Gilgul: il concetto di reincarnazione secondo la Cabala Ebraica
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Introduzione

Il Gilgul o anche Gilgul neshamot o Gilgulai Ha Neshamot (in Ebraico גלגול הנשמות, Plurale: Gilgulim; “ciclo” in ebraico נשמות, nesahmot, “anime”, “ciclo delle anime“) è il concetto di reincarnazione, o per essere più precisi di trasmigrazione (vita-morte-rinascita) delle anime secondo la Cabala Ebraica.
Dai mistici ebrei del mondo antico non sono arrivate testimonianze scritte in merito alla reincarnazione, ma la credenza universale in un’anima immortale è un concetto da sempre attestato. [nota 1]
Benché sia una concezione non presente nella Torah scritta e non esplicita nel Talmud, oggi la reincarnazione (gilgul) è accettata universalmente nell’ebraismo hasidico, che considera la Cabala come sacra ed autorevole, ed è anche una credenza all’interno di molte correnti del giudaismo moderno. Lo Zohar, pubblicato per la prima volta nel XIII secolo, parla a lungo di questa reincarnazione, soprattutto nella parte della Torah “Balak”. Il maestro Isaac Luria, affermava di conoscere la vita passata di ogni persona attraverso le sue capacità profetiche, mentre il maestro lituano del XVIII secolo Elia di Vilna, conosciuto come il Gaon di Vilna, ha brillantemente scritto in merito al gilgul commentando il Libro biblico di Giona come allegoria della reincarnazione.

Reincarnazione e resurrezione

Innanzitutto c’è da specificare la differenza tra due termini che spesso vengono confusi ed intersambiati, forse anche perchè fondamentalmente appartengono a concetti molto simili.
Per reincarnazione si intende l’essere “rimessi in un corpo nuovo”, ovvero essere riportati in vita dopo la morte, ma rinascendo in un corpo totalmente nuovo, ad esempio in un bambino con un nuovo nome e una nuova identità.
Mentre per resurrezione si intende quando lo spirito e il corpo originale ritornano nello stesso corpo che avevano prima di morire: la stessa persona che muore, e torna di nuovo in vita. Quindi per la reincarnazione il corpo e l’anima si separano. Il primo è solo una sorta di contenitore per il “vero essere”, che è l’anima, mentre nella resurrezione non avviene questa “separazione”, il corpo (contenitore) e l’anima (il contenuto) rimangono insieme ritornando a formare l’essere unico di prima della morte.
A sua volta la resurrezione dei morti o anastasi è una credenza escatologica della tradizione delle religioni abramitiche, e in quanto concetto religioso, può essere applicato a due aspetti distinti: la resurrezione delle singole anime, oppure la resurrezione dei morti che avverrà alla fine dei tempi (giorno del Giudizio), dove è l’anima il vero veicolo di resurrezione delle persone.

La morte e la resurrezione di Gesù è un punto centrale del cristianesimo. Ne deriva un dibattito teologico cristiano su quale tipo di resurrezione sia di fatto, una resurrezione spirituale con un corpo spirituale in Cielo, o una resurrezione materiale con un corpo umano ripristinato. Mentre la maggior parte dei cristiani crede che la resurrezione di Gesù dai morti e l’ascensione al Cielo sia avvenuta in un corpo materiale, ASH crede che sia stata spirituale.

Il ciclo di vita delle anime

Quindi il Gilgul descrive il concetto di reincarnazione cabalistica, in questo “ciclo” (o “ruota”) le anime ruotano come in dei “cicli di vita” attraverso le “incarnazioni” venendo associate a diversi corpi umani nel tempo. Il corpo con cui si associa dipenderà dal precedente livello spirituale del corpo del predecessore. Il concetto si riferisce ai processi più estesi della storia in Kabbalah (Cabala), coinvolgendo Tikkun cosmico (rettifica messianica) e la dinamica storica delle Luci ascendenti e dei Vascelli discendenti di generazione in generazione. Le spiegazioni esoteriche di gilgul furono articolate nel misticismo Ebraico da Isaac Luria nel XVI secolo, come parte dello scopo metafisico della Creazione.

“Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerà. Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna.”
(Zohar)

“Il CREATORE del mondo e di tutte le anime sa quello che accadde tra gli individui nelle vite precedenti”
(Zohar)

La dottrina ebraica della reincarnazione si può allora rintracciare nei seguenti elementi:

  • Il principale continuatore della dottrina della reincarnazione secondo l’esegesi ebraica è l’Arizal anche attraverso uno dei suoi testi edito anche in inglese, Gate of reincarnation, dall’originale ebraico. Accettando il presupposto secondo cui non tutti gli uomini sono soggetti alla reincarnazione, spiegando poi che lo scopo del ghilgul è il tiqqun, in questo caso la rettificazione delle differenti anime Nefesh, Ruach e Neshamah, che possono essere raggiunte e completate in una stessa persona, egli enumera differenti concezioni di reincarnazione, facendone esempi pratici: dice ad esempio che ogni tipo di anima delle persone soggette alla reincarnazione dev’essere rettificato in vite differenti ed in rari casi tutte in una vita successiva soltanto e sottolineando anche che ne esiste un tipo in cui due persone si corrispondono senza per forza di cose essere stretti dalla stessa anima venuta al mondo due volte o in più situazioni differenti; la persona nasce e muore in più vite; più anime di persone differenti potrebbero essere rettificate nel corso di un unico ciclo di reincarnazioni.
  • Rabbi Shimon bar Yochay, rabbino del Talmud ed autore dello Zohar, fu a conoscenza del mistero della reincarnazione.
  • Anche il Gaon di Vilna ha scritto un commento al Libro di Giona adattandolo alla reincarnazione secondo l’interpretazione iniziale che trova l’analogia di Giona con l’anima dell’uomo, della barca come il suo corpo, del mare come questo mondo e della Terra asciutta come il Mondo Futuro.
  • Tra gli altri si ricordano Isaia Horowitz e Shlomo Alkabetz il quale afferma che vi sono tre tipi di reincarnazione rapportati alle caratteristiche dei tre patriarchi del popolo d’Israele: ad Avraham corrisponde il tipo in cui nelle vite successive si compiono buone azioni e si realizzano i precetti non compiuti o quelli trasgrediti nelle vite precedenti; ad Isacco, simbolo di timore e potenza, corrispondono le vite di anime reincarnate in animali puri, “rettificate” dai peccati dagli Ebrei; infine a Giacobbe, segno di bellezza ed armonia, corrispondono vite successive, fino a 2000, in cui si possono compiere Mizvot non compiute precedentemente per mancanza di opportunità.

Storia del pensiero ebraico

La nozione di reincarnazione, pur essendo ritenuta da alcuni una credenza mistica, non è un principio fondamentale del giudaismo tradizionale. Non è menzionata nelle fonti classiche tradizionali come il Tanakh (Bibbia), le opere classiche rabbiniche (Mishnah e Talmud), o i 13 Principi di fede di Maimonide. La Cabala (la mistica ebraica), tuttavia, insegna una credenza nel gilgul, la trasmigrazione delle anime, e quindi la credenza è universale nel giudaismo hasidico, che considera la Cabala come sacra e autorevole.

Tra i rabbini più noti che hanno rifiutato l’idea della reincarnazione ci sono Saadia Gaon, David Kimhi, Hasdai Crescas, Yedayah Bedershi (inizio del XIV secolo), Joseph Albo, Abraham ibn Daud e Leon de Modena. Tra i Geonim, Hai Gaon si è battuto con Saadia Gaon a favore dei gilgulim.

Tra i rabbini che credevano nell’idea della reincarnazione vi sono, dal Medioevo, i capi mistici Nahmanide e Rabbenu Bahya ben Asher; dal XVI secolo: Levi ibn Habib (la Ralbah), e della scuola mistica di Safed Shelomoh Alkabez, Isaac Luria (l’Ari) e il suo esponente Hayyim Vital; e del XVIII secolo: il fondatore dell’hasidismo Yisrael Baal Shem Tov, più tardi i maestri hasidici, e il leader lituano ebreo ortodosso e cabalista lituano Vilna Gaon; e – tra gli altri – del XIX-XX secolo: Yosef Hayyim autore di Ben Ish Hai.

Con la classificazione razionale della Cabala Cordoverana del XVI secolo da parte del Ramak, e il successivo nuovo paradigma della Cabala lurianica da parte dell’Ari, la Cabala ha sostituito la ” Hakirah ” (Filosofia ebraica medievale razionalistica) come teologia ebraica tradizionale, sia negli ambienti accademici che nell’immaginario popolare. Isaac Luria ha insegnato nuove spiegazioni del processo del gilgul, e l’identificazione delle reincarnazioni delle figure storiche ebraiche, che sono state compilate da Haim Vital nel suo Shaar HaGilgulim.

