L’elezione a Pontefice di Papa Francesco è dall’inizio risultata un evento molto insolito, e questo non solo perchè il suo predecessore Benedetto XIV non solo è ancora vivo, ma risiede anche a stretto contatto in Vaticano. Ma avere due Papi non è la sola singolarità, perchè Francesco è anche il primo Papa ad essere un membro della Compagnia di Gesù, il primo proveniente dalle Americhe, il primo dall’emisfero meridionale, e il primo Papa al di fuori dell’Europa dai tempi di Gregorio III (un siriano che regnò nell’VIII secolo).
Dall’inizio non è stato tenuto segreto il fatto che i due Papi non siano d’accordo su molte questioni riguardanti la Chiesa cattolica, e questo ha portato ad una concreta spaccatura all’interno dell’organizzazione: cardinali e sacerdoti conservatori dalla parte di Joseph Aloisius Ratzinger, e i progressisti che si appoggiano alle opinioni più tolleranti e inclusive di Jorge Mario Bergoglio.
I Gesuiti: La Società di Gesù
Tra tutti i primati di questo ponteficato sicuramente il più strano per chi ne “mastica” di religione è sicuramente il fatto che il Papa sia un Gesuita. Infatti quest’ordine fondato da Ignazio di Loyola un nobile che aveva un passato di grande uomo d’armi. Di conseguenza, le righe iniziali del documento di fondazione dichiarano che la società è stata fondata per “chiunque desideri servire DIO come un soldato, per impegnarsi specialmente nella difesa e la propagazione della fede, e per il progresso delle anime nella vita e nella dottrina cristiana”. I gesuiti sono quindi stati nella storia sempre i militari e i servi dei pontefici, ed ora invece uno di questi “servitori” sembra essere riuscito a sclare la ripidissima scala gerarchica del Vaticano.
I gesuiti sono inoltre tenuti per giuramento a non cercare cariche più alte nella Chiesa Cattolica Romana, ma ora uno di loro è stato eletto nella carica più alta: Vescovo di Roma, Vicario di Cristo e Pontifex Maximus.
Il primo gesuita a diventare papa, non solo rappresenta un paradosso per il papato, ma anche per la gloriosa storia della Compagnia di Gesù, e per come essi sono formalmente conosciuti.
“I gesuiti da un lato non dovrebbero essere messi in posizioni di autorità”, ha affermato il Reverendo Joseph Fessio, gesuita e fondatore di Ignatius Press, “Dall’altro lato, si suppone che siano obbedienti alla Chiesa”.
I gesuiti hanno giocato un ruolo chiave nella storia della chiesa, e per secoli, sono stati i suoi principali missionari, fondando le università più prestigiose e impegnati nelle opere di carità. Sant’Ignazio il soldato spagnolo, fondò l’ordine nel 1540 dopo essere stato ferito in battaglia e aver avuto una conversione religiosa durante la sua convalescenza. I gesuiti sono talvolta conosciuti come “i marines di DIO”, dopo la storia militare di Loyola, e le loro missioni in tutto il mondo. Con 18.000 membri oggi sono il più grande ordine religioso della chiesa, ma i gesuiti in passato hanno avuto un trascorso complicato con la chiesa istituzionale e la gerarchia di Roma, e con il primo papa gesuita, le cose sembrano si siano solo complicate ulteriormente.
Con la loro enfasi sul lavoro di missione e sulle attività intellettuali, i gesuiti lavorano spesso ai margini della chiesa, a volte oltrepassando i confini stabiliti da Roma, e questo è un punto d’orgoglio tra alcuni gesuiti, sfidare l’autorità. Il movimento di sinistra della teologia della liberazione che ha attraversato l’America Latina negli anni ’70 e ’80, compresa l’Argentina di Francesco, guidato da gesuiti dal 1973 al 1979 ne è solo un esempio. Bergoglio si oppose, ma molti dei suoi sacerdoti lo sostennero apertamente.
Negli Stati Uniti la rivista dei “Gesuiti America” con sede a New York, sfida spesso la gerarchia, tanto che uno dei primi atti di papa Benedetto XVI dopo la sua elezione è stato quello di ordinare la rimozione del reverendo Thomas Reese come direttore.
[perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”#4476a5″ class=”” size=”12″]”Non abbiamo mai avuto un papa gesuita, quindi penso che stiamo tutti cercando di capire come funzioni, ed è stata una sorpresa completa per tutti: sorpresa per i gesuiti, sorpresa per i media, probabilmente una sorpresa per Papa Francesco. Questo è qualcosa che risolveremo con il passare del tempo”.
