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introduzione
Gli scienziati ritengono che solo il 40% della felicità sia un fattore genetico, mentre il restante 60% dipende invece da noi stessi e da come decidiamo di affrontare le nostre vite. La sedentarietà, uno stile di vita sregolato, la mancanza di fede e di empatia nei confronti del prossimo sono tutti fattori che aumentano la nostra infelicità, conducendo progressivamente il nostro animo verso il baratro. Un disturbo dell’umore, un senso di malinconia (μελαγχολία “melancolia” composto da μέλας = nero e χολή = bile) un concetto già ben noto e studiato sin dai tempi dell’antichità classica, quell’emozione caratterizzata da un costante scoraggiamento ed impotenza. Questo stato mentale oggi più che mai è stato identificato in una vera e propria patologia, la depressione, che secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, affligge più di 264 milioni di persone. Un’umore malinconico, triste, con sintomi comportamentali in grado di diminuire il grado dell’umore in modo da lieve a grave, compromettendo la socialità e la psicologia della persona.
Non sei affatto solo/a
Il disturbo depressivo maggiore (MDD), comunemente noto come depressione clinica, è uno dei disturbi mentali più comuni nel mondo. Non importa l’età, la razza o lo stato socioeconomico, quando la felicità inizia ad allontanarsi dalle nostre vite si deve fare qualcosa per cambiare questa rovinosa inerzia dello spirito, altrimenti essa agirà come una sfera di metallo su di un piano inclinato: il suo progressivo moto non si arresterà. Per cambiare le dinamiche di questo scenario dovrà intervenire un’altra forza, proveniente dall’esterno del corpo in oggetto e in grado di mutarne l’andamento. Ma non aspettiamoci che la nostra “sfera” non tornerà più a rotolare verso il basso, perchè per quanto possiamo agire sul moto, non possiamo invece cambiare la pendenza “piano”.
Ma se quindi la cattiva notizia è che dalla depressione non si guarisce completamente, quella buona invece non è solo che milioni di persone riescono a gestirla senza particolari afflizioni e danni per la propria esistenza, ma che addirittura alcuni riescono a sfruttare questa “diversità” a proprio vantaggio. Le persone solitamente che soffrono di disturbi dell’umore sono anche quelle con maggiore creatività ed immaginazione, più dotate della norma a sviluppare un pensiero analitico.
[perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=”14″] Rimurginare e girare intorno agli stessi pensieri con apparentemente scarso controllo è considerato uno dei sintomi negativi della depressione, ma le rimurginazioni così come le febbri, possono essere una cosa buona per l’organismo che tende a fortificarsi[/perfectpullquote]Secondo un recente studio della Clarkson University, la depressione può promuovere il ragionamento analitico e la persistenza, cioè qualità utili in compiti complessi, maggiormente in grado di scomporre problemi complessi in componenti più piccoli e quindi facilmente risolvibili.
Inoltre la depressione ci rende più concentrati. Se il rimurginare e girare intorno agli stessi pensieri con apparentemente scarso controllo è considerato uno dei sintomi negativi della depressione (e molti farmaci cercano di combattere proprio questo aspetto della personalità), ma come affermano due illustri ricercatori, Andrews e Thompson, le rimurginazioni così come le febbri, possono essere una cosa buona per l’organismo che tende a fortificarsi.
Cosa ci rende davvero felici
Alcune persone sembrano nascere con una predisposizione più felice e spensierata di altre, ma seppure ci può essere una predisposizione alla depressione, ciò non significa che si sarà destinati ad essere infelici per sempre, perché per maggioranza (60%) la felicità dipende dal nostro stile di vita e da altri fattori ambientali che possiamo modificare.
La felicità è sicuramente determinata per ognuno di noi, da fattori differenti, anche se si può genericamente sostenere che ci sono alcune componenti universali in grado di combattere l’angoscia e l’infelicità. La felicità è tipicamente determinata da tre componenti principali:
[perfectpullquote align=”right” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=”14″]Non importa cosa si fa, l’importante è non rimanere fermi ma cercare di muoversi in avanti[/perfectpullquote]
- La soddisfazione dei propri bisogni primari. Risulta davvero difficile essere felici quando i bisogni primari, quelli essenziali alla vita, non riescono ad essere soddisfatti. Una casa, il cibo sulla propria tavola, avere accesso ad acqua potabile, sono tutti elementi imprescindibili per una buona salute non solo fisica, ma mentale. Una vera società, intesa come una comunità di giusti e governata nella giustizia, deve riuscire a garantire questi bisogni per tutti, indistintamente. La chiave per l’eqiuilibrio è la garanzia dei bisogni primari e il continuo discostamento da quelli secondari (futili e dannosi).