L’idea di gilgul divenne popolare nella credenza popolare ebraica, e si trova in molta letteratura yiddish tra gli ebrei ashkenazisti.

Nella Kabbalah (Cabala)

Il testo cabalistico essenziale per quanto riguarda gilgul si chiama Sha’ar Ha’Gilgulim (La Porta delle Reincarnazioni), basato sull’opera del rabbino Isaac Luria (e compilato dal suo discepolo, il rabbino Chaim Vital). Descrive le profonde e complesse leggi della reincarnazione. Un concetto che nasce da Sha’ar Ha’gilgulim è l’idea che gilgul sia fisicamente parallelo alla gravidanza. Nella Cabala, ogni verità spirituale superiore si vede riflessa in forme più basse in questo mondo fisico. Questo perché la forza vitale divina per questo regno scende prima di tutto attraverso la catena dei regni superiori.

Espressione di Divina compassione

Nella comprensione cabalistica di gilgul, la reincarnazione non è fatalistica o automatica, né è essenzialmente una punizione per il peccato, o una ricompensa per la virtù. Nel giudaismo, i regni celesti potrebbero soddisfare il principio di Maimonide della fede nella ricompensa e nella punizione. Si tratta piuttosto del processo di Tikkun (Rettificazione) individuale dell’anima. Nell’interpretazione cabalistica, ogni anima ebraica viene reincarnata abbastanza volte solo per soddisfare ciascuno dei 613 Mitzvot. Le anime dei giusti tra le Nazioni possono essere aiutate attraverso i gilgulim a realizzare le loro Sette Leggi di Noè. Come tale il gilgul è un’espressione di compassione divina, ed è visto come un accordo celeste con l’anima individuale per discendere di nuovo. Questo stress sulle prestazioni fisiche e sulla perfezione di ogni Mitzvah, è legato alla dottrina lurianica del Tikkun cosmico della Creazione. In questi nuovi insegnamenti, all’inizio della Creazione si è verificata una catastrofe cosmica chiamata “Frantumazione dei Vascelli” delle Sephirot nel “Mondo di Tohu (Caos)”. I vascelli delle Sephirot si ruppero e caddero giù attraverso i Mondi spirituali fino a quando non furono incorporati nel nostro regno fisico come “scintille di santità” (Nitzutzot). La ragione nella cabala lurianica che quasi tutti i Mitzvot coinvolgono l’azione fisica, è che attraverso la loro prestazione, essi elevano ogni particolare Scintilla di santità associata a quel comandamento. Una volta che tutte le Scintille sono redente alla loro fonte spirituale, inizia l’Era Messianica. Questa teologia metafisica dà un significato cosmico alla vita di ogni persona, poiché ogni individuo ha compiti particolari che solo lui può compiere. Pertanto, i gilgulim assistono l’anima individuale in questo piano cosmico. Questo spiega anche la ragione cabalistica per cui la futura Utopia escatologica sarà in questo Mondo, poiché solo nel regno più basso, quello fisico, si realizza lo scopo della Creazione.

Dimensione spirituale di tutte le Creazioni

Nella Cabala, dalla sua forma iniziale medievale in poi, la Creazione è descritta come una catena discendente di Mondi spirituali di causa ed effetto. Il nuovo paradigma cabalistico del XVI secolo di Isaac Luria ne estende il significato con il concetto delle scintille sacre. La Creazione è un processo continuo di vitalità divina. Tutte le Creazioni fisiche e spirituali continuano ad esistere solo grazie all’immanente Ohr Divino (“la Luce”), dalla Volontà di DIO di creare, che ricevono costantemente. Questo flusso immanente forma la scintilla della santità in qualsiasi forma creata. Questo insegna che la vera essenza di ogni cosa è solo la sua scintilla Divina al suo interno, che le dà un’esistenza continua. Se la luce venisse ritirata, la creazione cesserebbe di esistere. Questa completa dipendenza dalla Divinità è nascosta in questo regno fisico più basso, ma le anime e gli angeli di regni spirituali sempre più alti vengono annullati all’Unità Divina, in gradi sempre più alti. Questo spiega l’affermazione di Isaac Luria che anche le pietre possiedono una forma sottile di anima. Con l’accento nella cabala lurianica sulla rettifica Tikkun cosmica, di conseguenza ogni foglia possiede anche un’anima che “è venuta in questo mondo per ricevere una rettifica”.