(Thomas Reese)[/perfectpullquote]
I gesuiti sono stati anche accusati di esercitare troppa influenza sulle persone ed istituzioni religiose, una preoccupazione che ha portato Papa Clemente XIV a sopprimere l’ordine nel 1700. Il Superiore Generale dei Gesuiti è informalmente conosciuto come “il Papa Nero” a causa del potere che la posizione ha avuto in passato. All’inizio degli anni ’80, quando il Superiore Generale dei Gesuiti fu colto da un ictus celebrale, Papa Giovanni Paolo II intervenne mettendo un proprio incaricato, piuttosto che permettere ai Gesuiti di eleggere il proprio leader. “Era un suo diritto come Papa, ma questo scoraggiò ancora molti gesuiti all’epoca”, ha detto il Rev. James Martin, un editore di America e autore di “The Jesuit Guide to (Almost) Everything”. “Con un papa gesuita, quella nuvola è stata, se non rimossa, sollevata molto più in alto”.
Patrick Hornbeck, professore di teologia alla Fordham University di New York, gestita dai gesuiti, ha detto che i gesuiti sono abituati alle tensioni. “I gesuiti sono sulle frontiere e nel cuore della Chiesa cattolica”, ha dichiarato. “E quando si fa un lavoro ai margini, ci sarà qualche attrito naturale con ciò che sta accadendo al centro”.
Normalmente, se un gesuita viene nominato vescovo, deve prima chiedere il permesso ai suoi superiori gesuiti prima di poter accettare l’incarico, quindi interrogarsi su cosa sia successo quando un gesuita è stato scelto per diventare Papa rimane un mistero per molti.
“La maggior parte delle persone pensa che quando il collegio dei cardinali viene e ti chiede di accettare un lavoro, quella è la voce di DIO che ti dice che questa è la tua nuova missione nella vita”, ha detto Reese. “È piuttosto difficile dire di no a questo”. Collins ha detto che spera che il nuovo Papa porterà un po’ della sua formazione gesuita e della sua tradizione durante il suo papato. “I gesuiti lavorano duramente per coltivare la profondità spirituale e il pragmatismo. Abbiamo avuto un assaggio di un po’ di questo nel periodo (di Bergoglio) come vescovo. Ha una visione di semplicità e di connessione con i poveri e gli emarginati”, ha detto Collins. “Spero che un’altra parte di ciò che modella il suo papato sia questo atteggiamento pragmatico e pragmatico”.
Conclusioni
Durante i primi anni del suo successore come papa, Benedetto XIV ha, infatti, fatto un passo indietro dai riflettori, favorendo una vita di preghiera e contemplazione nel convento appena rinnovato che ora occupava all’interno del Vaticano. Eppure la sua esistenza ha incoraggiato le voci conservatrici all’interno della Chiesa, che hanno visto il liberalismo di Francesco come dannoso per la Chiesa, in particolare in relazione alle sue opinioni sul divorzio, rapporto con gli omosessuali e gli abusi sessuali clericali.
Ma la tensione tra i due Papi sono state moltissime e i rapporti sempre minimi e tesi. Il Vaticano ha cercato sempre di fare appello all’unità, e in una rara intervista concessa nei mesi successivi alla rottura pubblica (segnata da una lettera di 6.000 parole in cui è chiara la posizione di discordia) Benedetto ha dichiarato alla rivista italiana Corriere Della Sera che attualmente c’è un solo papa, Francesco. E anche se non ha affrontato direttamente la divergenza segnalata tra lui e il suo successore, Benedetto ha chiarito che non importa ciò che accade ora o in futuro, la Chiesa cattolica durerà.
“L’unità della Chiesa è sempre stata in pericolo, per secoli. Lo è stata per tutta la sua storia. Guerre, conflitti interni, forze centrifughe, minacce di scismi… Alla fine, la consapevolezza che la Chiesa è e deve rimanere unita ha sempre prevalso. La sua unità è sempre stata più forte delle lotte interne e delle guerre”.
Così il “Papa in seconda” cerca di far tacere tutte quelle voci che vedono come questo pontificato doppio e pieno di anomalie rappresenti il tramonto della Chiesa Cattolica di Roma.
Referenze
- Campbell, Thomas J. (1921). The Jesuits, 1534–1921: A History of the Society of Jesus from Its Foundation to the Present Time. New York: The Encyclopedia Press. Retrieved 19 June 2017.
- Wright, Jonathan (2004). God’s Soldiers: Adventure, Politics, Intrigue, and Power: A History of the Jesuits. New York: Doubleday Religious Publishing Group (published 2005). ISBN 978-0-385-50080-7.
- Reites, James W. (1981). “St. Ignatius of Loyola and the Jews”. Studies in the Spirituality of Jesuits. St. Louis, Missouri: American Assistancy Seminar on Jesuit Spirituality. 13 (4). ISSN 2328-5575. Retrieved 18 June 2017.
- O’Malley, John W.; Bailey, Gauvin Alexander; Harris, Steven J.; Kennedy, T. Frank (eds.). The Jesuits II: Cultures, Sciences, and the Arts, 1540–1773. University of Toronto Press. ISBN 978-0-8020-3861-6.