- Sentirsi coinvolti in qualcosa ogni giorno. San Benedetto nella sua regola monastica condannava la noia come il male che ci avvicina inevitabilmente al peccato, così come un detto rabbinico afferma: “Essere impegnati è un bene, tiene lontano dai guai”. Che sia al lavoro, tramite relazioni interpersonali, o durante lo svolgimento di un hobby, è molto importante sentirsi coinvolti in qualcosa, perchè l’inattività è nemica del genere umano, lascia uno spiraglio d’entrata per l’Avversario, il male. Ma questo “qualcosa” non deve essere solo un piacevole svago, ma maggiormente un’attività che si compie con sacrificio, e che poi ci permetterà di “raccogliere i frutti” della nostra fatica. Non importa cosa si fa, l’importante è non rimanere fermi ma muoversi in avanti.
- Avere un chiaro scopo nella vita. Ciò che si fa nella propria vita, e della propria vita è molto importante per il proprio benessere. A volte ingenuamente si pensa che se avessi “quel conto in banca” sarei felice, oppure se “abitassi in quella casa” sarei appagato, o se il mio aspetto fosse in “quel modo” mi piacerei. Ma la felicità non si può cercare in “quelle cose” esterne a noi, la felicità si trova al di dentro, altrimenti non si spiegherebbe del perchè moltissime persone ricchissime e famose finiscono la propria vita drammaticamente. Conta invece “arricchirsi” di obiettivi e aspirazioni, questo è un fattore chiave per la felicità, perchè non puoi star bene con te stesso se non aspiri ad una crescita e non ti senti parte di una qualcosa di più grande. Non importa ciò che fai, l’importante è farlo con convinzione.
Aumentare la propria felicità
Felici si diventa, e per allontanare la sensazione di infelicità ed inquietudine quando insorgono, è necessario impegno e conoscenza. Esistono modi comprovati per aumentare la felicità, e tra questi i più noti sono l’esercizio fisico, dedicare del tempo ad una pratica spitiruale, passeggiare o trascorrere del tempo nella natura o fare del volontariato. [perfectpullquote align=”right” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=”14″]La felicità è determinata solo parzialmente dai tuoi geni e il resto si riduce allo stile di vita e ad altri fattori ambientali che si possono, anzi si devono controllare[/perfectpullquote]
La ricerca indica che possiamo ereditare molti tratti tra cui ottimismo, autostima e felicità. Quindi seppure esistono fattori genetici che potrebbero predisporci più o meno alla felicità, ci sono allo stesso modo elementi esterni al nostro corpo che, anche nei momenti difficili, sollevano concretamente e con effetto immediato il nostro spirito:
- Stare in mezzo la natura. La natura ti aiuta a riflettere con semplicità e quindi più serenamente rispetto al modo in cui solitamente le persone ragionano. Riusciamo ad umiliarci davanti la grandezza del Creato che ci circonda, riduce lo stress e aiuta a sentirci più connessi al mondo, il che può condurre ad un maggiore senso di soddisfazione.
- Spiritualità. La fede, la meditazione e la religiosità in generale, influiscono incredibilmente sulla crescita della propria felicità. Credere fermamente in un “potere superiore” aiuta il nostro personale equilibrio, allontanando ogni episodio di ansia ed attacchi di panico, e la ragione è abbastanza ovvia: abbiamo fede che DIO, come Padre non ci abbandonerà, e che quello stato d’animo che stiamo riscontrando, per quanto doloroso possa essere, ci condurrà comunque ad un bene. Di certo il buio nel tunnel rimane, ma attraverso la spiritualità si riesce a trovare la forza di continuare a camminare per arrivare alla luce che inevitabilmente si trova alla fine del percorso.
Inoltre la fede da una maggiore sensazione di avere uno scopo nella vita. Non siamo stati creati solo per vivere, procreare e morire, ma siamo invece connessi con i nostri antenati e chiamati a migliorare i doni che DIO ci ha concesso, primo su tutti la vita stessa e la nostra esistenza.
“Hai trasformato il mio lamento in una danza per me; hai slacciato la mia veste di sacco e mi hai cinto di gioia.”
(Salmo 30, 11)
- Esercizio fisico. L’attività fisica non è solo utile per il corpo, ma anche per la mente. Rilascia dopamina, ci rilassa, distrae e ci fa sentire meglio con noi stessi e con il nostro corpo. Seppure nei momenti di depressione le emozioni variano dalla profonda tristezza all’apatia, e i compiti più semplici possono sembrare insormontabili, se si forza se stessi a fare anche una sola piccola attività fisica, i risultati saranno immediati. Non serve correre una maratona, perchè anche il camminare, lo yoga e lo stretching statico rilasciano gli stessi benefici.