La radice sopra la coscienza del Gilgul

Nella dottrina lurianica del XVI secolo per la prima volta troviamo testimonianza che la Cabala si è occupata approfonditamente del gilgul, perché costituisce il parallelo microcosmico della rettifica divina cosmica insegnata da Luria. Nella cabala medievale dello Zohar, che ha ricevuto la sua piena sintesi razionale nella cabala Cordoverina del XVI secolo, subito prima dei nuovi insegnamenti di Luria, il Gilgul non era al centro dell’attenzione perché si cercava una classificazione intellettuale. La cabala lurianica, di conseguenza, pur essendo anche pienamente sistematizzata nell’articolazione razionale, si concentra tuttavia sui livelli dell’anima divina al di sopra dell’intelletto. La dottrina centrale di Luria è il Tzimtzum (il “Ritiro” divino) che paradossalmente trascende la logica umana. La rettifica Tikkun dello Tzimtzum, che coinvolge il “birur” (elevazione) delle scintille della Creazione, e il loro parallelo dell’anima nel Gilgul, analogamente sono radicati nei livelli divini al di sopra dell’intelletto. Nella struttura cabalistica fondamentale della 10 Sephirot (emanazioni), il Keter (la volontà divina) trascende le Sephirot intellettuali ed è l’origine del Tutto.

L’idea lurianica che tutte le Creazioni fisiche e spirituali possiedono la loro particolare “anima” corporea, spiega l’idea che il gilgul può comportare che l’anima di una persona venga occasionalmente esiliata in creature inferiori, piante o persino pietre.

I cinquel livelli dell’Anima

Nel misticismo ebraico l’anima umana ha cinque livelli che si riferiscono a diversi livelli delle Sephirot (emanazioni divine). Basandosi su un’antica fonte midrashica, la Cabala dà i nomi a questi cinque livelli. Le loro corrispondenti Sephirot hanno sia funzioni spirituali esterne (vascelli/recipienti/vasi) sia dimensioni interne (luci), che si riferiscono a manifestazioni esterne dell’anima umana, e i loro “poteri dell’anima” psicologici interni. I cinque livelli dell’anima umana in ordine crescente:

Livelli dell’Anima Natura
Nefesh (“Forza vitale”) Aspetto cosciente dell’anima investito nell’Azione. Malchut (il Regno / Regalità) nelle Sephirot
Ruach (“Spirito”) Aspetto cosciente dell’anima investita nelle Emozioni. 6 Sephirot emozionali (da Chesed a Yesod)
Neshamah (“Anima”) Aspetto cosciente dell’anima investita nell’Intelletto. Binah (la Comprensione) nelle Sephirot
Chayah (“Vivente”) Trascendente livello inconscio dell’anima. Vascello per una luce illimitata di Chochmah cosciente (Saggezza)
Rivelazione dell’inconscio al di fuori del Keter (la Volontà) nelle Sephirot
Yechida (“Unità/Unicità”) Radice essenziale, trascendente dell’anima. Il Vascello per l’inconscio di Keter nelle Sephirot
La rivelazione del Keter interiore (gioia) e dell’essenza dell’anima (fede)

La componente più basilare dell’anima, il nefesh, fa sempre parte del processo del gilgul, in quanto deve uscire alla cessazione della produzione di sangue (nella fase di morte). Si sposta in un altro corpo, dove la vita è iniziata. Ci sono altre quattro componenti dell’anima e diverse nazioni del mondo possiedono diverse forme d’anima con scopi diversi.

Altri processi di trasmigrazione

Il concetto di Gilgul contrasta con gli altri due processi Cabalalistici dell’Ibbur, l’attaccamento di una seconda anima a un individuo, e del Dybuk, l’esilio di un’anima.

Nell’Hasidismo

Internalizzazione delle strutture cabalistiche nel dveikut

La cabala lurianica si concentra sul processo dei gilgulim, in quanto forma il parallelo microcosmico parallelo alla rettifica macrocosmica della Creazione. Nei circoli d’élite degli studiosi cabalistici, diventa utile per aiutare una persona a raggiungere la rettifica identificare il suo particolare gilgulim spirituale.

