
L’Angelo della morte e la prima Pesach
Due religioni sorelle, come l’Ebraismo e il Cristianesimo, non potevano non avere tra le proprie più importanti festività due tradizioni assolutamente affini. La Pasqua Ebraica celebra il passaggio (ebraico פסח ; greco pascha ; aramaico pasah ovvero “passare oltre”) dalla condizione di schiavitù in Egitto a quella di libertà nella Terra Promesa. La tradizione Cristiana insieme a questo “transizione” verso la libertà del popolo di DIO, associa e ricorda anche l’analogo “passaggio” dalla morte alla resurrezione del Cristo, dalla “prigionia” terrena del corpo alla “liberazione” celeste dell’Anima.
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Origini
Presso gli ebrei la Pasqua (Pesach) era in origine legata all’attività agricola ed era la festa della raccolta dei primi frutti della campagna, a cominciare dal frumento. La Pasqua è una delle tre “feste di pellegrinaggio” (Shalosh Regalim) assieme a Pentecoste (Shavuot) e Festa delle Capanne (Sukkot).
In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse al precedente. In ricordo della fuga del popolo dall’Egitto e quando, grazie al sangue degli agnelli cosparsi sugli stipiti delle porte, l’Angelo sterminatore del SIGNORE (Esodo Capitolo 12) risparmiò i primogeniti degli Israeliti, colpendò invece quelli degli Egiziani.
Ancora oggi, la cena pasquale presso gli Ebrei si svolge secondo un preciso ordine detto Seder. Ci si nutre di erbe amare per ricordare l’amarezza della schiavitù egiziana e la stupore della libertà ritrovata.
Per celebrare la Pasqua gli israeliti al tempo di Gesù ogni anno si recavano a Gerusalemme, e fù proprio quello il motivo che condusse il Messia ad entrare nella Città Santa. La sua morte infatti avvenne proprio in occasione della pasqua ebraica, e per i cristiani Gesù rappresenta proprio lo stesso agnello pasquale che risparmia dalla morte, il pane nuovo che rende nuovi (1Cor 5, 7-8)
Quindi la tradizione di consumare l’agnello per Pasqua deriva dalla Pesach ebraica. Infatti l’agnello fa parte dell’origine di questa festività, e nello specifico si fa riferimento a quando DIO annunciò al popolo di Israele che lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo:
4 Mosè disse: “Così dice il SIGNORE: ‘Verso mezzanotte Io passerò in mezzo all’Egitto 5 e ogni primogenito nel paese d’Egitto morirà, dal primogenito del faraone che siede sul suo trono, al primogenito della serva che sta dietro la macina e ad ogni primogenito del bestiame.”
(Esodo 11, 4-8)
Ordinando così al popolo d’Israele di marcare le loro porte con del sangue d’agnello in modo che l’Angelo fosse in grado riconoscere chi colpire con la decima ed ultima piaga.
Con il Cristianeismo, il simbolo dell’agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione.
Tradizione Ebraica
Diversi sono gli elementi simbolici impiegati: le verdure o erbe amare per rappresentare l’amarezza della vita, una ciotola con acqua salata per indicare le lacrime versate dagli Ebrei in Egitto, in cui vengono inzuppati sedano, cipolla cruda o patata sbucciata e bollita, una ciotola con dentro il charoset, una sorta di impasto o marmellata di frutta e frutta secca (solitamente composta da mele, pere, noci e vino) in ricordo della malta utilizzata in Egitto dagli schiavi israeliani per fabbricare i mattoni. Questi ingredienti simbolici vengono posizionati in un vassoio particolare (ke’arà), utilizzato in occasione del pasto di Pasqua. Al centro del piatto del Seder, in un vassoio coperto da un panno bianco o in una sacca bianca a tre scomparti (“tasca della matzah”), si adagiano tre pani azzimi, selezionati in base al processo di lavorazione.
Tradizione Cristiana
Tradizione Islamica
Anche nell’Islam si festeggia la Pasqua, ovviamente con un significato diverso rispetto alla tradizione Ebraica e Cristiana. La Pasqua Islamica, l’Eid al-Adha, è la cosiddetta festa del sacrificio: tale celebrazione, infatti, ricorda il sacrificio del profeta Abramo, primo patriarca dell’islam, nei confronti del figlio Isacco. DIO, infatti, mise alla prova la fedeltà di Abramo ordinandogli di sacrificare Isacco, sui figlio. Abramo obbedisce ma un Angelo, scendendo dal cielo, blocca la mano di Abramo che già impugnava il coltello col quale avrebbe ucciso suo figlio (Genesi 22, 1-18). La più importante è la cosiddetta “Grande Festa” (Al-Id Al-Kabir), o “Festa del sacrificio” (Id Al-Adha), celebrata il 10 del mese di dhu al-higgia (l’ultimo mese del calendario lunare). Essa dura di solito tre o quattro giorni e prevede l’immolazione di un capo di bestiame nello stesso momento in cui i pellegrini fanno altrettanto nella valle di Mina vicino a La Mecca.
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Referenze
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In most European languages Easter is called by some variant of the late Latin word Pascha, which in turn derives from the Hebrew pesach, meaning passover.
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Easter Day, also known as Resurrection Sunday, marks the high point of the Christian year. It is the day that we celebrate the resurrection of Jesus Christ from the dead.