- Nutrizione. Ippocrate, il padre della medicina moderna, affermava che il miglior medicinale per se stessi si trovasse proprio nell’alimentazione. Una dieta sana può avere un enorme effetto sulla propria autostima, salute e conseguente felicità. Molti studi, tra cui una ricerca del Nutrition Journal ha evidenziato di come una dieta maggiormente a base di verdura aiuti a migliorare l’umore e la salute in generale.
[perfectpullquote align=”right” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=”16″]Ci sono tre chiavi che aprono ogni porta: “grazie”, “per favore” e “mi dispiace”[/perfectpullquote]
- Mostrare gratitudine ed essere gentili. Ci sono tre chiavi che aprono ogni porta: “grazie”, “per favore” e “mi dispiace”. Si deve essere consapoveli delle benedizioni che abbiamo, e la preghiera di ringraziamento serve proprio a questo: non dimenticare quello che già abbiamo ricevuto, senza chiedere ulteriormente. Se ci rendiamo conto che fino a pochi decenni fa senza l’accesso al cibo di oggi, l’elettricità, la medicina, e le moltissime altre concessioni che sono scontate per le nostre generazioni, ma che invece fino a poco tempo fa non erano nemmeno alla portata dei Re della Terra. Se comprendiamo questo, non possiamo che non essere grati e gentili con il prossimo, perchè questa fortuna è toccata proprio a noi.
- Ridere. Un buon sorriso cura molti malanni. Le persone che riescono a trovare umorismo anche nelle circostanze più buie sono anche spesso in grado di aumentare la loro felicità.
- Fare del volontariato. Fare qualcosa per gli altri distoglie l’attenzione da se stessi e fa sentire bene. Le prove della correlazione tra il volontariato e il benessere si sono negli anni gradualmente accumulate, e questo è spiegato in che modo da una recente ricerca. Anche se non possiamo impegnarti regolarmente nel fare volontariato, ci sono sempre piccoli gesti giornalieri che possiamo fare per aiutare gli altri, sia nelle nostre famiglie che al di fuori, quello che in ebraico è chiamato Tikkun Olam.
Agire sul proprio cervello
Si può agire sul proprio cervello, sul modo in cui “riceve” gli impulsi. La serotonina è un neurotrasmettitore, il che significa che le cellule del cervello e del sistema nervoso la utilizzano per comunicare tra di oro. È un ormone che mantiene il nostro umore e il benessere generale, regolando al tempo stesso diverse funzioni cerebrali come l’appetito, l’apprendimento, il sonno, la memoria e la cognizione. La serotonina si trova soprattutto nel sistema digestivo, ma si trova anche nelle piastrine del sangue e in tutto il sistema nervoso centrale.
La serotonina è prodotta dall’amminoacido essenziale triptofano, questo entra nel nostro corpo attraverso l’alimentazione ed è comunemente presente in alimenti come spinaci, noci, formaggio e nella carne. La carenza di triptofano può portare ad un abbassamento dei livelli di serotonina, e quindi a disturbi dell’umore, come ansia o depressione.
[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=”12″]Cibi che aumentano la seratonina:
Salmone
Uova
Tofu
Ananas
Formaggio
Prodotti della soia
Pollo e tacchino
Spinaci
Semi e noci come semi di zucca e noci [/perfectpullquote]
Si può quindi aumentare la felicità incrementando i livelli di serotonina, ed esistono modi assolutamente naturali per aumentarla nel nostro corpo, tra cui l’esposizione a luce diretta (terapia del sole o della luce), l’esercizio del corpo, una dieta sana, la meditazione (che per i religiosi può essere anche la preghiera o gli inni), o una tisana calda (l’iperico “Hypericum perforatum” è una pianta che è stata utilizzata per secoli come rimedio naturale per la salute mentale, ed è largamente prescritta contro la depressione anche oggi e conosciuta come la pianta di San Giovanni).
Conclusioni
La depressione può rendere la vita così grigia che non si è mai sicuri da dove e quando il sole tornerà a risplendere. In questi momenti sarà di fondamentale importanza cercare di spostarsi dalle tenebre, perchè al peggio (ma così come al meglio) non c’è mai fine. Dobbiamo allontanarci dai pensieri negativi, distrarci con qualcosa di costruttivo invece che distruttivo come il costante pensare e ripensare, perchè erroneamente spesso contiamo e ricordiamo tutte le nostre disgrazie, ma dimentichiamo facilmente tutte le benedizioni e gioie ricevute.
Dobbiamo concentrarci quindi non solo in altre attività, ma in particolare su altri soggetti. Parliamo con un amico, o un parente, ma non delle nostre disgrazie, focalizziamoci su altro, facciamo un giro in mezzo la natura, facciamo un piccolo lavoro che avevamo lasciato da parte e magari dopo fare un bel bagno caldo, e scopriremo che la serenità può essere raggiunta più facilmente di quanto pensavamo.