L’hasidismo del XVIII secolo cercava di democratizzare e rendere popolare la tradizione mistica ebraica, in modo che la gente comune potesse essere rinvigorita dalle dimensioni interiori del giudaismo. Cercava l’interiorizzazione della metafisica cabalistica astratta nella percezione personale e nel fervore (dveikus), mettendo in relazione le strutture della Cabala con la loro rilevanza psicologica interiore nell’uomo. Poiché il gilgul fa parte dell’elaborata struttura astratta dei processi di redenzione della Cabala, è stato quindi messo da parte nell’ebraismo hasidico. L’ebraismo hasidico credeva nella Cabala e nel gilgul come autorevoli, ma ha lasciato da parte l’attenzione nel culto ebraico e nella meditazione sulle strutture, le meditazioni e i processi metafisici, per guardare alla divinità interiore dentro ogni cosa. Il panentheism hasidico si dedica al dveikus (attaccamento) all’Onnipresenza divina. In questo percorso interiore, l’identificazione del proprio passato gilgulim diventa esterno, e una deviazione dal Bittul interiore (auto-annullamento). Identificare i propri particolari compiti spirituali potrebbe introdurre un sofisticato livello di egoismo, mentre agire puramente da dveikus a DIO sarebbe un culto ebraico più alto ed essenziale. Si credeva che la figura hasidica del tzadik (il Rabbino Hasidico, “il giusto”), a cui i seguaci si sarebbero rivolti, con le sue capacità semiprofetiche, che avrebbe conosciuto il particolare passato gilguliano di ogni persona che si rivolgeva a loro, e il destino futuro di ogni persona. Tuttavia, nel pensiero Hasidico, essi non rivelerebbero direttamente queste informazioni in una consultazione privata, poiché per il seguace conoscere i compiti introdurrebbe l’autocentrismo, e l'”aiuto divino dall’alto”. Attraverso il suo Servizio Divino, l’Hasidismo cercava di far sì che la Divinità si rivelasse “dal basso” per realizzare lo scopo ultimo della Creazione. Ciononostante, lo Tzadik avrebbe dato assistenza e consigli speciali che avrebbero aiutato il seguace a raggiungere i suoi compiti, ma che avrebbero anche preservato la piena anima “dal basso” del servizio divino della persona comune.

La discesa e l’ascesa cabalistica nella storia

Gli stadi ascendenti della storia del misticismo ebraico

Nella storia del misticismo ebraico, questo approccio hasidico a gilgul corrisponde al terzo dei tre stadi successivi della percezione e della relazione con la Divinità. Questo si basa sulle tre categorie ascendenti dell’esistenza insegnate dal Baal Shem Tov: I mondi (“Olamot” – Le forme del vascello spirituale esterno), le anime (“Neshamot” – Le luci spirituali interne), la Divinità (“Elokut” – La Divinità essenziale).

Fase storica dell’insegnamento cabalistico Livello
Cabala Cordoverana I mondi: Moshe Cordovero ha dato la prima sintesi razionale completa delle diverse scuole della cabala medievale. Questa si concentra sulle sue strutture esterne, tra cui la catena discendente dei Mondi dall’Infinito al Finito.
Cabala Lurianica Le Anime: Isaac Luria ha dato un nuovo paradigma per spiegare la Cabala. Questo descrive il livello trascendente dell’anima e la rettifica del Tikkun cosmico divino e del Gilgul umano personale. Queste hanno origine nel paradosso e nella Divinità al di sopra dell’intelletto
Filosofia hasidica La Divinità: Il Baal Shem Tov, fondatore dell’Hasidismo, si è concentrato sull’essenza Divina essenziale interiore e sull’onnipresenza in ogni cosa. Verso l’esterno questo comportava una nuova popolarizzazione mistica e un nuovo fervore nella vita quotidiana. Interiormente, la filosofia hasidica mette in relazione l’esegesi cabalistica con le sue corrispondenze interiori nella percezione umana.

