Una delle festività Cristiane più importanti è il Natale, giorno in cui si ricorda la nascita di Gesù il Nazareno. La notte tra il 24 e il 25 Dicembre è stata usata convenzionalmente (circa 300 anni dopo la morte di Gesù) come giorno della nascita del Messia (dal greco antico Messías – ebraico māšīāḥ משיח ,ovvero “unto” o “eletto”) e introdotta nel rito Cristiano.
Studiando le Sacre Scritture del Nuovo Testamento (sia nei Vangeli Canonici che negli altri considerati Apocrifi) non si riscontra nessun riferimento a questa data, ma nella tradizione pre-Cristiana molti degli dei pagani sono collegati a questa ricorrenza.
Affinità tra Mithra e Gesù
Nella tradizione Orientale, che si diffuse nella Roma imperiale un secolo prima della nascita di Gesù, troviamo riti venerati da intere legioni di soldati, ai quali il loro dio prometteva la vita eterna. Un dio che nacque in una grotta d’Oriente, muore a 33 anni, ascende al cielo per risorgere a vita eterna, e si tratta proprio del dio dei politeisti Mithra. Nato almeno da 14 secoli prima del Messia Cristiano nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, una casualità piuttosto strana tra la divinità ellenistica / romana e il Messia Cristiano.
Il Cristianesimo dei primi Secoli, divenuta ormai nuova Religione adottata dall’Impero Romano, compenetra nei fedeli adattandosi alle credenze già conosciute ed in uso in quel tempo. I pagani inizialmente tollerati e solo in un secondo momento perseguitati e le loro cripte sepolte sotto le chiese cristiane.
Infatti a Roma i Cristiani delle origini iniziano prima a seguire gli insegnamenti di un Maestro, un Profeta che annuncia il Regno di DIO, ma che mai dichiara se stesso uguale o alla pari di DIO (YHWH).

Statuetta di Mitra al British Museum
Tutt’oggi molte rappresentazioni artistiche della nascita di Gesù (presepi) sono ambientati in una grotta, quando invece nel Vangelo di Matteo si parla semplicemente di una “casa” mentre gli altri 3 evangelisti tacciono su questo dettaglio del luogo Natale.
Solo il Vangelo secondo Luca (Lc 2, 7) narra di una “mangiatoia” senza però specificare se è stato il bambino ad essere portato in una stalla o piuttosto se non è stata la mangiatoia ad essere introdotta in casa.
Per quanto riguarda invece la tradizione dell’asino e del bue che “assistono” alla nascita del Messia, non c’è nessuna traccia nei quattro Vangeli Cristiani, mentre si riscontra questa informazione in alcuni Vangeli Apocrifi, tra i quali quelli di Giacomo (Protovangelo di Giacomo) e quello dello Pseudo-Matteo. Questo Testo Apocrifo (molto tardivo rispetto ad altri con datazione incerta, ma certamente anteriore al IX secolo) viene scritto quando il cristianesimo è ormai interamente romanizzato, divenuto ormai centro della politica dell’Impero Romano in sofferenza e con un grande bisogno di rilancio spirituale.
Ecco perché lo Pseudo-Matteo, copiando da Luca colloca la nascita in una stalla, ma aggiunge un bue ed un asino per rammentare una profezia di Isaia agli increduli del popolo Ebraico:
“Il bue conosce il suo possessore,
e l’asino la greppia del suo padrone,
ma Israele non ha conoscenza,
il Mio popolo non ha discernimento”
(Isaia 1, 3)
Dunque, il bue e l’asino dei presepi, al di là del loro aspetto innocentemente indifferente, potrebbero essere un simbolo della scissione tra il popolo cristiano e il popolo ebraico, una provocazione al popolo eletto per non aver “riconosciuto” la venuta del Messia nel rabbino (ovvero maestro) Gesù.

Giotto, la Natività di Gesù della Cappella degli Scrovegni. La presenza del bue e dell’asinello è testimoniata dal Protovangelo di Giacomo.
Altri dèi pagani nascono proprio nella notte fra il 24 e il 25 dicembre proprio perchè in questa data che la durata del giorno inizia a crescere rispetto alla durata della notte. Quindi questa data natale appartenne prima a Mithra che al Cristianesimo, e solo dopo il 3° secolo i Cristiani si approprieranno di questa festività.
