusalemme). Un’altra applicazione della stessa idea è a tutto il numero di uomini che devono nascere, che sono predeterminati; cfr. Ap. Bar. 23, 4. Per coloro che sopravvivono al periodo della calamità e partecipano alla beatitudine della nuova Era, vedi 4 Esdra 6, 25 ; 7, 27 ; 9, 7 ; Ap. Bar. 29, 2 ; ma in nessuno di questi passaggi si dice che il loro numero sia stato fissato in precedenza
9 Il culto sacrificale in forma diversa e attualizzata sarà restaurato nella nuova Gerusalemme; 1Enoch 25, 6 (“il suo profumo”). La preghiera per il restauro del Tempio e del culto è un elemento centrale della Liturgia classica
10 È proprietà di DIO annunciare in anticipo ciò che accadrà e poi farla realizzare. In questo passaggio l’opera di DIO è quella di dichiarare una cosa che arriverà molto prima di quanto previsto
11 Le dieci “piaghe” qui enumerate segnano il periodo doloroso che precede l’avvento della nuova Era; esse corrispondono ai “segni” che sono una caratteristica comune nell’escatologia tradizionale (come in Dan. 12). Rappresenta un periodo di tumulti, e la generale disgregazione delle forze morali e religiose; il potere pagano del mondo sarà distrutto, ci saranno presagi nella natura, il caos generale nella società. Nella prima pestilenza ci sarà la pioggia su una città e non ci sarà pioggia su un’altra (cfr. Amos 4, 7); nella seconda freccia della carestia; nella terza una grande carestia in cui periranno uomini, donne, bambini e i pii, e la Torah sarà dimenticata; nella quarta abbondanza e nella penuria; nella quinta grande abbondanza, il popolo mangerà e berrà, e la Torah tornerà; nella sesta voce che annuncia la venuta del Messia; nella settima guerra, e alla sua fine verrà il Messia ben David. Nel Nuovo Testamento, oltre al passo apocalittico in Matteo 24, 8-31 e paralleli, c’è un marcato parallelismo con l’Apocalisse delle sette trombe (Apocalisse delle sette trombe, Apocalisse 8, 6 ; 9, 21 ; 10, 7 ; 11, 14-19).

Capitolo 31

1 E allora Io suonerò la tromba fuori in aria, e manderò il mio Eletto, 2 avendo in Lui [messo] tutto il Mio potere in una sola misura, ed Egli convocherà il Mio popolo disprezzato da tutte le nazioni, 3 e manderò il fuoco su coloro che li hanno insultati e che hanno governato su di loro in questa era.
4 E consegnerò coloro che mi hanno coperto di scherno e disprezzato l’era che verrà1, 5 li ho preparati per essere combustibile per le fiamme dell’Ade, 6 e per la fuga perpetua attraverso l’etere negli inferi2 , poiché vedranno la giustizia del CREATORE, 7 e quelli che Egli adesso onora, ed essi si vergogneranno, perché avevo sperato che venissero a Me in pentimento, 8 piuttosto che amare Dèi stranieri, ma essi hanno abbandonato il SIGNORE Onnipotente, e sono andati per la strada che volevano percorrere.

Capitolo 32

1 Ascolta dunque Abramo, e vedi, perché ecco, alla settima generazione da te, lasceranno il paese della loro schiavitù, 2 dopo essere stati maltrattati per così dire “per un’ora” dell’era dell’empietà, 3 e la nazione che loro dovrebbero servire, Io la giudicherò”.

1 Coloro che hanno disprezzato saranno disprezzati; cfr. Sapienza 9, 18; Dan.12, 2; Salmo Sol. 2, 32 (“L’era che verrà” è l’età dei giusti).
2 Il “fuoco dell’Ade” (o inferno) che si trova sotto la terra (Sal. Sol. 15, 11) consuma i corpi dei peccatori e le loro anime che vagano (volano) inquieti (correttamente nell’aria o nelle tenebre esterne); cfr. 4 Esdra 7, 80. In T. B. Shabb. 152b si dice che alle anime dei malvagi non viene dato alcun luogo di riposo fino al giudizio finale.

Traduzione di Abrahamic Study Hall (novembre 2020)


 

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