La discesa delle Generazioni nell’insegnamento halachico

Il giudaismo tradizionale vede le ultime generazioni come spiritualmente inferiori e più basse rispetto a quelle precedenti. Questa credenza, chiamata Yeridat ha-dorot (“Discesa delle generazioni”), plasma lo sviluppo del pensiero ebraico tradizionale. Nel commento talmudico e nella Halachah significa che le autorità di quest’ultima nell’Era dell’ebraismo rabbinico in genere non sono in disaccordo con le autorità dell’epoca precedente. La base di ciò è costituita da due elementi. Nella catena storica di trasmissione dell’ebraismo da una generazione all’altra, un’ultima generazione è ulteriormente lontana dall’originale Rivelazione della Torah sul Monte Sinai. Le autorità Halachiche di una generazione successiva eviterebbero di essere in disaccordo con le precedenti autorità Halachiche, poiché per raggiungerle la catena di trasmissione della Torah è più lunga e più vulnerabile a ricordi sbagliati. Questo vale fino a quando la Torah orale non è stata scritta nel Talmud, dove i Saggi Amoraim del Gemara commentano non dissentono con i precedenti Tannaim del Mishna. Di conseguenza, il Mishnaic Pirkei Avot inizia con un resoconto storico della catena di trasmissione della Torah orale da Mosè, fino a quando non è stato scritto nella Mishna. Una volta che la Torah orale è stata scritta nel Talmud e nei suoi commenti, il principio è ancora valido per un secondo motivo. Mentre l’Halachah si adatta alle nuove innovazioni tecnologiche, i principi che stanno alla base sono considerati come elementi fondanti. Le autorità più recenti sono meno qualificate a definire i parametri fondamentali della Halachah.

Livelli inferiori delle anime nelle ultime generazioni

Questa credenza nella Discesa delle Generazioni si trova anche nella visione del mondo dell’ebraismo ortodosso, che tradizionalmente si basava sulla dottrina talmudica. Tuttavia, i livelli ascendenti da generazione a generazione nel misticismo ebraico sopra descritto, uno schema opposto alla Discesa delle Generazioni, non sono così ben noti nell’Ortodossia contemporanea. Questo perché la mistica ebraica è meno compresa dagli ebrei ortodossi regolari, soprattutto al di fuori del mistico movimento hasidico. Anche all’interno dell’Hasidismo, la comprensione accademica del significato della filosofia hasidica in relazione alla Cabala storica, è più limitata per alcuni gruppi hasidici che per altri. Le tre fasi ascendenti del paradigma cabalistico, elencate sopra, non contraddicono la più ampia credenza della Discesa delle Generazioni. La Cabala dà la propria ragione metafisica alla discesa generazionale. Nella teologia cabalistica, le ultime generazioni hanno un’anima inferiore a quella delle generazioni precedenti. Il livello di un’anima nella Cabala si riferisce solo alla sua forma rivelata, mentre tutte le anime sono radicate nelle stesse fonti. Un’anima inferiore significa che il suo potere spirituale è diventato molto limitato mentre scendeva la Catena dei Mondi per raggiungere questo Mondo. Di conseguenza, il possessore dell’anima ha capacità spirituali molto più limitate. Nelle ultime generazioni prima del Messia, le anime provengono dai livelli più bassi, anche se sono dei gilgulim delle anime superiori delle generazioni precedenti. Questo dà l’interpretazione cabalistica delle ultime generazioni quando i ” I tacchi/calcagni (passi) del Messia ” sono percettibili. Questa frase talmudica diventa nella cabala, le generazioni di anime che corrispondono nell’Uomo-metafora delle Sephirot al livello più basso quello dei “calcagni” dei piedi. Questa necessità non deve però essere considerata uno svantaggio, come nel pensiero hasidico, che cercava l’annullamento interiore a DIO nei dveikus, le anime inferiori adorano DIO con più sacrificio di sé e con più sincerità interiore, perché agiscono senza grande conoscenza e realizzazione dell’ego. Il loro servizio divino è in grado di portare il Messia grazie alla loro devota essenzialità d’animo.