Anche l’idea che l’uomo-dio debba nascere da una vergine si riscontra nel Mitraismo, che fa nascere Mithra dalla vergine Anahita, miracolosamente fecondata dal dio Ariman. Il Vangelo secondo Marco, essendo più antico, quindi più vicino ai fatti, non menziona minimamente una nascita miracolosa di Gesù, e ne delinea invece tratti molto severi del Messia (addirittura mettendo alla porta la propria madre e i propri fratelli, e come nel Testo secondo Marco (Mc 3, 31-35) specifica che la “vera famiglia” è quella spirituale (coloro che condividono la vera fede in DIO) e non quella fisica.
Nei Vangeli di Matteo e Luca, peraltro già posteriori alla prima generazione di cristiani, il racconto della nascita verginale viene riportato in una “aggiunta iniziale”, magari con lo scopo di far coincidere anche in questo aspetto la nuova religione cristiana con il Mitraismo.
Si nota infatti che, da un punto di vista letterario, l’originale inizio del Vangelo di Matteo sembra essere il Capitolo 2, mentre per il Vangelo di Luca il Capitolo 3. Non a caso, quando Luca in questo Capitolo nomina Giuseppe, lo fa come parlando di uno sconosciuto, senza alcun riferimento al Capitolo 1 dello stesso Vangelo. (ricordiamo che la divisione in capitoli non appartiene ai testi originali ma è un espediente didattico introdotto nel 1226)
Sol Invictus era dunque un appellativo di Mithra e spesso (quando non ha il tipico berretto frigio in testa) allora i suoi boccoli sono contornati dall’aureola di raggi che, poi negli ultimi 2000 anni è stata tramandata sulle teste dei Santi e delle Madonne.
Secondo testimonianze storiche, il mito di Mithra sarebbe arrivato a Pozzuoli con quei pirati cilici, terrore dei mari, che Pompeo aveva sconfitto nel 67 avanti Cristo e deportato in massa a Roma a far da braccia sulle sue navi. Era proprio il porto di questa città a Sud di Roma il più importante a quel tempo, Ostia infatti nacque circa un secolo dopo. Ma è alla foce del Tevere, che Mithra trionfò, convertendo e, dopo un percorso iniziatico in sette tappe, battezzava ciurme e mercanti promettendo salvezza eterna.
Vittoria di Cristo sul dio pagano
Con il passare del tempo il culto Cristiano dominò su quello del dio pagano, ma comunque le numerose somiglianze non permettono di escludere che, in effetti, il Cristianesimo non si sia andato modellando appunto sulla base del pre-esistente Mitraismo.
Anche la storia di Krishna della tradizione induista riporta probabili influenze sulle religioni posteriori, compreso il Cristianesimo. Fu partorito da una vergine, chi la fecondò comparve sotto forma di luce, e il neonato perseguitato da un tiranno che ordina l’uccisione di migliaia di bambini. La figura di Krishna è la seconda persona della trinità indiana, denominato il dio pastore, che fece miracoli ed ascese al cielo, e l’intera sua vita è ricchissima di particolari che ritroviamo nella storia narrata di Cristo.
Nel Parco archeologico di Ostia ci sono venti Mitrei (templi di Mithra), così come a San Clemente, a Roma, al terzo strato sottoterra, i preti irlandesi hanno trovato, dietro un muro, un Mitreo con tanto di altare per il dio che al solito, deve sacrificare il toro in modo che la Terra e le sue messi possano rinascere, e questi templi erano simili a chiese sotterranee nelle quali si svolgevano i riti che scandivano la fede. Carlo Pavia, in un suo libro “Oro, incenso e Mitra”, (Gangemi editore) ne ha fatto un censimento innamorato: Santa Prisca; il Mitreo sotto Palazzo Barberini; quello al Circo Massimo; alle Terme di Caracalla; nella Necropoli Vaticana… Oppure sulla Cassia, a Sutri. Lì, tra muschi e felci, nel tufo sotto la Chiesa della Madonna del Parto, ce n’è uno dei più belli. Ma anche a Marino, sui Castelli di Roma, con pitture forti che ancora squillano, lungo la Flaminia, ed in giro per l’Europa: era un culto diffusissimo tra i militari. Rubò cuore e anima a legionari e generali con quella sua promessa di vita eterna per chi moriva in battaglia dalla parte giusta. Così dagli imperatori Diocleziano a Settimio Severo, così come da Nerone, Commodo, Caligola, Eliogabalo, questa religione d’ordine che per di più spronava i soldati, piaceva molto. Ovunque siano arrivate le legioni di Roma, arrivò anche Mithra. In Inghilterra e in Germania, terre da tenere in pugno con le daghe, di Mitrei ne sono saltati fuori a centinaia.