Rivelazioni mistiche ascendenti di alcuni Tzadikim

Nel pensiero mistico ebraico, la discendenza delle generazioni vale ancora di più per questa spiegazione metafisica. All’interno della dottrina si applica alla Halachah e al commento talmudico a causa di semplici spiegazioni storiche. Tuttavia, all’interno del misticismo lurianico vale ancora l’ascendenza progressiva opposta. La ragione è che questa dimensione cabalistica del pensiero ebraico del XVI secolo è stata innovata solo dai più grandi Tzadikim (anime sante) della storia, i più rari dei quali non sono toccati dai livelli generazionali discendenti dell’anima. Un Tzadik nella filosofia dello Chabad dell’inizio del XIX secolo, come definito dal Tanya (1814 ca.), è un’anima veramente elevata, non influenzata da limitazioni fisiche. I più rari Tzadikim della storia, che insegnano nuove rivelazioni nel pensiero cabalistico, sono considerati a parte dal Tzadikim generale (tradizionale). Ad essi viene applicato nella cabala il versetto dei Salmi, “Il Tzadik [tradizionale] è il fondamento del mondo”. La cabala lurianica del XVI secolo e la filosofia hasidica del XVIII secolo fanno affermazioni radicali su questo livello supremo del Tzadik che si ritiene essere il livello supremo. Nella visione cabalistica del mondo, le loro nuove rivelazioni del pensiero mistico ebraico fanno avanzare le frontiere concettuali della Cabala di generazione in generazione. Pertanto, mentre nella Halachah (legge ebraica) la capacità di studio diminuisce ad ogni generazione, nella filosofia lurianica del XVI secolo, nella filosofia hasidica del XVIII secolo e in quella cabalica del XIX secolo, si dice che il pensiero mistico ascenda attraverso la storia. Questa ascesa si applica al pensiero mistico ebraico, la “Torah interna” (Nistar-“Nascosta”) della Cabala, piuttosto che la “Torah rivelata” (Nigleh-“Rivelata”) dei commenti ebraici sulla Bibbia, Midrash, Talmud, Halachah e la filosofia ebraica medievale. La ragione di ciò è che in Nigleh, la borsa di studio comporta la scoperta di nuove e più profonde interpretazioni di precedenti testi biblici e rabbinici rivelati. Nella cabala lurianica, il progresso è fatto da nuove dottrine e rivelazioni individuali che trascendono le descrizioni precedenti. Il “Nigleh” “Rivelato” corrisponde all’ascesa accademica collaborativa “dal basso” dell’intelletto umano fino a DIO. Nistar “Nascosto” corrisponde a tracciare privatamente nuove rivelazioni dell’intelletto Divino “dall’alto”, fino all’intelletto umano di un individuo. Anche questa è una filosofia, poiché la differenza tra Nevuah (“Profezia”) e la Cabala (“Ricevuta”) è che la Cabala lurianica si articola concettualmente in strutture intellettuali, nelle quali si afferma la sua supremazia sulla profezia.

Luci ascendenti, e vascelli discendenti nella storia

Questa paradossale dialettica si spiega più in generale nel pensiero hasidico come parte del piano cosmico divino delle luci e dei vascelli cabalistici. In ogni generazione successiva, i livelli esterni della creazione e di questo mondo (” vascelli/recipienti”) scendono ad un livello più basso. Questo permette alla differenza tra la purezza e l’impurità di rivelarsi, chiarirsi e di redimersi. Allo stesso tempo, “In ogni generazione una luce nuova e più alta scende dall’Alto” per trasformare questo Mondo. Questa rivelazione interiore sale progressivamente per prepararsi e dare un anticipazione dell’Era Messianica. Nell’era futura, la costante elevazione interiore dell’esistenza, lo scopo mistico della creazione, sarà rivelata, come le rivelazioni messianiche della divinità sono create attraverso l’attuale servizio di DIO dal basso. Nella terminologia cabalistica questa dialettica si riferisce anche alle “acque maschili” della “luce diretta” dall’alto, e alle “acque femminili” della “luce riflessa” dal basso. Questo spiega il concetto mistico nell’interpretazione hasidica della Cabala che nell’era messianica il femminile nella creazione diventerà l’ascendente, e allo stesso modo il corpo darà vita all’anima, l’opposto della realtà attuale.

Lo scopo ultimo di ogni discesa spirituale nella Cabala è “solo per raggiungere un’ascesa spirituale più alta”, rispetto al livello originale di partenza. Nella spiegazione Hasidica della Divina Provvidenza individuale, tutto ciò che accade per ogni individuo è una parte nascosta di questa ascesa finale. Nella sua interpretazione interiore, la discesa, come una caduta spirituale, è essa stessa l’inizio nascosto della vera ascesa Divina. Secondo questa spiegazione hasidica, il peccato è un’opportunità per il dveikus mistico (fervore) al Teshuvah (il Ritorno a DIO/il CREATORE). Questa espressione di compassione divina esclude qualsiasi interpretazione errata della reincarnazione ebraica come un processo fatalistico di ricompensa e punizione.

Identificazione dei Gilgulim di personaggi storici

Schema della genealogia ebraica delle nazioni

Il giudaismo tradizionale descrive Abramo come il primo ebreo. Con suo figlio Isacco e il nipote Giacobbe, sono descritti come i “Padri” del popolo ebraico, e le loro mogli, Sarah, Rebecca, Rachele e Leah sono le “Madri”. Questi termini assumono significati cabalistici essendo associati ad alcune delle diverse Sephirot (le emanazioni divine). Fu Mosè, nel giudaismo tradizionale, a ricevere più tardi gli insegnamenti del giudaismo sul Monte Sinai, incarnato dalla Torah e dalle 613 mitzvot. Le altre “Nazioni del mondo”, che contano le 70 radici di Noè, ricevono le Sette Leggi di Noè per la redenzione spirituale, e non hanno bisogno di convertirsi all’ebraismo, nel pensiero ebraico, per realizzare lo scopo escatologico della Creazione, o della salvezza privata.

Associazioni di particolari figure con le loro reincarnazioni nel giudaismo

  • Chaim ibn Attar nel suo classico commento alla Torah identifica Mosè come il gilgul di Abele, e il rabbino Akiva come il gilgul di Caino.
  • Il Rabbino Hasidico, Moshe Teitelbaum di Ujhel (1759-1841), che fu uno dei fondatori dell’Hasidismo in Ungheria, disse ai suoi seguaci che si era reincarnato tre volte, e lo ricordò. Il suo primo gilgul fu come pecora nel gregge del Patriarca biblico Giacobbe. Cantava ai suoi seguaci il canto, diceva, che Giacobbe cantava nei pascoli. Il suo secondo gilgul era al tempo di Mosè, e il suo terzo gilgul, che non rivelò per umiltà, era al tempo della distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme. I suoi seguaci chiesero a un altro Rabbino Hasidico, che identificò il terzo gilgul come il Profeta biblico Geremia. Nella storia di Hasidic, la sua vita quotidiana rifletteva soprattutto il desiderio di costruire il Terzo Tempio con l’arrivo del Messia. Nei giorni successivi indossò gli abiti dello Shabbat per tutta la settimana, anticipando l’arrivo del Messia.
  • Lo studioso contemporaneo della Cabala e di Hasidut, Yitzchak Ginsburgh, sul suo sito web identifica Isaac Newton come la reincarnazione moderna di Noè. In questa identificazione usa la gematria, ma descrive anche associazioni che vanno più in profondità. Nel commento dello Zohar alla storia del diluvio di Noè, lo Zohar dà una previsione che nell’ultima parte del 6° millennio nel sistema di datazione del calendario ebraico (gli anni secolari 1740-1840), un grande aumento di “Saggezza (Nel diluvio: l’acqua) dall’alto, e di Saggezza (bilateralmente: l’acqua) dal basso” sarà rivelato per preparare il 7° millennio messianico. Se la generazione di Noè fosse stata degna, il loro diluvio avrebbe assunto la forma di saggezza piuttosto che di acqua distruttiva. Questa prevista espansione della saggezza della Torah (“dall’alto”) e della Saggezza e della Scienza secolare (dal basso) è stata invece ritardata fino al 6° millennio. Questa interpretazione lega Newton, il precursore fondatore della scienza moderna, con il Noè biblico. Inoltre, Newton rifiutava le idee trinitarie a favore del monoteismo dell’Antico Testamento, espressione più completa delle Sette Leggi di Noè. Egli dedicò la sua attività scientifica tanto ai calcoli esoterici dei codici biblici e del Terzo Tempio, di cui l’Arca di Noè è vista nel commento ebraico come il prototipo spirituale, quanto alla matematica e alla fisica. La sua fisica newtoniana ha definito la filosofia meccanicistica della Scienza fino a quando la Fisica moderna non l’ha spezzata, analogamente alla “Saggezza dall’alto” che sostituisce la “Saggezza dal basso”. Inoltre, i Sette Colori del prisma di Newton sono il simbolo ebraico delle Sette Leggi di Noè. Yitzchak Ginsburgh usa questa identificazione cabalistica per sostenere la sua articolazione del significato cabalistico interno delle Leggi di Noahide, che hanno sia la legislazione esterna in Halachah, sia il significato interno nella Cabala. Il loro significato interiore aiuta a svolgere il ruolo escatologico di ogni Giusto Noahide nella descrizione messianica ebraica della Redenzione Universale per tutte le Nazioni del mondo.

 

 


Note

[nota 1] Essential Judaism: A Complete Guide to Beliefs, Customs & Rituals, By George Robinson, Simon and Schuster 2008, page 193

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