Origini del culto di Mithra
A Roma questo culto sembra a sua volta arrivato da lontano, addirittura dalla Persia, testimoniano alcune incisioni ritrovate, e lo mettono fra gli dèi di stato della Mesopotamia intorno al 1400 prima di Cristo. In quei luoghi lontani è venerato come dio della luce, protettore dei patti, testimone di giuramenti, della fedeltà, della verità. Lo troviamo nei Veda e nell’Avesta Iranico, ma anche (VII, VI secolo avanti Cristo) con Zarathustra e il suo monoteismo. Infine nella cultura mediterranea si trovano similitudini anche con il dio Apollo, con il Sole sempre a fianco e il corvo lì vicino, animale sacro per entrambi.
A Roma
C’è stato inoltre un periodo in cui i due culti a Roma si rubavano fedeli l’un l’ altro. Mithra, però, era un dio per soli uomini, Cristo invece, chiamava a seguirlo entrambi i sessi. Con i sacerdoti di entrambe le fazioni a dire di continuo: “Attenti alle confusioni…”. Ruggero Iorio, che è padre diocesano e insegna Storia antica della Chiesa e Archeologia cristiana si è posto questo problema molti anni fa, quando portava gli studenti a visitare i Mitrei, ed essi facevano spesso strane confusioni. Un pò perché i Mitrei sembrano far parte delle Chiese che li sovrastano, ed un pò perché più insegnava e più, con tutte queste coincidenze, le confusioni aumentavano. Nella battaglia di Ponte Milvio, il 28 ottobre del 312, Costantino, non ancora battezzato, si presentò contro Massenzio con le sue truppe e doppie insegne: croci di Cristo e stendardi di Mithra, caro ai suoi soldati e forse un pò anche a lui.
Quell’unione di fedeli vinse insieme una battaglia importantissima, ma solo i seguaci di Cristo più tardi trionfarono davvero, e la religione Cristiana divenne quella di Stato. I Mitrei vennero murati vivi sotto le prime chiese, gli dèi del passato furono maledetti, i loro fedeli perseguitati, talvolta massacrati o convertiti, la nuova religione pretenderà di essere universale (“cattolica” significa appunto “universale”) e si proporrà di dominare su tutto il Mondo, con il pretesto di “evangelizzare i popoli”.
Sembra che la sconfitta della religione Mitraica da parte dei Cristiani sia la prova che il Cristianesimo si andò formando sulla base di religioni pre-esistenti e non sull’insegnamento originale del Maestro Ebreo Gesù che condannava le autorità “ecclesistiche” (Giudee del tempo, ovvero il “clero” dei suoi giorni: Scribi e Farisei) predicando l’amore verso il DIO Unico, l’amore per il prossimo e la caduta delle istituzioni. Quando Nel Vangelo secondo Marco al Maestro viene chiesto un “riassunto” della sua dottrina, Gesù dichiarò inconfutabilmente:
29 “Gesù rispose: ” Il primo tra tutti i Comandamenti è: Ascolta, Israele. Il SIGNORE è nostro DIO il SIGNORE è Uno; 30 amerai dunque il SIGNORE tuo DIO con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. 31 E il secondo è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro Comandamento più importante di questi”.
(Mc 12, 29-31)
Un messaggio semplice e chiaro che solo con l’intervento dell’uomo nei Secoli successivi è andato modificando le proprie dottrine per renderle più “gradite” e facilmente assimilabili ai devoti da soggiogare. Sembrerebbe con il passare dei Secoli fino ad oggi, una dottrina più Politica che Spirituale, dove in primo luogo non si mette il rapporto personale tra DIO e il credente, ma tra il credente e le istituzioni Ecclesistiche.
Referenze
- (EN) Christmas, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- Bowler, Gerry, The World Encyclopedia of Christmas (October 2004: McClelland & Stewart). ISBN 978-0-7710-1535-9
- Comfort, David, Just Say Noel: A History of Christmas from the Nativity to the Nineties (November 1995: Fireside). ISBN 978-0-684-80057-8
- (EN) Frances Margaret Young, Margaret Mary Mitchell, K. Scott Bowie, The Cambridge History of Christianity, vol. 1, Cambridge University Press, ISBN 0-521-81239-9.
- Count, Earl W., 4000 Years of Christmas: A Gift from the Ages (November 1997: Ulysses Press). ISBN 978-1-56975-087-2
- Federer, William J., There Really Is a Santa Claus: The History of St. Nicholas & Christmas Holiday Traditions (December 2002: Amerisearch). ISBN 978-0-9653557-4-2
- Kelly, Joseph F., The Origins of Christmas (August 2004: Liturgical Press). ISBN 978-0-8146-2984-0
- Natale, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.